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Visto da destra, visto da sinistra e, magari, anche dal centro

Riceviamo dall'ambasciatore Giovanni Castellani Pastoris che periodicamente mette online le sue considerazioni in punta di penna. Questo stimato e odiato (tra i suoi colleghi) professionista non ha mai nascosto la sua endocrina ammirazione per il presidente Berlusconi, suscitando talvolta qualche contrastato dialogo con i suoi lettori. In questo appunto ci svela le ragioni della sua passione per il Cavaliere. Ognuno e' titolato ad amare chi gli pare. Noi non siamo fervidi estimatori dell'imprenditore milanese. Ma siamo convinti che, guidati dal tradizionale stellone, gli italiani hanno voluto dare a questo sfavillante personaggio del teatrino italiano la possibilita' di dimostrare che sa rimettere a posto l'Italia. Onesta' vorrebbe che si ricordasse che i conti in pesante rosso lasciati dal suo precedente governo al subentrante Romano Prodi sono stati rimessi in ordine. Ed anche il PIL ricomincia ad aumentare e non crediamo che a dieci giorni dal suo insediamento Silvio Berlusconi e il suo petulante ministro Tremonti possano vantare alcun merito al proposito. Ma l'onesta' non fa parte della faretra dei politici. Non ci piace quel "..da Prodi a Fassino se vogliamo frugare nei cassonetti..." perche' questa non e' una affermazione di stile in bocca ad un professionista collaudato della diplomazia. E puzza altamente di schieramento partigiano. Se dovessimo mandare ai 'cassonetti' gli esponenti della vita pubblica italiana non ci mancherebbe la materia a prima. A cominciare dalle foto a circolazione internazionale delle smutandate ministre del presidente Berlusconi. Quanto a Prodi, dato che nessuno e' profeta in patria e tanto meno in Italia, crediamo gli basti il generale apprezzamento di cui gode a livello internazionale.
Resta infine l'anticipazione sul futuro dell'attuale ambasciatore a Washington, Giovanni Castellaneta. Considerato che abbiamo avuto la fortuna di vederlo da vicino al lavoro, dobbiamo ammettere che si tratta di persona che illustra in maniera egregia l'immagine dell'Italia. Ed un suo nuovo posizionamento in incarichi di alta responsabilita' non puo' che farci piacere.
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Roma, 23 maggio 2008
Alcune considerazioni per l’ultima decade di maggio 2008.
La prima per fatto personale. Perché mi vengono attribuite tesi ed opinioni che non credo emergano dall’insieme di queste mie. Allora i casi sono due. O non sono chiaro quando scrivo, cosa che mi dispiacerebbe dover constatare – alla mia non tenera età – avendo, oltre tutto, nella mia vita professionale più volte dovuto sorbirmi rimbrotti o prediche per quanto riferivo con troppa chiarezza e senza parafrasi (come è, invece, uso alla Farnesina), perché mi si diceva “poteva tornare sgradito a chi ti potrebbe leggere”. O mi si legge senza attenzione oppure, peggio, senza ricordarsi quanto scritto in precedenza, ciò che mi dispiacerebbe ancora di più, comportando un doloroso vulnus al mio ego. Senza contare che spesso Hanna reperisce nelle osservazioni in questione argomenti a sostegno dei suoi conformismi levantini.
Lunga premessa che origina da reazioni alla mia lettera all’Ambasciatore di Spagna ed, in particolare, al passaggio “Perché vede, cara Eccellenza, alla maggioranza di noi il Cavaliere piace così com’è”. In proposito c’è chi mi ha fatto notare che a lui no, il Cavaliere non piaceva proprio. Purtroppo per lui non è la maggioranza. Ma c’è pure chi ha osservato “Sarei proprio curioso di sapere come ad una persona civile ed intelligente quale tu sei possa piacere il Cavaliere così com'è. Altra cosa è indagare sulla sua salute mentale. A questo proposito mi sembra la signora si sbagli. Il Cavaliere è perfettamente in grado di fare i propri interessi che solo in casi eccezionali coincidono con quelli del Paese”. Riporto integralmente perché autorizzato. Alla risposta che gli ho inviato direttamente (Eppure è così. Almeno non "celebra" come i vari "sacerdoti" dell'ortodossiapolitica. Da Fanfani a Togliatti, da Moro a Berlinguer, per restare nella stratosfera. O da Andreotti a Violante, da Prodi a Fassino se vogliamo frugare nei cassonetti. Quanto a fare i "propri" interessi lo hanno sempre fatto tutti, o quasi. Chi con più chi con meno successo. Se preferisci, diciamo che tutti avrebbero voluto farlo. Si tratta di vedere quanto abbiano coinciso con quelli generali. Io non sono d'accordo con la tua valutazione. Ecco tutto) vorrei solo aggiungere che, personalmente, preferisco chi opera in proprio a chi per conto terzi. Come fondazioni, cooperative, enti ed industrie pubblici, grandi gruppi “privati” ecc., in attesa di incassare i relativi dividendi, non necessariamente in contanti. Per il resto se ho costantemente mostrato ammirazione per le, credo indiscutibili, doti del Cavaliere in sede elettorale, non ho nascosto altrettanta perplessità per le capacità di governo. La ossessione del consenso e la chiara mancanza di polso ogni qual volta compagni di cordata, l’opposizione o la piazza alzavano la voce, ne facevano “un’anatra zoppa strutturale”. Se ora cambierà, se, non avendo da pensare a rielezioni, vorrà esercitare appieno l’autorità che la larga e coesa maggioranza gli dovrebbe consentire, sarò lieto di dargliene atto. In caso contrario vorrà dire che anatra zoppa rimane. Nessuna “deriva berlusconiana”, quindi, ma solo per quanto possibile lucida e razionale, anche se personale, valutazione delle cose, con un pizzico - o forse una cucchiaiata - di amor patrio.

