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La piu' grave crisi economica del dopoguerra

Intervento del Presidente Romano Prodi
presso il dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese.


- Siamo quasi certamente di fronte alla più grave crisi economica del
dopoguerra. Spesso si paragona ciò che sta succedendo oggi con quello che accadde in altri momenti di crisi e in particolare con la crisi del 1929 che causò un impoverimento globale che durò diversi anni.
Ogni crisi in realtà ha caratteristiche proprie (così come le politiche per reagire ad essa) e questa non fa eccezione. Tuttavia, se non si analizzano profondamente le cause e le dimensioni specifiche di questa crisi, non si può trovare una soluzione.

- La crisi del 1929 partì dal crollo azionario di Wall Street del mese
di ottobre ma le cause reali scatenate da diversi fattori sia finanziari (un sistema bancario inefficiente, un eccessivo ricorso a prestiti "speculativi" e un corso delle azioni che non corrispondeva più ai valori reali e prospettici delle imprese) sia reali (eccesso di investimenti e di produzione in alcuni settori). Il crollo azionario fece diminuire il potere di acquisto della popolazione e spinse le banche a chiedere il rientro dei prestiti effettuati. Tutto questo acuì la crisi e la rese globale. La crisi durò molti anni anche perché le autorità nazionali ci misero molto tempo per capirne la portata, perché vi erano fortissime resistenze ad ogni forma d'intervento pubblico e perché non vi erano istituzioni internazionali in grado di gestire un fenomeno che forse per la prima volta era realmente globale.

- Ma fu proprio dall'intervento pubblico che economie cominciarono a
riprendersi. Le politiche che portarono le economie mondiali fuori dalla recessione furono improntate ad un forte intervento statale che si sostanziava in spesa in deficit (e crescita del debito pubblico), come accadde negli US sotto il presidente Roosevelt, ma anche nel sostegno all'industria pesante nazionale e militare come fece Hitler in Germania. Insomma in alcune delle politiche per uscire dalla crisi del '29 vi era sia lo strumento di uscita dalle crisi economiche sia il germe che porterà alla seconda guerra mondiale.

- In sostanza la crisi del 1929 nasce sui mercati ed è una crisi
prettamente "privata" nelle sue cause dove il pubblico ha un ruolo marginale ed il ruolo pubblico è importante non nell'entrata ma nell'uscita dalla crisi.

- Oggi la situazione è almeno in parte diversa. Tutti i governi sono
pienamente consapevoli di trovarsi in un momento di crisi anche se ancora oggi non sanno quanto la crisi dei mercati "costi" all'economia globale sia finanziaria sia reale legata ai mutui sub prime. E non sanno nemmeno se e quando entreranno in crisi altri "pezzi" del sistema finanziario, come ad esempio le Carte di credito e, più in generale, gli strumenti del credito al consumo.

- La caratteristica di questa crisi non è infatti l'esistenza di
differenti interpretazioni sulle sue cause, ma l'incertezza assoluto sulle sue dimensioni quantitative. Nessuno sa fin dove questa crisi si estende. Nessuno ne conosce gli aspetti quantitativi.

- I mercati finanziari globalizzati hanno fatto si che la propagazione
della crisi sia stata molto più veloce che nel 1929. Tuttavia la presenza di istituzioni internazionali (anche se meno forti di quanto sarebbe auspicabile) e di un maggiore coordinamento tra i diversi paesi rende meno automatica la messa in atto di quelle politiche nazionali di protezione che causarono l'aggravamento della crisi del 1929.

- Ulteriori riflessioni sul passato e sul presente.

- La crisi attuale ha paradossalmente una origine molto più
"pubblica", legata alle scelte di politica economica del Governo degli Stati Uniti e della Federal Reserve che ha mantenuto i tassi d'interesse artificialmente troppo bassi per lungo tempo, al fine di sostenere l'economia dopo lo scoppio della bolla legata ad Internet, e dopo gli eventi dell'11 settembre 2001. In alcuni periodi di tempo i tassi reali sono stati addirittura negativi. Ad essi si è aggiunta la diminuzione dei controlli sul funzionamento dei mercati finanziari.
Particolare importanza hanno avuto a questo proposito le nuove regole, tra cui segnaliamo quelle che hanno abbattuto il muro che opportunamente divideva le banche d'affari dalle banche di credito ordinario.

- I tassi di interesse troppo bassi hanno creato un eccesso di
liquidità che negli anni si è spostato la dove vi erano le possibilità di guadagno di breve periodo creando una serie continuativa di bolle speculative in vari settori (immobiliare, azionariato, materie prime, internet, ecc.).

- Tassi d'interesse già molto bassi, deregolamentazione ed innovazione
finanziaria rendono oggi particolarmente deboli gli strumenti di politica economica "classici" utilizzati nel passato.

- In particolare alla prova dei fatti l'innovazione finanziaria che
doveva servire a diminuire il rischio degli investimenti e quindi favorire la crescita ha causato la più grande crisi di fiducia degli ultimi decenni e ha fortemente aumentato la rischiosità dell'intera economia mondiale.

- L'innovazione finanziaria ha infatti distribuito grande parte del
rischio sulle masse degli investitori ignari.


Come intervenire?

- C'è bisogno d'interventi sia a livello del singolo paese sia a
livello internazionale. C'è bisogno di politiche ma anche di più profonde riforme istituzionali. C'è in sostanza bisogno di interventi che modifichino le strutture e interventi che modifichino i comportamenti. C'è bisogno di interventi di breve periodo per evitare che la crisi peggiori e si diffonda sempre più il panico ma c'è soprattutto bisogno di visione di lungo periodo.

- Bisogna resistere alle tentazioni di chiusura e protezionismo.
Quest'aspetto sarà di grandissima importanza nei prossimi mesi, perché sempre di più i politici dei diversi paesi saranno spinti ad attribuire all'apertura dei mercati internazionali tutte le cause della crisi economica e finanziaria. A questa tendenza generale si aggiunge il fatto che Obama si era presentato di fronte agli elettori con una piattaforma sostanzialmente protezionista. È vero che, in questo campo anche i Presidenti precedenti si erano impegnati a proteggere l'industria nazionale, ma avevano poi operato in modo diverso, ma è anche vero che la crisi ha cambiato e sta cambiando l'opinione pubblica in modo profondo e generale.

- La Globalizzazione è per me un valore, ma bisogna saperne contenere
gli eccessi e proteggere chi si trova nelle posizioni più deboli, altrimenti sarà politicamente insostenibile.


Le istituzioni internazionali

- un mondo globalizzato ha bisogno di istituzioni internazionali forti
sia per gli aspetti più legati alla politica sia per gli aspetti legati all'economia. In passato si è spinto più sull'economia e meno sulla politica ma questo squilibrio ha mostrato limiti evidenti.
Mercati globali hanno bisogno di regole globali. Ovviamente i singoli paesi possono adottare provvedimenti specifici ma ci vuole una base comune.

