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A Romano Prodi l’Archiginnasio d’oro della Città di Bologna



A Romano Prodi l’Archiginnasio d’oro – il maggior riconoscimento a personalità del mondo dell’arte, della cultura e della scienza della città di Bologna
Lunedì 15 aprile la cerimonia di conferimento nella Piazza Coperta della biblioteca Salaborsa

Lunedì 15 aprile alle 11, nella Piazza Coperta di Salaborsa, il sindaco Matteo Lepore ha consegnato a Romano Prodi l’Archiginnasio d’oro.La cerimonia è stata aperta dal saluto dalla presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca.
L’evento pubblico è proseguito con l’intervento del sindaco Matteo Lepore.
La prolusione è stata affidata a Sylvie Goulard, parlamentare europea dal 2009 al 2017.
Di seguito, la presidente Manca ha letto le motivazioni del conferimento.
Infine, il Sindaco ha consegnato l’Archiginnasio d’Oro a Romano Prodi, che ha tenuto il discorso conclusivo.


Il riconoscimento viene attribuito: “per il contributo scientifico nel campo dell’economia, che ha trovato positiva applicazione anche nei diversi incarichi di governo ricoperti; l’instancabile impegno profuso per animare una cultura delle istituzioni fondata su l’attiva partecipazione democratica, una cultura europeista e il profondo amore per la città di Bologna, centro propulsore e destino di tante sue iniziative, crocevia di relazioni, casa e culla di tanti affetti, che dalla sua dedizione generosa ha guadagnato lustro“. Così si legge nella delibera di conferimento approvata in Consiglio comunale il 25 marzo.

L’Archiginnasio d’oro è il maggior riconoscimento a personalità del mondo dell’arte, della cultura e della scienza della città di Bologna. La proposta di conferimento è stata avanzata dal Sindaco e approvata dal Consiglio comunale, con deliberazione a maggioranza dei due terzi dei Consiglieri assegnati. L’onorificenza consiste in una riproduzione dorata della facciata del Palazzo dell’Archiginnasio.

Un grande fiorentino e un grande artista: Roberto Cavalli


 Ho incontrato Roberto Cavalli nell'arco degli ultimi 50 anni per due volte. 

La prima volta.

È un ricordo lontano: suonavo con la mia band in una balera estiva allo Osmannoro, a Sesto Fiorentino. 

Il palco dell'orchestra era a contatto con una stalla e quando mi  esibivo tentando di conquistare l'attenzione delle ragazze più belle cantando "All the way", la famosa canzone di Frank Sinatra, una mucca muggiva oltretutto con una sorprendente intonazione. 

Il mercato delle canzonette era stato sconvolto da un cantautore di Genova, Gino Paoli, con "la Gatta".

Proprio quella canzone mi veniva richiesta almeno tre volte a sera da quello che sembrava essere il leader di un gruppetto di giovanotti accampati, permanentemente ai piedi del palco dell'orchestra.

Poi sono venuto a sapere che il tizio era Roberto Cavalli la cui è ascesa come stilista di moda era gia' iniziata.

Il secondo incontro è avvenuto 40 anni dopo a New York.

Con mia moglie e mio figlio Max stavamo passeggiando sulla Quinta Strada. 

Sara' stato circa mezzogiorno di una bellissima giornata primaverile. 

Superiamo l'ingresso di un albergo dove una coppia era impegnata in una accesa discussione, lui inguainato in un abito di pelle nera, lei splendida e assolutamente normale.

Camminando superiamo la coppia e all'improvviso una voce squillante dice: 'Oscar Bartoli', lasciandomi come potete immaginare sorpreso. Mi sono fermato, dietrofront e mi sono diretto verso quel signore di pelle nera vestito.

Stupidamente ho chiesto: "Ci conosciamo?

"Sono Roberto Cavalli, Tu non mi riconosci?" 

A quel punto ho dovuto arrampicarmi in una serie di scuse, adducendo la mia scarsa frequentazione del mondo della moda.

L'incontro si è concluso con una stretta di mano e insieme a mia moglie e mio figlio abbiamo proseguito nella nostra passeggiata. 

La ragione per cui il mio importante interlocutore mi aveva riconosciuto stava nel fatto che a quel tempo a Firenze il mio nome circolava abbondantemente vuoi per il fatto che ero consigliere comunale per il Partito Liberale, vuoi per gli scontri con il Partito Comunista cittadino che non accettava che io organizzassi i comizi volanti nelle piazze in cui dominava da decenni. 