La seconda ci riporta al Cavaliere ed alla pignola osservanza delle priorità annunciate in campagna elettorale. Primo Consiglio dei Ministri a Napoli e provvedimenti per eliminazione rifiuti urbani, provvedimenti su sicurezza e clandestini, ICI e detassazione degli straordinari. Prima di entrare nel merito, specialmente per il “pacchetto fiscale”, credo si debba attendere una conoscenza completa dei provvedimenti, che del resto dovranno passare in Parlamento. Personalmente ho delle riserve “ideologiche” sull’eliminazione dell’ICI per la prima casa. Mi paiono, infatti, fondate le osservazioni circa la sua non coerenza con il “federalismo” che è, e deve rimanere, un indirizzo strategico. Ma mi rendo anche conto della valenza sociale del provvedimento e dell’impatto sull’opinione pubblica. Al momento, quindi, ci si deve limitare a registrare la puntuale osservanza delle promesse elettorali ed un timing “da formula uno” per nulla abituali nel Bel Paese. La giornata si è conclusa con l’annuncio della possibilità di “ristrutturazione dei mutui”, un dessert che, se le cose corrisponderanno alle dichiarazioni, da solo potrebbe avere una valenza superiore alle misure di alleggerimento fiscale quale sostegno ai problemi finanziari di una parte rilevante della popolazione e potrà dare nuovo impulso alla domanda interna. Un effetto della “moral suasion” esercitata da Tremonti con l’indicazione di “misure più severe per banche e petrolieri”? Vedremo ora per i petrolieri, anche perché il maggiore “petroliere” in Italia è proprio il Ministero dell’Economia.

La terza, per rimanere in Italia, riguarda l’opposizione. Non tanto quella di Casini che, poveretto, avendo perso l’autobus è costretto a seguirlo a piedi, annuendo ad ogni manovra del conducente. Ma a quella del PD. I vari componenti del Governo Ombra hanno cercato di fare le bucce ai singoli provvedimenti, ciascuno per la parte di “competenza”. Prendiamo Bersani, che fra tutti è certamente il più competente, nel senso di preparato. Ha detto, per quanto concerne la misure economico-finanziarie: ma queste cose le avevo già proposte io. Proposte, ma non era riuscito a vararle: questa la differenza. Intanto il Leader Ombra sembra avere qualche problema che lo costringe a qualche ripensamento, se il Corriere della Sera scriveva un paio di giorni or sono sotto il titolo Veltroni apre a un «nuovo centrosinistra»: Walter Veltroni apre alla Sinistra democratica e sigla un «patto di consultazione » che apre una prospettiva ben diversa da quella dell'autosufficienza del Partito democratico. La novità è scaturita dall'incontro di ieri, voluto dallo stesso segretario del Pd, con Claudio Fava, coordinatore di Sd. Al termine, Veltroni ha fatto diffondere un comunicato in cui si parla di verificare le «condizioni per un nuovo centrosinistra » e si annuncia la costituzione con la «Sd e con le altre forze di sinistra disponibili » di «un patto di consultazione». L'obiettivo dichiarato è appunto quello di «avviare un confronto politico per costruire, in Italia e a livello locale, le condizioni di un nuovo centrosinistra basato su reali intese programmatiche e su una sfida di governo capace di innovare il Paese». Si riapre insomma la possibilità di arrivare a nuove alleanze dopo le recenti elezioni politiche dove il Pd ha scelto di correre da solo. Claudio Fava, al termine dell'incontro, ha parlato, con soddisfazione, di «fine della autosufficienza proclamata e declamata » La formula …. è quella auspicata dalla Sinistra democratica e sembra rappresentare un passo in più rispetto a quanto lo stesso Veltroni aveva detto giovedì …. al coordinamento del partito parlando di una «vocazione maggioritaria » del Pd che «non esclude una politica di alleanze fondata sulla convergenza programmatica ». Un passo che ha destato stupore tra gli ex popolari mentre i dalemiani appaiono scettici: «Aspettiamo che parli con Vendola...» Insomma, ci risiamo. Verrebbe quasi voglia di tornare su “second life”, ma, francamente, il virtuale dell’ombra potrebbe apparire eccessivo. Come dire l’insostenibile leggerezza del non essere, parafrasando Milan Kundera.