- In primo luogo è necessario regolare fortemente l'utilizzo di
derivati. Essi non solo hanno prodotto l'alterazione dei mercati che ci ha portato alla crisi, ma hanno anche esaltato le dimensioni della speculazione sul petrolio e sulle materie prime. Non è possibile che i derivati sulle materie prime siano stati in alcuni giorni di cento volte superiori rispetto al valore reale del bene trattato. È chiaro che questo discorso non riguarda la Cina ma è anche chiaro che la Cina deve avere un ruolo attivo nella gestione dell'economia mondiale e deve quindi avere la consapevolezza di agire in un contesto fortemente deteriorato da questi comportamenti.

- È ovvio che ogni economia ha bisogno di ricette specifiche (ad
esempio è diverso il caso italiano dove è lo stato ad essere indebitato e quello spagnolo dove sono le famiglie) ma ci debbono essere alcuni progetti comuni.

- Ma quali politiche comuni di lungo periodo?

- In primo luogo l'energia e l'ambiente avranno una crescente
importanza nel processo di riconversione e di ripresa dell'economia.
Se si deve intervenire sostenendo l'offerta è necessario indirizzare la produzione verso prodotti maggiormente eco compatibili. C'è forse bisogno di simboli (auto elettrica, cellule fotovoltaiche, Biodiesel da colture che sfruttano terreni marginali) sapendo anche che questa riconversione può anche essere un'importante occasione di business.

- Questo settore è comunque capace di mobilitare una quantità di
risorse enorme e diffusa non solo in tutti i continenti ma in tutte le aree, anche le più sperdute del mondo.

- In secondo luogo grandi progetti di ricerca e sviluppo soprattutto
nei settori legati alla salute ed alla scienza della vita. Anche questi possono e debbono coinvolgere nel lungo periodo le energie diffuse non solo di alcuni grandi paesi, ma di tutto il mondo.

- Come abbiamo già specificato in precedenza, i modi e gli aspetti
particolari delle politiche debbono essere decise dai diversi paesi, ma vi sono alcune grandi direzioni che debbono guidare l'azione di tutti noi.

- Non voglio tuttavia entrare negli aspetti particolare della politica
di lungo periodo anche se questo è l'aspetto che più personalmente mi interessa, essendo io di professione Professore di Economia Industriale. Spero che troveremo in futuro qualche altra occasione per parlare di come agire nel lungo termine sull'economia reale per fare riprendere al mondo la via dello sviluppo.

- Ora vorrei fare alcune riflessioni sul ruolo che la Cina può
svolgere in questa situazione così particolare.

- Voglio partire con l'affermazione che questa è forse la più grande
occasione per l'Asia e la Cina in particolare per svolgere un ruolo centrale e positivo nell'economia globale. La Cina è ad oggi il più forte elemento di stabilità e crescita nell'economia mondiale anche perché è l'unico paese, insieme ai produttori di petrolio, che ha una importante liquidità disponibile per investimenti. Ma, a differenza di questi paesi, ha anche un grandissimo mercato interno.

- Ma ancora di più perché la Cina ha la possibilità di operare da sola
o in cooperazione con le istituzioni internazionali, nella maggior parte dei paesi del mondo, sia nei paesi industrializzati che in quelli più poveri come i paesi del continente africano.

- Nell'intera storia economica mondiale la Cina di oggi è infatti
l'unico caso di un paese che esporta contemporaneamente capitali, tecnologie e mano d'opera. Questa è una realtà senza precedenti, che attribuisce al Vostro paese grande potere ma anche grande responsabilità. In questo senso la responsabilità cinese è davvero unica e deve essere esercitata con un crescente livello di coinvolgimento in tutta la politica mondiale. Anche se l'autonomia della politica interna è un sacro principio della convivenza fra i popoli, i contatti sono ormai tali che diventa praticamente inevitabile una reciproca "interferenza" fra i diversi paesi. Ed è questa influenza che deve essere esercitata in modo consapevole.

- È quindi necessario un ruolo attivo della Cina anche sui grandi temi
che saranno fondamentali per il futuro del mondo. Bisogna definire un percorso che accompagni il protocollo di Kyoto , tenendo presente che esso prevede linee di azione ancora imperfette.

- Nel dibattito sull'economia nelle ultime settimane, si parla sempre
di più di "ritorno alla produzione" intendendo con questo un ritorno di importanza sia della produzione agricola che di quella industriale.

- Il "ritorno alla produzione" non sarà privo di conseguenze politiche
anche nei paesi occidentali, in primo luogo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e negli altri paesi ad elevato livello di sviluppo.

- Parlo di "ritorno alla produzione" non solo per la diffidenza sempre
più diffusa nei confronti della finanza. Ma anche perché il crollo della domanda sta spingendo i governi non solo in aiuto del sistema bancario e finanziario, ma anche del sistema produttivo.

- Il dibattito non è ancora concluso ma l'aumento della
disoccupazione, soprattutto in aree politicamente sensibili, sta spingendo i governi a spostare risorse verso il sistema industriale. È lecito pensare che queste forze si faranno sentire anche in una fase più avanzata della crisi o dopo la crisi e si faranno sentire sia negli Stati Uniti che in Europa.

- In Europa questo sforzo di "ritorno all'industria" sarà diverso da
paese a paese, perché estremamente diverso è già oggi il ruolo dell'industria nei differenti paesi europei.

- Negli ultimi due decenni abbiamo infatti assistito ad una
concentrazione dell'industria soprattutto in una parte dell'Europa che trova il suo centro nella Germania e nell'Italia del Nord, mentre la parte che si è dedicata con assoluta prevalenza ai servizi vede il suo centro in Gran Bretagna ed Irlanda.

- Naturalmente sarà un'industria diversa molto attenta ai problemi
dell'energia e dell'inquinamento (quindi diversa anche nelle
automobili) e alla domanda in continuo aumento nei settori della salute e delle scienze della vita.

- Questa "grande correzione" dovrà essere accompagnata da un
sostanziale riequilibrio tra risparmi e consumi. La grande crisi dimostra che lo squilibrio esistente oggi soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in molti paesi europei, non può prolungarsi nel futuro perché è fonte di enormi squilibri.

- Questo adattamento sarà perciò lungo e penoso e porterà conseguenza
non solo di breve ma anche di lungo periodo riguardo alle importazioni di Stati Uniti ed Europa e quindi avrà notevole impatto anche sull'economia cinese.

- La crisi finanziaria in corso sta mettendo infatti in discussione la
sostenibilità di squilibri fra le grandi aree economiche come quelli che si sono creati in questi anni.

- Le tentazioni protezionistiche non potranno che crescere con il
ritorno di un ruolo centrale della produzione. Parlo di "tentazioni"
perché una notevole parte dell'opinione pubblica di questi paesi è tuttora convinta che l'apertura dei mercati e il libero commercio internazionale portino alla fine più vantaggi che danni.

- È tuttavia molto probabile che su temi specifici, sui temi
soprattutto legati all'ambiente e alla protezione sociale "social
dumping") si venga a creare una situazione politica diversa.

- Per essere più espliciti mentre non vedo probabile (anche se ancora
possibile) un'adozione diffusa e generale di dazi doganali, vedo più probabile l'adozione di difese commerciali che traggono spunto dall'esistenza di costi addizionali dovuti alla difesa dell'ambiente e ad alcuni aspetti delle politiche del lavoro.