E di questa situazione diverse volte avevo pagato fisicamente le aggressioni dei militanti comunisti, finite in tribunale. Mentre i carabinieri presenti fingevano di non essere interessati alla vicenda.

Ho cercato dopo questo incontro newyorkese di vivacizzare il contatto con Roberto Cavalli, ma ho dovuto desistere per il muro rappresentato dai suoi assistenti.


Cavalli e' mancato nei giorni scorsi. Pace alla sua Anima.

Fraschetta da Rugantino



Un primo e un secondo di carne con un contorno di patate non costa meno di 40 euro. Se poi ci aggiungi una bottiglia di vino allora la spesa finale va su.

Questo per quanto riguarda la maggioranza dei ristoranti "normali" di Roma almeno nell'area compresa entro il Grande Raccordo Anulare.

Da parte loro i gestori dei ristoranti dicono che non ce la fanno ad andare avanti per l'aumento del costo delle materie prime, l'inflazione, la crescente ritrosia della gente a rivedere vecchie e incallite usanze secondo cui a Roma si va in trattoria per amore, affari, politica. 

Poi aggiungi che non trovano personale perche' i giovani non vogliono lavorare.

Tutta cambia, 'panta rei'....Se ti danno 1300 euro al mese per lavorare dieci ore in ospedale come infermiere costretto a pulire tre volte al giorno il culo a vecchi rincoglioniti scaricati in ospedale dai parenti per godersi la settimana bianca, beh: allora non e' facile andare fuori a mangiare.

Isabella e Donato, antichi amici degli americani ritornati in Italia dopo trenta anni, hanno deciso di far scoprire a Oscar e Franca una Roma molto distante dalla solita capitale turistica.

Sui Colli Albani si mangia ancora con 15-18 euro a persona ed infatti il punto di ritrovo è Ariccia alla Fraschetta da Rugantino. 

Dario, il proprietario illustra il menù e dice che la soluzione migliore è quella dei 18 euro a persona che offre ampio antipasto, un primo oppure un secondo, vino dei castelli, dolci finali e così sia.

Alla faccia del digiuno intermittente, i cinque si  gettano su quanto offerto dal menu magnificando la qualità e la cottura  del cibo.

E mentre  apprezzi l'espresso che viene offerto alla fine del pranzo ti ronza nelle orecchie, "Roma, nun fa' la stupida stasera".





Andiamo bene: Boeing, gravi difetti di costruzione su 777 e 787:



Boeing, gravi difetti di costruzione su 777 e 787: “Ho visto persone saltare sui pezzi dell'aereo”

La denuncia di un ex ingegnere dell’azienda: «Si rischia fallimento catastrofico»

UGO LEO
10 Aprile 2024Aggiornato alle 10:13

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(reuters)



NEW YORK. Gravi difetti di costruzione in due modelli di aerei di linea della Boeing, tali da rischiare un fallimento «catastrofico». È quanto denuncia un ex ingegnere della compagnia, Sam Salehpour, come riportato dal New York Times in un articolo ripreso poi da diversi media americani.

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(reuters)



Secondo Salehpour, la Boeing ha preso delle scorciatoie durante la produzione dei suoi jet 777 e 787 Dreamliner, causando difetti che potrebbero accorciare drasticamente la vita degli aerei. «Lo faccio non perché voglio che la Boeing fallisca - ha spiegato - ma perché voglio che abbia successo ed evitare che si verifichino incidenti. La verità è che la Boeing non può continuare così. Credo che debba fare un pò meglio». L'autorità federale FAA ha avviato un indagine dopo la denuncia dell'ex ingegnere. «La segnalazione volontaria senza timore di ritorsioni è una componente fondamentale per la sicurezza aerea», ha affermato la FAA. «Incoraggiamo fortemente tutti coloro che operano nel settore dell'aviazione a condividere informazioni».


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Boeing vicino al baratro: perché si verificano continui incidenti aerei e i voli ci costeranno di piùUGO LEO17 Marzo 2024



La denuncia sostiene che i costruttori che hanno assemblato gli aerei non sono riusciti a colmare adeguatamente le piccole lacune nell'unire parti della fusoliera prodotte separatamente. Ciò comporta una maggiore usura dell'aereo, accorciandone la durata di vita e rischiando un fallimento «catastrofico», hanno affermato gli avvocati di Salehpour. «Ho letteralmente visto persone saltare sui pezzi dell'aereo per allinearli», ha raccontato infine. «Saltando su e giù, deformi le parti in modo che i fori si allineino temporaneamente... e non è così che costruisci un aeroplano».


