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Alitaglia

Visto dall'America questo insistere sulla 'compagnia di bandiera' e' incomprensibile e stinge sul cretinismo. La bandiera viene issata e portata da un alfiere, da qualcuno che merita di sventolarla. Alitalia con le sue perdite abisssali, lo standard di un servizio a bordo famoso per l'arroganza e la sinecura del suo personale, con i piloti che volano un numero di ore mensile inferiore a quello di altre compagnie e con vantaggi personali economici superiori, quale lustro ha aggiunto in questi anni alla bandiera italiana ed all'immagine della Nazione che rappresenta? Qui negli Stati Uniti non ci sono compagnie di bandiera e il mercato vive sulla legge della fisiologia imprenditoriale che prevede la nascita di aziende e la morte di quelle malate e decotte. Alitalia avrebbe dovuto essere dichiarata fallita da decenni.
Quanto all'operazione scaturita dalla fertile inventiva del ministro per l'economia Tremonti, si cominciano a contare le prime cannonate a palle incatenate della stampa europea. L'articolo pubblicato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung e' indicativo di uno stato d'animo che si va diffondendo negli ambienti europei. Definire l'operazione Alitalia, fatta dal governo Berlusconi, uno 'scandalo' dovrebbe far rizzare le orecchie a tutti quelli che hanno intonato un indecente e servile coro di tripudio, spesso non sollecitato dai diretti interessati al potere. Ci sono buone ragioni per ritenere che l'Europa boccera' il caso Alitalia. Vi e' un precedente importante che non viene citato. Quando Prodi, allora presidente dell'IRI, fu costretto a stracciare la lettera d'intenti che aveva appena sottoscritto a Londra con il vicepresidente della Ford per la vendita dell'Alfa sull'onda di una protesta mediatica abilmente gestita da Cesare Romiti, la casa del Biscione ando' a finire nelle mani degli Agnelli. E i pesanti debiti vennero accollati allo stato. Quando l'Unione Europea comincio' a funzionare, la pratica FIAT-Alfa fu riesumata e la casa di Torino costretta ad assumersi tutte le pendenze debitorie della parabubblica Alfa Romeo. La cordata presieduta da Colaninno avra' un regalo costituito da una societa' priva di debiti, le cui azioni potranno essere rivendute tra cinque anni (iltempo passa presto) a chi di aerei si intende, ovvero a quella Air France contro la quale il cavaliere Berlusconi aveva gettato quintalate di pesanti accuse alla vigilia delle elezioni. Eppure Air France si sarebbe assunta tutti i debiti di Alitalia, aveva concordato un massimo di esuberi nella misura di 2150 dipendenti a fronte dei 5-7mila che l'attuale operazione Berlusconi prevede a carico di imprese private e della cassa integrazione speciale (finche' dura). Perche' quell'accordo non e' stato portato a termine? La risposta e' semplice: non si doveva dare a Prodi la soddisfazione di concludere il suo mandato con un successo economico di grande rilevanza sociale e mediatica. Ecco perche' vista dall'America tutta la faccenda Alitalia puzza di bizantinismo paesano, contro ogni regola di mercato ed all'insegna del piu' classico menefreghismo all'italiana secondo il quale le imprese pubblicizzano le perdite e privatizzano i profitti. Alla faccia di tutti, ovvero dei cittadini che continuano a tirare la carretta in mezzo a tante difficolta'. Vergogna.

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