- È quindi utile (e forse necessaria) un'iniziativa da parte cinese su
questi temi. Non tanto un impegno su obiettivi irraggiungibili, quanto un programma che in qualche modo accompagni il protocollo di Kyoto o le altre iniziative che verranno prese su questi temi.

- Questa è solo un esempio di come, soprattutto dopo la crisi
finanziaria, i temi di carattere ambientale e sociale avranno crescente influenza in ambito economico.

- Vorrei ora terminare queste mie brevi riflessioni con alcune
osservazioni specifiche nei rapporti fra la crisi economica e finanziaria in atto e il particolare ruolo che la Cina svolge o può svolgere. Prima di tutto occorre fare tesoro di un insegnamento riguardo al passato. Io credo profondamente nell'economia di mercato ma credo che il mercato funziona bene solo quando è oggetto di regole e di controlli severi e precisi.

- Se attualmente siamo caduti in una crisi di cui ancora non
conosciamo gli aspetti quantitativi né la durata, è proprio perché negli ultimi dieci anni (soprattutto a partire dagli Stati Uniti) sono state allentate le regole e i controlli. Si potrà obiettare che in molti paesi le autorità di controllo si sono moltiplicate (controllo sulle banche, sulle assicurazioni, sulle borse, sui mercati finanziari, ecc.). ma proprio queste moltiplicazioni hanno reso i controlli meno efficaci, isolando e dividendo i vari mercati.

- Questi controlli, inoltre, hanno soprattutto mantenuto un carattere
nazionale, mentre i mercati finanziari sono diventati mondiali. È quindi interesse di tutti operare per regole e sorveglianze più severe a livello internazionale. Non sarà una battaglia facile ma utile a tutta l'umanità.

- Io conservo personalmente l'esperienza della difficoltà di questa
battaglia: quando ero Presidente della Commissione Europea e abbiamo prospettato direttive severe in materia, queste sono state impedite dall'opposizione di alcuni governi nazionali e dalle lobby di gruppi finanziari e bancari. Una comune azione efficace non solo dovrà aumentare il potere delle autorità di regolamentazione a livello internazionale ma dovrà nello stesso tempo:

- a) impostare un'azione comune di controllo e regolamentazione dei
mercati, ora sottratti ad ogni controllo.

- b) Impedire comportamenti speculativi alle banche di deposito ordinario.

- c) Limitare, con un'organica serie di strumenti di trasparenza e
fiscali, l'esplosione dei così detti "derivati".

- d) Stabilire regole per il mercato delle ipoteche.

- e) Imporre rigorosi criteri di comportamento alle agenzie di "rating"

- Queste azioni si debbono aggiungere alle decisioni che la maggior
parte dei governi ha preso per immettere risorse pubbliche nel sistema economico e vincere quindi la paura che ha colpito l'economia mondiale nelle scorse settimane.

- Insisto sul fatto che le misure prese vanno nella giusta direzione,
ma non sono certo sicuro che queste misure siano sufficienti perché non abbiamo ancora un quadro quantitativo preciso e credibile della dimensione della crisi.

- Se sarà vinta la paura occorrerà molto tempo e molto spirito di
collaborazione per guarire un sistema economico internazionale fondato sul debito cresciuto a dismisura e caratterizzato da un crollo del risparmio sia pubblico che privato.

- In questo quadro il ruolo dell'Asia e della Cina appaiono
determinanti e non solo perché l'Asia è uno dei pilastri della produzione manifatturiera di cui abbiamo parlato in precedenza.

- L'aspetto più importante è infatti quello che l'Asia è ora il
principale sottoscrittore del debito pubblico degli Stati Uniti.

- Oltre il 40% dei 2600 Miliardi di debito degli Stati Uniti è stato
infatti sottoscritto dai paesi asiatici. E di questo una cifra di circa 573 M$ da parte del Giappone e 585 M$ da parte della Cina.

- E questo senza contare gli investimenti in altre società americane
(es. Freddie Mac e Fannie Mae). È importante sottolineare come gli acquisti cinesi siano proseguiti anche nell'ultimo mese. Io interpreto questo atteggiamento consapevole e responsabile come un corretto modo del governo cinese per inserirsi tra i grandi decisori della governance mondiale.

- Il mondo (occidentale e non solo occidentale) non può fare a meno,
nell'attuale crisi economica della domanda cinese, degli investimenti cinesi e delle risorse finanziarie cinesi.

- Capacità produttiva industriale e alto tasso di risparmio fanno
della Cina uno dei pilastri fondamentali per uscire dalla crisi con un nuovo e duraturo equilibrio. Grande potere e grande responsabilità si sommano quindi nel futuro delle Vostre decisioni politiche.

- Alla luce di questi dati e della necessità di perseguire un nuovo
equilibrio mondiale, vanno valutate le recenti decisioni prese dal Governo Cinese di rilanciare l'economia interna alla vigilia del Vertice dei G20.

- Di fronte alla diminuzione del tasso di sviluppo dell'economia (9%
di crescita del PIL di fronte al 10,4% del trimestre precedente) è stato deciso un piano di rilancio di 580 Miliardi di dollari nei settori dell'edilizia residenziale, dei lavori pubblici, dell'energia, dei trasporti, della sanità, dell'istruzione e di rilancio delle attività produttive sia tramite incentivi alla ricerca e all'investimento che attraverso incentivi fiscali.

- A questo si aggiungono gli aumenti ai sussidi agricoli, ai salari e
alle pensioni.

- Dato il basso debito pubblico e i 2000 miliardi di riserve valutarie
questo piano di rafforzamento della domanda interna cinese appare realistico e sostenibile e sarà di grande utilità all'economia mondiale e all'economia cinese. Esso potrà infatti mantenere un elevato tasso di sviluppo all'industria manifatturiera che ha visto calare le proprie prospettive di esportazione per effetto della crisi dei mercati mondiali.

- Una crisi che probabilmente avrà anche sulla Cina un'influenza
maggiore rispetto a quanto fino ad ora ipotizzato.

- Questo piano ha dimensioni davvero cospicue, è accompagnato da
politiche monetarie espansive e avrà conseguenze positive nel breve e nel lungo periodo. Naturalmente come tutte le decisioni che segnano cambiamenti radicali, il suo effetto sarà tanto più efficace quanto più rapida sarà la sua realizzazione.

- In ogni caso l'economia cinese sta cambiando gli equilibri mondiali
con la stessa forza con cui gli Stati Uniti ci hanno cambiato nel secolo scorso.

- Per questo motivo il mondo ha bisogno di una Cina stabile e cooperativa.

- Un'ultima riflessione.

- Noi ci incontriamo qui nel momento in cui la crisi ancora è in
espansione e, ancora, i suoi confini non sono ancora ben chiari.

- Di fronte a questi sconvolgimenti non possiamo non farci la domanda
che i politici e gli economisti si facevano durante la grande crisi del 1929.