Si staccano finestrino e un pezzo di fusoliera in volo: atterraggio di emergenza per Boeing 737 di Alaska Airlines
Il produttore di aerei Boeing ha negato le nuove accuse di difetti di produzione che incidono sulla qualità dei suoi aerei. Un portavoce della Boeing ha sottolineato che le accuse erano errate ed erano già state indagate dalla Federal Aviation Administration (Faa) degli Stati Uniti. «Queste affermazioni sull'integrità strutturale del 787 sono imprecise e non rappresentano il lavoro completo che Boeing ha svolto per garantire la qualità e la sicurezza a lungo termine dell'aereo», ha affermato Boeing in una nota. L'azienda si trova ad affrontare nuove domande pubbliche sulla sua supervisione della qualità dopo che le accuse sono venute alla luce.


Houston, paura a bordo del Boeing: l'aereo decolla ma perde la copertura di un motore




Una sottocommissione del Senato americano prevede un'udienza a metà della prossima settimana con l'ex dipendente della Boeing come testimone. Il controllo della qualità presso Boeing è stato al centro dell'attenzione dopo un incidente avvenuto a gennaio. Poco dopo il decollo un pezzo della fusoliera di un Boeing 737-9 Max praticamente nuovo della compagnia aerea americana Alaska Airlines si è rotto. Nessuna delle oltre 170 persone a bordo è rimasta ferita. Secondo le prime indagini, l'autorità investigativa sugli incidenti Ntsb presuppone che nella sezione della fusoliera mancassero quattro bulloni di fissaggio.





È noto che il frammento della fusoliera, un tappo della porta, è stato rimosso presso lo stabilimento della Boeing per la manutenzione e poi reinserito. Tuttavia la società non è ancora riuscita a reperire alcuna documentazione in merito e a metterla a disposizione degli inquirenti. A marzo, Dave Calhoun ha annunciato che lascerà il suo ruolo di amministratore delegato della Boeing alla fine dell'anno.



Guerre a pezzi: il dialogo Usa-Cina per evitare l’escalation


Verso il baratro – Quel dialogo tra Usa e Cina per evitare l’escalation


Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 06 aprile 2024

Quando il 7 ottobre Hamas ha messo in atto la sua crudele ed efferata strage, la solidarietà nei confronti di Israele è stata immediata e largamente condivisa. A sei mesi di distanza questo prezioso patrimonio di simpatia e solidarietà è stato sperperato da una reazione ritenuta, in una prima fase, comprensibile e poi, progressivamente, giudicata sproporzionata.

Come conseguenza, Israele è spinto a combattere su una crescente molteplicità di fronti e, nello stesso tempo, a sentirsi sempre più isolato.

Alle terribili tragedie di Gaza si sono aggiunte le tensioni alla frontiera con gli Hezbollah del Libano e gli scontri con la Siria, con gli Huthi e, nell’ultima settimana, direttamente con l’Iran. A questo si aggiunge, da parte egiziana, il terrore che gli abitanti di Gaza, oramai rasa al suolo, possano rifugiarsi in Egitto, già in preda a una pesante crisi economica alla quale non può porre rimedio il modesto pacchetto di prestiti e aiuti messi a disposizione dall’Unione Europea.

L’allontanamento dell’opinione pubblica mondiale nei confronti della strategia di Netanyahu ha raggiunto nei giorni scorsi il suo culmine per la triplice azione militare che ha riguardato il bombardamento dell’ambasciata iraniana a Damasco, la sanguinosa distruzione del più grande ospedale di Gaza e, se non bastasse, l’uccisione dei sette volontari che cercavano di portare cibo agli affamati abitanti della città ormai in macerie.

Una escalation di tale rilevanza e di tale insensata ambizione politica da essere accompagnata da diffuse e crescenti manifestazioni di dissenso all’interno dello stesso Israele.

Una prima conseguenza di questa strategia è la costruzione di un’inattesa alleanza dell’intero mondo arabo, compattando contro Israele Sciiti e Sunniti e, persino, Iran e Arabia Saudita. Tuttavia l’Iran non condurrà nessuna guerra aperta contro Israele, sia per le disparità delle forze in campo, sia perché non ha nessun interesse a fronteggiare direttamente gli Stati Uniti.