La quarta ci riporta nel mondo reale, anche se in una sua componente che, talvolta di questi tempi, ha un ché di virtuale: il mondo delle banche che del “virtuale” o dei suoi strumenti, hanno fatto, recentemente, le spese (quando non le hanno fatte fare ai loro clienti). Ricordate la vicenda della banca di S.M. Britannica, o quella della Société Générale, per non fare che due esempi piuttosto noti anche in Italia. Ora leggo su La Tribune che l'agence américaine d'évaluation financière Moody's avoue avoir commis des erreurs, notamment informatiques, dans l'évaluation de produits financiers complexes concernés par la crise du subprime. Ho detto sopra delle “attenzioni” di Tremonti per quelle italiane. Ma concernevano solo aspetti marginali, anche se importanti per molti italiani, del problema di fondo. Lo stesso dicasi per quelle del Presidente della FED. Infatti selon Ben Bernanke, les banques doivent activement travailler à lever des capitaux, afin de disposer d'un "épais matelas" de fonds propres adapté à cette période de crise financière. Quando parla Ben Bernanke è qualcosa di più della moral suasion di Tremonti. Ma le sue “istruzioni” tendono a “curare” gli effetti, non il problema.

Quinta ed ultima. Entriamo alla Farnesina. La sistemazione degli orfani - Capi segreteria dei vice ministri e dei sottosegretari, consiglieri diplomatici dei Ministri e simili - si rivela un puzzle ancor più complicato del solito per l’insolito loro numero e crea angosce e malumori fra chi aspirava e vede ora sfumare l’oggetto dell’aspirazione o aumentare gli aspiranti e quindi la concorrenza. Ma sono cose piccole. Quelle di maggior rilievo si stanno definendo con qualche precisione. Al posto di Economides, neo Capo di Gabinetto, alla Cooperazione il Ministro intende mandarci Elisabetta Belloni, forse sedotto dalle sue doti mediatiche, malgrado gli sforzi, messi in opera a 360 gradi, di Michele Valensise per guadagnarsi la nomina. Corre, poi, voce che l’Ambasciatore Terzi di Sant’Agata, già destinato a sostituire Spatafora alla Rappresentanza ONU, sarebbe “dirottato” a Washington. All’ONU andrebbe Ragaglini. Ciò confermerebbe il rientro dell’attuale Ambasciatore a Washington, Castellaneta. Ve ne avevo accennato tempo addietro assieme all’ipotesi di una sua nomina al DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), l’ex CESIS per capirci. Secondo la recente riforma dei servizi segreti, il DIS dovrebbe “coordinare” le attività dei due servizi, il Sie (Servizio di informazione per la sicurezza esterna) ex SISMI e il Sin (per la sicurezza interna) ex SISDE e “controllare” che “rispettino leggi e regolamenti”. Dovrebbe anche vigilare sul rispetto delle disposizioni del Premier in tema di segreto di Stato. Il DIS sarebbe quindi qualcosa di più del precedente CESIS, che in pratica non è mai stato molto di più di un’area di parcheggio, ammantata dal fascino del segreto. Che Sin e Sie siano ora, contrariamente a quanto accadeva con i precedenti organismi, disponibili a farsi coordinare e specialmente controllare è tutto da dimostrare. Comunque non mancherà occasione per Castellaneta di utilizzare e valorizzare la sua posizione in Finmeccanica, del cui consiglio di amministrazione fa parte, con le notevoli capacità dimostrate anche nel suo ultimo incarico. Del resto la sua dimestichezza con i Servizi rimonta ormai ad oltre un paio di decenni. Per gli altri chi di voi è della Casa e conosce i rispettivi curricula potrà trarre le considerazioni del caso. Con gli altri lettori mi scuso: la spiegazione sarebbe troppo lunga e complicata e, probabilmente, di scarso interesse.

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