- E la mia risposta, non si discosta da quella che diede Keynes in una
conferenza tenuta a Madrid nel 1930 e che cioè, nonostante il pessimismo dei conservatori (che pensano che la crisi sia il preludio della fine) e il pessimismo dei rivoluzionari (che pensano che tutto debba finire perché il mondo è profondamente ingiusto) la nostra società abbia grandi risorse (scientifiche, tecnologiche e morali) per riprendersi e ricominciare a camminare in avanti.

- Ritengo cioè che il mondo abbia ancora tante energie sane, per cui
questa crisi (come diceva allora Keynes) non è una malattia di vecchiaia dell'umanità, ma solo un disturbo di crescita.




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Sterlina e Corona danese nel guado e nel guano

Ricordate le accuse dei leghisti e di esponenti del centro destra contro Prodi accusato di avere disastrato l'Italia con l'ingresso nell'Euro?
Piu volte Prodi cerco' di far presente agli italiani scontenti che se non ci fosse stato l'Euro la Lira sarebbe andata a gambe all'aria con innescamento di una inflazione a due cifre. Ma non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire. Anche perche' nel frattempo il successivo governo Berlusconi si era ben guardato dal mettere in atto quelle misure di controllo e salvaguardia che gli altri membri della Unione Europea avevano attuato per evitare che i soliti furbi raddopiassero i prezzi. Un pranzo in trattoria: 30mila lire (prima dell'Euro); poi 30 Euro, ovvero quasi 60mila lire. Gli euroscettici citavano a titolo d'esempio la Gran Bretagna solidamente ancorata alla sua sterlina e la Danimarca che aveva votato 'no' in un referendum per l'ingresso nell'euro zona.
Bene: siccome il tempo e' galantuomo, adesso la Gran Bretagna, attanagliata nella morsa di una crisi che si e' manifestata in forma virulenta in quel paese, ha avviato trattative con la presidenza della Unione Europea per l'ingresso nell'Euro. Molti si lamentano dicendo che la crisi attuale non sarebbe stata cosi' grave in Inghilterra se vi fosse stata la moneta europea e non la sterlina. Quanto ai Danesi, sono in corso colloqui con la UE per indire a breve termine un nuovo referendum che tolga anche questa nazione dall'impiccio in cui e' stata messa da chi ha voluto cavalcare il nazionalismo protezionista.
Il Professor Prodi si e' lasciate alle spalle le polemiche del pollaio politico italiano e sta lavorando per dare un serio contenuto al suo incarico di rappresentante delle Nazioni Unite per l'Africa.

Morire per un saldo di magazzino

Il Venerdi' nero, Black Friday, il giorno successivo al Thanksgiving Day, e' costato la vita ad un poveraccio che lavorava alla porta del Wall Mart di Long Island. Prima dell'apertura del supermercato alle cinque del mattino un folla eccitata di persone che avevano passato la notte all'addiaccio pur di potersi riservare una buona posizione per scattare all'apertura dei cancelli, ha travolto Jdimytai Damour del Queens. Fosse successo in qualche paese in via di sviluppo non avrebbe fatto notizia.
Ma e' successo nella civile America per colpa di una folla ossessionata dal mito dell'acquisto superscontato.
Si ha notizia di altri incidenti gravi, uno dei quali ha coinvolto anche una donna in stato avanzato di gravidanza. Ma che ci andava a fare in quelle condizioni? Mistero della psicosi alimentata dai massmedia.

Si mette male tra India e Pakistan

President-elect Barack Obama said he was closely monitoring the situation. "These terrorists who targeted innocent civilians will not defeat India's great democracy, nor shake the will of a global coalition to defeat them," he said in a statement.
India's foreign minister said the blame appeared to point to Pakistan. "According to preliminary information, some elements in Pakistan are responsible for Mumbai terror attacks," Pranab Mukherjee told reporters.
Jaiprakash Jaiswal, India's home minister, said a captured gunmen had been identified as a Pakistani.
Patil, the Maharashtra state official, said: "It is very clear that the terrorists are from Pakistan. We have enough evidence that they are from Pakistan."
Earlier Friday, Pakistani Defense Minister Ahmed Mukhtar denied involvement by his country. "I will say in very categoric terms that Pakistan is not involved in these gory incidents."

Ma dove vogliono arrivare questi russi?

Secondo la Reuters la Russia completerà entro il 2009 il primo impianto nucleare dell’Iran.

Il presidente russo Dmitry Medvedev a Caracas ha firmato un accordo con il collega venezuelano Chavez, odiato dagli americani, per l’assistenza al piano nucleare e la costituzione di un blocco commerciale latino.

Questa situazione mette in serio imbarazzo il governo italiano guidato da Silvio Berlusconi che non hai mai nascosto la sua personale amicizia con Putin cementata da ripetuti soggiorni della sua famiglia nelle ville in Sardegna del premier italiano.

La domanda che circola anonima nei circoli diplomatici di Washington anche e soprattutto dopo le recenti gaffes di Berlusconi (Obama "abbronzato") e Gasparri (Al Qaeda lieta per l'elezione di Obama) e' se l'Italia sia ormai sbilanciata a favore della Russia che puo' chiudere quando le pare il rubinetto delle forniture gas all'ENI.

Il fast food genera l'Alzheimer?

LONDON (Reuters) - Mice fed junk food for nine months showed signs of developing the abnormal brain tangles strongly associated with Alzheimer's disease, a Swedish researcher said on Friday.
The findings, which come from a series of published papers by a researcher at Sweden's Karolinska Institutet, show how a diet rich in fat, sugar and cholesterol could increase the risk of the most common type of dementia.
"On examining the brains of these mice, we found a chemical change not unlike that found in the Alzheimer brain," Susanne Akterin, a researcher at the Karolinska Institutet's Alzheimer's Disease Research Center, who led the study, said in a statement.
"We now suspect that a high intake of fat and cholesterol in combination with genetic factors ... can adversely affect several brain substances, which can be a contributory factor in the development of Alzheimer's."
Alzheimer's disease is incurable and is the most common form of dementia among older people. It affects the regions of the brain involving thought, memory and language.
While the most advanced drugs have focused on removing clumps of beta amyloid protein that forms plaques in the brain, researchers are also now looking at therapies to address the toxic tangles caused by an abnormal build-up of the protein tau.
In her research, Akterin focused on a gene variant called apoE4, found in 15 to 20 percent of people and which is a known risk factor for Alzheimer's. The gene is involved in the transport of cholesterol.
She studied mice genetically engineered to mimic the effect of the variant gene in humans, and which were fed a diet rich in fat, sugar and cholesterol for nine months -- meals representing the nutritional content of fast food.
These mice showed chemical changes in their brains, indicating an abnormal build-up of the protein tau as well as signs that cholesterol in food reduced levels of another protein called Arc involved in memory storage, Akterin said.
"All in all, the results give some indication of how Alzheimer's can be prevented, but more research in this field needs to be done before proper advice can be passed on to the general public," she said.
(Reporting by Michael Kahn; Editing by Catherine Bosley)

Il Thanksgiving Day celebrato da italiani e americani in una casa di Washington DC