Non vi è tuttavia dubbio che cercherà di danneggiare l’Occidente utilizzando tutte le possibili guerre per procura, come sta facendo con le incursioni degli Huthi nel Mar Rosso e prenderà di mira, con i suoi poco costosi ma micidiali droni le centinaia di basi americane e gli interessi occidentali, non solo in Medio Oriente, ma in aree sempre più vaste. Con mezzi limitati riuscirà a provocare grandi danni a molti: una strategia destinata ad allontanare sempre più Israele dai suoi stessi alleati, dato che nessuno vuole trasformare l’attuale guerra mondiale a pezzi in una guerra mondiale globale.

Evidentemente non lo pensano nemmeno gli Stati Uniti che, tuttavia, stanno mettendo in atto una politica molto ambigua e contraddittoria nei confronti di Israele. Da un lato le critiche a Netanyahu si fanno sempre più forti ed insistenti ma, dall’altro, l’invio di armi ad Israele sta addirittura aumentando.

Un caso ancora più emblematico è quello della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha recentemente proposto l’immediata cessazione delle ostilità a Gaza.

Questa proposta è passata con voto favorevole proprio perché gli Stati Uniti, invece di schierarsi con Israele come sempre avevano fatto, non hanno votato contro, ma si sono astenuti. Tuttavia, subito dopo, il governo americano si è precipitato a chiarire che il testo approvato non aveva valore vincolante.

In questo modo, oltre ad avere inviato un messaggio di incertezza, gli Stati Uniti sono riusciti a scontentare proprio tutti. In primo luogo Israele che si è sentito tradito e abbandonato.

Sono rimasti però scontenti anche gli altri membri del Consiglio di Sicurezza e quasi tutti i paesi del Sud del mondo. I primi nel vedere vanificata la risoluzione da loro presa e gli altri in quanto si è adottata una politica incoerente.

Si è infatti praticamente deciso che le risoluzioni dell’ONU sono operative quando si tratta di colpire l’Iran e la Russia, ma non lo sono quando si tratta di operare contro Israele.

Con questa politica la distanza fra l’Occidente e gli altri non può che aumentare: gli Stati Uniti e l’Unione Europea dovrebbero perciò mettere in conto che l’allargamento del fossato con il resto del mondo non può che provocare danni irreparabili a tutti.

In particolare Israele, se vuole proteggere insieme se stesso e l’ebraismo nel mondo, ha tutto l’interesse ad adottare una politica diversa da quella che ha contribuito ad aumentare una pericolosa ondata di ingiustificabile antisemitismo.

L’unico elemento positivo di questa congiuntura internazionale che sta continuamente peggiorando, consiste nel fatto che, dopo l’incontro del novembre scorso a San Francisco, Biden e Xi Jinping si tengono regolarmente in contatto telefonico e i loro collaboratori civili e militari continuano a dialogare con una certa regolarità.

Permangono naturalmente tensioni e diversità di interessi, ma non si è completamente spezzato il filo del dialogo.

Ben difficilmente tutto questo porterà a una rapida fine dei conflitti, ma renderà di certo meno probabile che i diversi pezzi delle guerre in corso si congiungano fra di loro, portando la tragedia a livello mondiale.

Gran Loggia 2024. L’allocuzione del Gran Maestro Antonio Seminario: “Mettiamoci a lavoro con spirito di fratellanza per costruire uniti la Grande Opera”

Carissimi Fratelli,

rivolgo un saluto a tutti voi maestri che avete scelto di partecipare a questa Tornata nazionale della Massoneria, presente nel nostro paese da oltre due secoli sotto la forma del Grande Oriente d’Italia anche se attiva da tempi immemorabili, grazie ai Liberi Muratori che ci hanno preceduto i quali, nonostante tutte le vicissitudini che in tempi passati hanno dovuto affrontare, sono stati in grado di tenere in vita e trasmettere fino ai nostri giorni “l’Arte del Costruire”.

Nell’assumere la guida del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani e nel reggere il maglietto di Gran Maestro, simbolo della carica alla quale sono stato chiamato, voglio esprimere un sentito ringraziamento. Sul piano personale la mia accettazione vuole avere un significato di pieno e convinto servizio, in spirito di unità e responsabilità. Senza l’essenza di questa convinzione, consentitemi proprio di dirlo con fraterna umiltà, le remore, le ansie e le preoccupazioni scaturite dalla nuova responsabilità, di cui sono assolutamente consapevole, avrebbero finito col prendere il sopravvento.

Non nego che sento sin d’ora il considerevole peso di questo impegno ma, ben conscio del dovere che l’alto ruolo mi impone, ribadisco con forza quanto già assunto con la promessa solenne prestata davanti a questa Gran Loggia. Sono estremamente orgoglioso di essere il vostro Gran Maestro e farò di tutto per esercitare al meglio la mia funzione nel rispetto della Tradizione, nell’osservanza degli Antichi Doveri, della Costituzione e dei Regolamenti del nostro Ordine.

Rivolgo a tutti coloro che mi hanno preceduto in questo alto ufficio, ad iniziare dal mio predecessore, il carissimo fratello Stefano Bisi, una parola di saluto e di grata riconoscenza per quanto fatto a favore di una costante ed armonica crescita del Grande Oriente d’Italia. Sono fiero di aver fatto parte delle sue Giunte, da Primo Gran Sorvegliante  e poi da Gran Maestro Aggiunto e quindi delle scelte e del lavoro che è stato fatto per il bene della Obbedienza,  a cominciare dalla giusta e strenua difesa dell’Ordine dinanzi alla Commissione Nazionale Antimafia, di fronte ad accuse ingiuste e scioltesi come neve al sole, per non parlare del riconoscimento della Gran Loggia Unita d’Inghilterra atteso da una vita, sino alla vicenda di Palazzo Giustiniani.

Il fratello, Stefano Bisi merita una triplice batteria di giubilo per tutto quello che ha fatto e che farà. Il mio affettuoso grazie va altresì ai fratelli della Giunta uscente del Grande Oriente d’Italia, fratelli capaci e meritevoli che hanno agito in silenzio e senza l’aiuto dei quali tanti importanti risultati non sarebbero stati raggiunti.

Cari fratelli, oggi la Libera Muratoria deve fare i conti con le trasformazioni che coinvolgono il mondo, a partire dal cambiamento degli equilibri geopolitici, la sostenibilità di modelli economici che ritenevamo ormai consolidati, il valore dei rapporti tra le persone e la qualità della vita, temi delicati di non facile soluzione che generano incertezze e preoccupazioni per il futuro.

In questo contesto si inserisce, come argomento di estrema rilevanza, la qualità della comunicazione, intesa come strumento principale per la diffusione di idee, che può essere utilizzato con modalità differenti e, soprattutto, con differenti intenzioni. L’epocale cambiamento, legato alle nuove regole di comunicazione che coinvolgono l’intero pianeta, è un processo iniziato da qualche decennio soprattutto in seguito allo sviluppo della tecnologia digitale, la quale ha portato ad una trasformazione così profonda da poter dire che un “nuovo mondo virtuale” sta prendendo il sopravvento rispetto a quello reale.

Come tutti i cambiamenti legati al progresso tecnologico, anche la “comunicazione in rete” sta incidendo sulla vita degli uomini, agevolando il confronto tra forme culturali differenti ed il contatto tra popoli lontani, aspetti che possono essere considerati una ricchezza, se non altro per la loro utilità. Teniamo anche in considerazione che questa “rivoluzione della comunicazione” ha messo in moto un processo di “fluidificazione” della società: l’incontro tra le differenti etnie, agevolato dai nuovi mezzi di comunicazione, sta portando l’uomo ad omologarsi in una diffusa globalizzazione, una sorta di tendenza uni-formatrice, intesa come ricerca dell’unità nella forma esteriore più che nei principi della sua esistenza.

Nell’illusione di costruire una nuova identità, l’uomo contemporaneo sta affievolendo gradualmente la propria personalità, riducendosi ad una sorta di unità spogliata della qualità principale che contraddistingue ogni essere umano. Tutto ciò conduce a conseguenze apparentemente paradossali anche se i fatti parlano chiaro riguardo alla qualità dei rapporti umani: più si è collegati virtualmente più ci si trova realmente lontani. Tale tendenza è facilmente riscontrabile visto che, nonostante questi nuovi strumenti abbiano agevolato i contatti tra persone, sta aumentando sempre più l’incapacità di ascolto e dialogo, favorita da una sorta di incomprensione non solo linguistica ma soprattutto concettuale. Del resto, un autentico dialogo, attraverso il quale si crea un intimo confronto disinteressato tra le parti, dipende da quanto i partecipanti sono disposti a “mettere in dubbio” le proprie convinzioni. La degenerazione della qualità della comunicazione è arrivata a tal punto che l’essere umano, avendo ormai rivolto l’attenzione esclusivamente all’apparire, è sempre meno in grado di manifestare in maniera naturale e spontanea anche i più semplici fatti legati alla vita quotidiana, tenendo presente che ogni aspetto anche intimo e riservato, se diffuso attraverso i social media rischia di alimentare discussioni non solo sterili ma soprattutto divisive.