Hard world, soft power

(da Roberto Razeto, Milano riceviamo e volentieri pubblichiamo)




La sfida di Obama alla caccia del soft power. Si parla dell’attuale transizione alla Presidenza degli Stati Uniti d’America come una delle più imponenti e cruciali di sempre. I media gestiscono le trattative e le negoziazioni per la definizione della squadra di governo come un processo di interesse centrale per l’assetto politico internazionale. I cittadini, americani e non, discutono con fermento le prospettive di cambiamento e le politiche in atto. Nel complesso gli Stati Uniti hanno mutato, o riscattato, un’immagine fortemente “neo-con” – quella dell’amministrazione Bush, di Paese autoritario e autorità del mondo globalizzato, di promotore di un moderno “Marshall plan” che ha portato sempre e comunque all’attuazione globale di azioni invasive espressioni di una politica di interesse strettamente nazionale – in una che esprimesse un modello per la democrazia mondiale, un punto di riferimento per il dialogo interculturale, un esempio di sistema di idee politiche e sociali democratiche che permettesse una rinata coscienza e sensibilità civile. Dal processo “molto nazionale e interno” delle primarie, alla corsa per la Casa Bianca, l’immagine di Obama, il suo nome e le sue parole, hanno ripulito e compiuto un lifting al viso di “Uncle Sam” come mai era successo in precedenza. E’ stato il ritorno in auge di un processo di quello che in molti definiscono “soft power”. “Soft power is a term used in international relations theory to describe the ability of a political body, such as a state, to indirectly influence the behavior or interests of other political bodies through cultural or ideological means”, despite of “more direct coercive measures called hard power such as military action or economic incentives”. Soft power è il termine da utilizzare in riferimento all’efficace comunicazione, attraverso i media globali, degli Stati Uniti come esempio di democrazia e come modello di progresso della società civile. Era da ormai quasi dieci anni che non si parlava più in maniera strutturata e reale dell’America come modello positivo. Ed ecco che lo sforzo e la lotta di decenni per la democratizzazione delle idee, specialmente quelle riguardanti la razza, hanno avuto la propria esemplificazione nell’elezione del candidato di colore alla posizione di poter più influente del mondo. E’ stata, inoltre, la vittoria dei discorsi sulla speranza, sulla possibilità che risiede e giace in ognuno di noi, sulla voglia di cambiamento in meglio, anche attraverso una maggiore responsabilizzazione di ogni singolo cittadino. Ciò porta al compimento e alla conclusione, o perlomeno a una fase crepuscolare, delle idee di liberismo e di comunismo economico tout court, della real politik unita al cinismo di chi vuole che il processo, anche se disdicevole a livello etico, sia inevitabile, di due facce contrapposte di un Giano ormai invecchiato e stanco. La circolazione dei termini della speranza sono una grande sfida che, come afferma Slavoj Zizek, “hanno già dato un valore positivo alla vittoria di Obama”. La solidità delle aggressive strutture liberiste all’interno del brain frame mondiale rimane un dato all’oggi inossidabile. La questione rimane, dunque, aperta: Si potrà agire un cambiamento? Si potrà far entrare il termine sostenibilità, a pieno diritto, nel vocabolario della politica internazionale? Il soft power potrà essere lo strumento della progresso e del cambiamento?

Roberto Razeto

Breaking News

L'attacco portato a molteplici obbiettivi in Mumbai (India) sta dimostrando che i fondamentalisti islamici sono bene organizzati a livello mondiale. La previsione, fatta da molti, che si stanno preparando le condizioni per una nuova guerra mondiale questa volta sostenuta da uno scontro tra culture non e' poi cosi' lontana dal vero.

Un libro da non perdere

Massimo Teodori

STORIA DEI LAICI
nell’Italia clericale e comunista

Marsilio
pp.362 - €19,50
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HANNOSCRITTO
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Un saggio di grande valoreculturale
Francesco Cossiga

I laici di Teodori sono gli italiani che ebbero il coraggio di essere contemporaneamente antifascisti e anticomunisti in un’epoca in cui l’anticomunismo era necessariamente fascista.
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Sergio Romano - Corriere della Sera

Nessuno aveva raccontato la storia dei laici: uno sguardo oggettivo appoggiato a una cospicua documentazione storiografica … il rifiuto del totalitarismo di qualsiasi colore: la parte più coinvolgente del saggio carico di una forza evocativa.
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Alberto Papuzzi - La Stampa

Teodori ha fatto un opera meritevole di rivalutazione del contributo dei laici che mancava.
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Piero Craveri – Sole24ore

Un saggio sulla “terza forza", che nel nostro paese è sempre stata schiacciata fra comunismo e clericalismo.
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Mario Cervi - Il Giornale

Pazzi malinconici alla ricerca di una terza forza.
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Luigi Tivelli – Il Messaggero

Chiaromonte e gli altri di "Tempo Presente" raccontati da Teodori in un bel libro.
_____________________________________
Giuliano Ferrara - Il Foglio

E’ un saggio appassionato.
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Panorama

Teodori riempie meritoriamente un vuoto storiografico e ci offre un repertorio documentato della terza forza nell’ultimo mezzo secolo.
_____________________________________
Filippo La Porta – Corriere della Sera

E’ un volume corposo, ben scritto (chiaro e scorrevole) e allo stesso tempo documentato, piacevole da leggere e interessante, soprattutto per il momento storico in cui esce.
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Francesco Borgonovo – Libero

Teodori ricostruisce la cultura politica delle terze forze e del laicismo… i progetti di modernizzazione di un’Italia troppo clericale e comunista.
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Il Venerdì di Repubblica

Il libro può essere una utile lezione per quanti ancora intendono salvare quello che è possibile di una tradizione a rischio di estinzione.
_____________________________________
Riccardo Bruno – La Voce Repubblicana

Non dubitiamo della verità di Teodori che la minoranza laica sia la coscienza europea del nostro paese dal Risorgimento all’antifascismo all’anticomunismo democratico.
_____________________________________
Federico Orlando – Europa

La storia di un variegato universo politico e culturale che ha reso il nostro Paese più civile, più moderno, più europeo.
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Avanti

Il cuore appassionatamente partecipe a quella “Terza forza” minoritaria costituita dalle correnti che – pur con diverse ispirazioni: liberale, democratica,socialista – hanno il loro elemento essenziale nel laicismo e nell’antitotalitarismo.
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Giulio Galletto – L’Arena

Il “sale” dei laici nella storia d’Italia.
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Litta Modignani – L’Opinione

Se la destra riscoprisse la vera laicità. Un saggio che colma un vuoto storiografico inspiegabile.
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Anna

Laici-credenti, duello sulla tolleranza.
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Luca Orsenigo – Il Gazzettino

Il pensiero senza Chiese. Dubbio e libertà, il ritorno dei laici.
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Corrado Ocone - Il Mattino

Partito laico, il grande assente.
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Federico Fornaro – Problemi del socialismo

Il grande merito della storia laica italiana
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Lab – il socialista

Quell’Italia liberaldemocratica
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L ’Eco di Bergamo

Il libro di Teodori è importante e merita di essere letto con grande attenzione
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Nuova Agenzia Radicale

Si va da Salvemini a Panunzio, da Ernesto Rossi a Luigi Einaudi e Ugo La Malfa. Pazzi malinconici, mai velleitari. Lucidi sognatori capaci di offrire un’alternativa e un argine laico ed occidentale al clericalismo imperante.
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Luca Bagatin – Terza Repubblica

La storia dei laici d’Italia da Piero Calamendrei a Mario Pannunzio
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Giulia Guazzaloca – Il Messaggero.it

Dicono di lei e di lui


(da Holytaco.com)








Age: 28

Where you've seen her: Elisabetta Gregoraci (also known as Elizabeth Gregoraci) is an Italian model who's been in three movies that you have never seen or heard of.