Il rovesciamento dell’ordine naturale delle cose è rilevabile da numerose espressioni del linguaggio quando, soprattutto nel nostro ambito e per fini di carattere prevalentemente individualistico, vengono usate frasi o termini tradizionali che hanno un loro valore simbolico, travisandone tuttavia, se non sovvertendone, il vero significato. Prendiamo, soltanto come esempio, l’interpretazione diffusa nel mondo moderno sul concetto di “libero pensiero”. In tale ambito questa idea viene intesa come diritto alla libertà di espressione della propria individualità, concezione che, quando viene considerata nella sua interpretazione più ampia, spesso degenera nel disconoscimento aprioristico non solo di ogni gerarchia, ma anche delle diversità di valore, di merito e di esperienza, con conseguenze potenzialmente devastanti. In ambito iniziatico l’idea di “Libertà”, per noi così preziosa, non può ridursi a concezioni personalistiche, ma deve necessariamente tendere alla ricerca del “pensiero libero”, da intendersi quale liberazione da credenze, da pregiudizi e, più in generale, da tutti quei condizionamenti individuali che, nostro malgrado, limitano la nostra esistenza ed il nostro percorso iniziatico. Allo stesso modo la “Cacciata dei mercanti dal Tempio” non può essere vista come il semplice allontanamento pregiudizievole del diverso da sé, ma come una chiara indicazione volta alla eliminazione di qualsiasi interferenza dal proprio Tempio interiore.

A questo punto vale la pena domandarsi se in un ambiente così ingannevole il massone di oggi sia ancora in grado di mantenere l’orientamento necessario per riconoscere la sacralità della propria esistenza. Ormai, mentre non ci sono dubbi sulla direzione intrapresa dalla civiltà contemporanea, sembra strano che il peso della crisi dei valori tradizionali non abbia avuto l’attenzione dovuta da parte dei fratelli, distratti, nel tentativo di conformarsi al mondo esterno, da tematiche che non dovrebbero appartenerci.

Il massone più di altri dovrebbe essere interessato a conoscere la verità, sempre disposto a mettersi in discussione dal momento che è molto più facile credere che cercare, visto che per conoscere la verità occorre indagare per rimuovere ciò che la nasconde, il che è ancora più difficile quando si ha l’intenzione di effettuare tale lavoro su sé stessi.

Inoltre, risulta arduo parlare di “Libertà” iniziatica quando i Massoni non si sentono neppure liberi di lavorare tranquillamente all’interno dei propri Templi; noi tutti non possiamo non cogliere i segnali di tale fenomeno, visto che recentemente siamo stati sopraffatti al nostro interno da menzogne veicolate attraverso una comunicazione più o meno anonima.

Vale la pena di riflettere su quanto è accaduto facendo un’autocritica sulle responsabilità di ciascuno, per prepararsi in futuro a dare la giusta solidità alla Massoneria, cosa possibile soltanto se ognuno sarà disposto a cambiare il proprio orientamento in modo da poter essere tutti pronti a svolgere il compito assegnatoli, coscienti che siamo all’alba di una nuova era, quella dell’intelligenza artificiale.

Naturalmente è ancora presto per fare ipotesi definitive sull’avvenire, anche se sappiamo che ci sarà una ulteriore accelerazione dei cambiamenti in atto, considerando che fino ad oggi siamo noi che facciamo le nostre scelte, giuste o sbagliate che siano, mentre in futuro tali decisioni potrebbero essere prese da un algoritmo.

Del resto, senza pretendere di pensare che i Massoni possano essere i salvatori dell’Umanità, sappiamo bene che la Massoneria, nonostante le contingenze di carattere profano che la affliggono, è ancora in possesso di tutti gli strumenti necessari per stimolare i suoi aderenti a intraprendere il lavoro interiore, in forza del patrimonio simbolico trasmesso dai Liberi Muratori delle antiche corporazioni di mestiere e mantenuto ancora integro da parte di quei massoni sempre attenti a percorrere la via della tradizione libero- muratoria e che, pur non avendo nessun ruolo apparente, faranno in modo che l’iniziazione muratoria non si possa interrompere.

Il dato di fatto è che tali strumenti simbolici non vengano tenuti come reliquie da adorare e venerare, ma vengano utilizzati per un effettivo lavoro di elevazione interiore, vitalizzando il simbolo attraverso un’incessante attività iniziatica dentro e fuori le porte del tempio massonico, dando un contenuto al contenitore ed evitando di confondere il simbolo con ciò che simboleggia.

Possiamo spingerci a dire che il futuro della Massoneria non dipende quindi soltanto da “grandi uomini”, più o meno noti, ma da tutti coloro che, nel silenzio, sono disposti a lavorare  a favore dell’elevazione spirituale dell’Uomo, sempre pronti a tenere attiva l’esistenza umana “per il bene e il progresso dell’Umanità”.

Occorre che ognuno di noi faccia la propria parte, attraverso uno sforzo personale, cosa che non può essere delegata a nessun’altro e tantomeno disattesa, visto che il primo dovere assunto il giorno della nostra iniziazione, è quello di “percorrere incessantemente la via iniziatica tradizionale per il perfezionamento interiore”.

Tale lavoro è indispensabile per il futuro del Grande Oriente d’Italia, come del resto deve avvenire in qualsiasi costruzione architettonica la quale, per mantenere il giusto livello di solidità, deve essere composta da pietre ben sgrossate e ben levigate. In altre parole, per fare in modo che il processo di costruzione della fratellanza possa perdurare, occorrerà sempre più mettere in atto un lavoro personale di demolizione degli egoismi ed individualismi.

I due aspetti sono strettamente collegati: tanto più si demolisce e quindi si annulla la tendenza all’individualismo, tanto più costruiamo uniti da un comune obiettivo, realizzando per naturale conseguenza una concreta idea di “amore fraterno”. Per essere ancora più precisi, il lavoro che da oggi dobbiamo compiere è quello di trasformare tutte le tensioni trasversali, che rischiano di far crollare l’intera struttura, in forze verticali, verso quel vertice comune rappresentato dalla “chiave di volta”, dove le tensioni si annullano e le forze si uniscono in un solo punto.

Per questo motivo continuiamo a lavorare all’interno dei nostri Templi, consapevoli che lo spirito di fratellanza è l’unico collante che ci tiene tutti “Uniti nella costruzione della Grande Opera”.

Viva il Grande Oriente d’Italia.

Antonio Seminario

Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

«Ilaria Salis non è un’eroina

 


 

Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online

 ». Sono le dure parole del portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, nei confronti della 39enne in carcere a Budapest da febbraio 2023. «Lei e i suoi “compagni” sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti.

 

Tutto ciò che va oltre è una mera invenzione politica. E noi difenderemo la reputazione e l’integrità della nostra magistratura. Non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo», prosegue in un video che ha diffuso su X (ex Twitter). Il portavoce dell’esecutivo ungherese se la prende direttamente con il padre di Ilaria, Roberto Salis, che in queste settimane ha intensificato gli appelli alla stampa e al governo italiano, arrivando a parlare anche con Sergio Mattarella.

Zoltan KovacsZOLTAN KOVACS

 

«Nei giorni e nelle settimane scorsi il padre di Ilaria Salis ha parlato con tutta la stampa europea occidentale e con alcuni media statunitensi. È stato invitato al Parlamento europeo e ha ripetutamente espresso gravi accuse infondate che non possono essere lasciate senza risposta», premette Kovacs. «Va aggiunto che egli stesso ha trasformato il caso della propria figlia in una questione politica e ora si mostra sorpreso che a queste accuse vengano date risposte politiche».

 

Zoltan Kovacs e OrbanZOLTAN KOVACS E ORBAN

Usa parole durissime il portavoce, sfociando anche sul personale: «Come padre (Roberto Salis, ndr) forse farebbe bene a riflettere su come sua figlia sia rimasta coinvolta in un episodio del genere», ha detto, aggiungendo che Ilaria Salis «già in passato è stata coinvolta in incidenti simili. È estremamente grave e – conclude – comporta condanne altrettanto severe secondo l’ordinamento giuridico ungherese» 

(Dagospia)