Disgustingly sad fact: She's engaged to some race car owner who's 31 years older than her. I would say he's a very lucky man, but the thought of them bumping uglies makes my testicles dissolve.

Pointless quote: “Never give up... find the strength to fight and get things done.”

Un tacchino pieno di fiele

La crisi morde il portafoglio degli americani. L'Automobile Association of America prevede che in questo lungo fine settimana del Thanksgiving Day, la festa piu' importante degli Stati Uniti perche' non collegata al alcuna ricorrenza religiosa, i 41 milioni di auto che circoleranno per percorsi di almeno 50 miglia saranno meno di quasi un milione rispetto all'anno scorso.
Le compagnie aeree hanno ridotto il prezzo dei biglietti, ma hanno imposto balzelli su tutto: dalla coperta al cuscino per i lunghi voli da costa a costa, dalla prima valigia, al costo di un vassoio con cibo-snack orripilante pagato dieci dollari a bordo.
Tra un paio di mesi le linee aeree faranno i conti e vedranno se la riduzione dei biglietti ha portato qualche vantaggio, nonostante il calo del prezzo del petrolio al disotto dei 50 dollari.Non dimentichiamo che nei mesi scorsi queste aziende si erano strappate i capelli per l'aumento del costo del carburante. Al momento tutti gli analisti del settore sono concordi nel dire che quest'anno non ci sono le lunghe file alle biglietterie degli aeroporti, nonostante gli accurati controlli di sicurezza. E si tratta di un elemento che indica la diminuzione del numero dei passeggeri. Sono piene le classi di business. Ma quei biglietti sono pagati dalle aziende che ancora se lo possono permettere.
E quanto ai megadirigenti delle corporation, ha fatto scandalo che i tre CEOs di Ford, GM e Chrysler siano andati a Washington per essere grigliati nelle audizioni senatoriali volando ognuno su un jet personale.
L'intervista concessa dal presidente eletto Obama a Barbara Walters di ABC e' stata un chiaro avvertimento per chi ha la responsabilita' di licenziare migliaia di persone, guadagna decine di milioni di dollari all'anno e si permette di avere dei bonus e fringe benefits che portano il guadagno personale a cifre astronomiche. Non si capisce, ha detto in sostanza Barack Obama, per quale ragione i capi delle tre big di Detroit debbano prendere molto di piu' dei loro colleghi di Toyota, Nissan, Honda che almeno fanno guadagnare le loro aziende.

Mentre i top executives di quelle americane le hanno ridotte sul lastrico con la loro miopia manageriale (aggiungiamo noi).



CHICAGO (AP) - Despite plummeting gas prices and unusual last-minute holiday deals on airplane tickets, more people are expected to stick close to home this Thanksgiving.
In fact, the Automobile Association of America says the 41 million Americans expected to take trips at least 50 miles for Thanksgiving is about 600,000 less than traveled last Thanksgiving.
The reason, as a surly economist might say? It's the economy, stupid.
"The economy is in such bad shape. ... They're still really hesitant to take that trip," said Beth Mosher, spokeswoman for AAA Chicago.
In comparison, over the July 4 weekend when gas prices were far higher than the same weekend the previous year, the number of travelers dropped just 2.3 percent, she said. At that time, the economic news wasn't as dire as it is now.
For airlines, the lowered fares at a time when they usually can mark them up can't combat the extra fees the struggling industry has tacked on to everything from checked baggage to pillows to in-flight food.
"For a family of four, it's a $100-$150 difference," Mosher said of the baggage fee, which some airlines charge even for the first bag, with an additional charge for the second.
Mosher said that even with the dropping fare prices, the 4.54 million people expected to fly during the long holiday weekend is 7.2 percent less than the 4.89 million who did the same last year.
Graeme Wallace, chief technical officer for farecompare.com, a consumer airline ticket research Web site, said it may take until after the first of the year before airlines know if the recent fare reductions will put many more people on planes. He said in his recent experience, business flights have been crowded but leisure flights are often half empty.
"With the economy tanking, they're thinking, 'Do I want to spend $400 for a 1,200 mile trip?'" Wallace said.

America al collasso (secondo i russi)

A conferma che i rapporti tra Russia e America sono ai minimi termini ci si e' messo di mezzo un analista politico russo che, secondo Drudge Report, sostiene che gli Stati Uniti sono ormai alla frutta ed il collasso della superpotenza sarebbe gia' cominciato. Il professor Igor Panarin ha detto in una intervista concessa alle IZVESTIA: "Il dollaro non e' assicurato da alcunche'. Il debito estero e' cresciuto a valanga, anche se negli anni '80 non c'era alcun debito. Quando nel 1998 ho fatto la mia prima previsione il debito era di 2 trilioni. Oggi supera gli 11 trilioni di dollari. Una piramide che puo' solo collassare."
Richesto dal giornale quando il collasso dell'America avverra', Panarin ha detto: "E' inziato a causa della crisi finanziaria. Tre delle piu' importanti banche di Wall Street hanno gia' cessato di esistere e due stanno sopravvivendo alla meno peggio. Le loro perdite sono le piu' grandi della storia. Ora quello che vedremo e' un cambio nel sistema di regolamentazione finanziaria a livello globale. L'America non sara' piu' il regolatore finanziario mondiale. Due nazioni assumeranno questo ruolo: la Cina, con le sue vaste riserve e la Russia, che potra' assumere il ruolo di punto di riferimento economico-finanziario per l'Eurasia." Il professor Panarin e' convinto che gli Stati Uniti esploderanno in sei pezzi perche' milioni di cittadini hanno perduto e perderanno i loro risparmi, i prezzi e la disoccupazione stanno crescendo, General Motors e Ford sono alla bancarotta e questo significa che intere citta' rimarranno senza lavoro. I governatori stanno chiedendo aiuti al governo federale e Obama non potra' fare miracoli. Panarin sostiene quindi che gli Stati uniti non saranno piu' 'uniti' e si divideranno in sei parti: La costa del Pacifico, con un aumento della componente cinese; il Sud con gli Ispanici; il Texas, dove i movimenti indipendentisti stanno crescendo; la costa Atlantica, con la sua mentalita' distinta e separata dal resto della nazione; cinque tra i piu' poveri stati centrali con le loro popolazioni di Native American (Pellerossa); e gli stati del nord, dove l'influenza del Canada e' forte. Quanto all'Alaska la Russia potrebbe riprendersela perche' era stata data in affitto, dopotutto. Panarin, 60 anni, e' professore alla Diplomatic Academy of the Russian Ministry of Foreign Affairs e autore di numerosi libri sulla guerra dell'informazione.

Il sesso in chiesa

Il Reverendo Ed Yong nel suo sermone di fronte alle migliaia di fedeli che seguono le funzioni della sua Fellowship Church in Grapevine ha detto che le coppie maritate devono fare sesso sette giorni alla settimana. "In questi giorni di crisi finanziaria, di aumento smisurato dei divorzi, di dibattiti sui matrimoni tra omosessuali, e' tempo di passare dalle lamentazioni alla gioia matrimoniale". Cosi ha detto il reverendo secondo il Dallas Morning News. "Il sesso, ha aggiunto, e' come una supercolla perche' nutre e fortifica il matrimonio e coinvolge la coppia non solo fisicamente ma, soprattutto, emotivamente e spiritualmente." Il sermone di questo giovane e sposato pastore che assomiglia ad una star di Hollywood, ha scatenato immediatamente un gran cicaleccio nelle comunita' protestanti. Gli scandalizzati sono pochi rispetto ai commenti positivi.
"La Bibbia parla del sesso", aggiunge il Rev. Yong. "Perche' non dovremmo parlarne nelle nostre chiese?" Sono molti anche quelli che considerano il sermone del Reverendo Yong come una azione di marketing per tenere piene le sue chiese (che sono collegate da una rete interna televisiva) e incrementare le offerte. Ed anche questa e' America.

Fosche previsioni per il 2009

WASHINGTON - U.S. President-elect Barack Obama said on Saturday that he was crafting an aggressive, two-year stimulus plan to revive the troubled economy, warning that swift action was needed to prevent a deep slump and a spiral of falling prices.
"If we don't act swiftly and boldly, most experts now believe that we could lose millions of jobs next year," Obama said in prepared remarks for the weekly Democratic radio and video address.
"We now risk falling into a deflationary spiral that could increase our massive debt even further," he said.

Flatulenze micidiali

Secondo il web Smoking Guns un ragazzino di 12 anni e' stato arrestato dalla polizia di Martin County (Florida) perche' si divertiva a chiudere i computer in classe e perche' ha compromesso il normale andamento delle lezioni, emettendo flatulenze pestifere e assordanti. Siccome qui in America siamo tutti educati le scorregge sono chiamate 'breaking wind'. Almeno sulla stampa.

Las Vegas obbiettivo di attacchi terroristici


Come informa il Las Vegas Sun, nella Las Vegas Valley ogni anno si verificano 1200 minacce di attentati con bombe. Mike Surik, un ex detective con alle spalle venti anni di indagini su rapine, omicidi, attentati, ha pensato bene di mettere su una societa' (Counter Threat Consulting Inc.) che si propone, nei seminari organizzati, di spiegare a chi lavora nelle aziende e nelle istituzioni che le minacce di attentati con bombe sono nella maggior parte dei casi delle bufale e solo l'uno per cento si rivela fondato. Secondo Surik se la gente, anziche' essere terrorizzata, agisce con razionalita' quando si trova a dover affrontare una minaccia di esplosione, il vantaggio per le aziende, hotels, istituzioni e' determinante. Ogni volta, infatti, che si diffonde la minaccia di un attentato il personale deve essere immediatamente evacuato con sensibili danni economici per la produzione. Tra i clienti di Surik la Metro police, Nevada Highway Patrol, Station Casinos e numerose state agencies tra le quali anche il Nevada Department of Homeland Security. Il seminario si articola in tre parti: bomb threat management, explosives components and improvised explosive devices and basic search and evacuation techniques.
Il costo e' di $3,000 a persona. Anche se l'iniziativa puo' sembrare la solita americanata, vi sono valide ragioni per ritenere che Las Vegas possa essere un obbiettivo per un attentato terroristico su larga scala.


Succede in America...

Epiphany of Our Lord e' la chiesa cattolica nel sud di Philadelphia dove si e' svolto il funerale di Kenneth Ciongoli il presidente della NIAF (National Italian American Foundation), neurochirurgo, morto per un cancro a 65 anni.
Ciongoli ha dato alla potente organizzazione degli italo-americani una impronta di grande stile, cercando -lui repubblicano- di sdoganare la destrosita' della NIAF, adottando una politica bipartisan.
Alla cerimonia funebre ha partecipato l'ambasciatore italiano Giovanni Castellaneta. La chiesa era piena di oltre quattrocento persone venute a dare l'ultimo saluto ad una persona come Ciongoli che si e' conquistato un largo seguito di simpatia, non solo per la sua attivita' medica ma anche per essere stato un buon pugile ed avere ricoperto poi incarichi nell'organizzazione olimpica come sanitario.
Quattro dei cinque figli avevano deciso di alternarsi al podio per parlare brevemente del padre. Il primo ha tenuto il microfono per dieci minuti. Il secondo ha cominciato a parlare, quando dal fondo della chiesa e' stato interrotto da un sacerdote che, scusandosi, ha detto che le regole della chiesa non consentivano che parlasse piu' di una persona ad un funerale e comunque era gia' stata fatta una eccezione perche' parzialmente il secondo figlio aveva avuto la possibilita' di ricordare il padre scomparso. Dopodiche i microfoni sono stati tagliati, tra lo stupore delle persone che affollavano la chiesa. All'uscita sul sagrato il giudice della Corte Suprema Alito ha affrontato con decisione il pretino per il suo assurdo atteggiamento.
Ed anche questa e' America.
Consolato Generale d’Italia
Los Angeles

VII INCONTRO RICERCATORI E SCIENZIATI ITALIANI

Los Angeles, 21 Novembre 2008

“Recent Contributions of Italians Scientists to Medical and Biological Sciences”


Istituto Italiano di Cultura - 1023 Hilgard Avenue, Los Angeles, CA 90025
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PROGRAM


2:30PM Arrival and Registration

3:00 PM Welcome and Opening Remarks
Nicola Faganello, Consul General of Italy

Introduction and Discussion on ISSNAF
Vito M. Campese, M.D.,Prof. of Medicine, Physiology and Biophysics; Chief, Division of Nephrology and Hypertension Center - USC/Keck School of Medicine.

3:30PM Turning anti-aging genes against cancer
Valter Longo Ph.D. Associate Professor and Hanson Chair of Biogerontology and Molecular Biology, USC /Andrus Gerontology Center.

4:00PM Progeroids syndromes and human aging
Lucio Comai, Ph.D., ProfessorDepartment of Molecular Microbiology and Immunology Institute for Genetic Medicine – USC/Keck School of Medicine.

4:30-4:45 Coffee Break

4:50 Control landscapes and search algorithms for multi-drug therapy
Giovanni Paternostro, Ph.D, Adjunct Assistant Professor Burnham Institute for Medical Research.

5:20 Pharmacological approaches in regenerative medicine – the paradigm of muscle regeneration.
Lorenzo Puri, Ph.D., Assistant Professor, Burnham Instiute for Medical Research & Adjunct Professor of Pediatrics, UCSD; Italy (Rome): Associate Scientist, Dulbecco Telethon Institute (DTI) at Fondazione S Lucia/EBRI

5: 50 Galileo’s observations of human bone: update
Maria-Grazia Ascenzi, PhD., Associate Researcher Dept. Orthopaedic Surgery , Biomechanics Research Section UCLA



Reception to Follow



Speakers’ contact information:

Maria-Grazia Ascenzi, PhD
Associate Researcher
UCLADept. Orthopaedic Surgery
Biomechanics Research Section
Rehabilitation Bldg 22-69
1000 Veteran Avenue
Los Angeles, CA 90095
Phone: 310/825-6341

Vito M. Campese, M.D.
Prof. of Medicine, Physiology and Biophysics
Chief, Division of Nephrology and Hypertension Center
USC/Keck School of Medicine
Los Angeles, CA 90033
Phone: 323-226-7307
Fax: 323-226-5390

Lucio Comai, Ph.D.ProfessorDepartment of Molecular Microbiology and ImmunologyInstitute for Genetic MedicineKeck School of MedicineUniversity of Southern California2250 Alcazar Street, CSC 264Los Angeles, CA 90033tel: 323.442.3950fax: 323.442.2764

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Valter Longo Ph.D.
Associate Professor and Hanson Chair of
Biogerontology and Molecular Biology,
Andrus Gerontology Center,
USC
Tel: 213-740-6212

Giovanni Paternostro, M.D., Ph.D.Adjunct Assistant ProfessorBurnham Institute for Medical Research10901 North Torrey Pines RoadLa Jolla, CA 92037tel (858) 795 5294 fax (858) 713 6281

Lorenzo Puri, Ph.D.
Assistant Professor, Burnham Instiute for Medical Research
& Adjunct Professor of Pediatrics, UCSDItaly (Rome): Associate Scientist, Dulbecco Telethon Institute (DTI) at Fondazione S Lucia/EBRI
10901 North Torrey Pines RoadLa Jolla, CA 92037

Hillary ce la fa...

Politico.com Breaking News:-----------------------------------------------------Sen. Hillary Rodham Clinton (D-N.Y.) plans to accept an offer to be secretary of State from President-elect Barack Obama and resign from the Senate, a top Clinton adviser said.

Un esercito malato?

Le forze armate degli Stati Uniti stanno affrontando una serie di problemi che per la loro gravita' mettono a rischio la gestione di interi reggimenti. Un'inchiesta di USAToday mette in evidenza che il PTSD (post-traumatic stress disorder), ovvero la malattia mentale, conseguenza delle esperienze in combattimento in Iraq e Afghanistan, (ormai riconosciuta come causa di riconoscimento di invalidita') e' associata quasi sempre all'alcolismo e alla dipendenza da droghe. Il numero dei suicidi sta aumentando, oltre agli episodi di criminalita', all'incremento massiccio dei divorzi e alla violenza domestica sulle donne e i figli.
Non e' un mistero che la risposta al reclutamento e' sempre piu' scarsa. Serbatoi sono gli stati poveri (a cominciare dalla West Virginia) dove non si guarda troppo per il sottile se i giovani che firmano hanno avuto (o continuano ad avere) tossicodipendenze o precedenti penali.

La prima bomba atomica iraniana

Secondo gli esperti nucleari della International Atomic Energy Agency, l'Iran ha sufficiente materiale nucleare per fabbricare, dopo un processo di purificazione, una bomba atomica. Anche se le autorita' iraniane smentiscono che il materiale nucleare prodotto, circa 630 kg, sia destinato alla realizzazione di un ordigno ma solo al perfezionamento di un programma domestico per la produzione di energia elettrica, gli osservatori a livello mondiale concordano nel dire che l'Iran sara' in grado di costruire la prima bomba atomica tra il 2009 e il 2015.
Queste notizie, diffuse dai media di tutto il mondo ed in particolare dallo Herald Tribune, possono costituire la giustificazione per il prossimo (piu' volte annunciato e smentito) attacco 'chirurgico' ai siti nucleari iraniani da parte degli israeliani, prina che si insedi il nuovo presidente americano Barack Obama.
Sono gia' state fatte prove di logistica, mascherate come 'manovre militari', che prevedono il rifornimento in volo degli aerei israeliani impegnati nelle missioni contro bersagli iraniani. Sperando che nel frattempo gli iraniani non abbiano spostato gli impianti (cosa piuttosto difficile da realizzare evitando il controllo dei satelliti). E sperando che l'intelligence israeliana non abbia commesso gli errori di quella americana che in Iraq era sicura che Saddam Hussein avesse preparato armi di distruzione di massa.

Ma Bill cerca di correre ai ripari...

Secondo voci degli amici dei Clinton, raccolte dal Wall Street Journal, l’ex presidente sarebbe, invece, disposto a sottomettere al giudizio di un comitato etico l’attività futura della fondazione. Quanto a quella passata non è dato di sapere. Povera Hillary: cornuta e mazziata. Ed anche questa è America.

Hillary non sara' ministro

Secondo POLITICO.COM Hillary Clinton potrebbe rifiutare la proposta del presidente eletto Obama di accettare la posizione di Segretario di Stato, ovvero di ministro per gli affari esteri.
Alla base della decisione non ci sarebbero, come invece i portavoce della senatrice hanno fatto sapere, il desiderio e l'impegno di aiutare il nuovo presidente al senato nel varo di un nuovo sistema assistenziale, ma le pesanti connessioni del marito Bill che per la sua Fondazione accetta sostegni da stati con i quali potrebbe esservi o gia esiste un contenzioso diplomatico che metterebbe a disagio Hillary Clinton e l'amministrazione Obama.

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Hillary might reject State offerBy: Glenn Thrush November 18, 2008 05:06 PM EST
Hillary Rodham Clinton isn’t certain she would accept the Secretary of State post even if Barack Obama offers it to her, several people close to the former first lady say. Press reports that portray Clinton as willing to accept the job – once the Obama transition team vets Bill Clinton’s philanthropic and business ventures – are inaccurate, one Clinton insider told Politico. “A lot of the speculation and reporting is out ahead of the facts here,” said the person, who requested anonymity. “She is still weighing this, independent of President Clinton's work.” Clinton, the person said, remains deeply “torn” between the possibility of serving in Obama’s cabinet and remaining in the Senate to “help pass health care and work on a broad range of domestic issues.”

Sempre in cima...ai nostri pensieri!

Sono in vendita preservativi con le immagini di Obama, McCain e Sarah Palin

Il partito del sesso in Australia

Australia is about to get a new entry into national politics -- a party devoted to sex.
The brains behind the Australian Sex Party, which will be launched in Melbourne on Thursday, believe that politics has become too stuffy and conservative Down Under.
Describing itself as "serious about sex" the party sees itself as a political response to the sexual needs of Australians in the face of moral campaigners and prudish politicians.

Il multiculturalismo di Obama

(Claudio Antonelli ci scrive da Montreal, Canada)


In Obama abbondano gli aspetti multiculturali: l’origine mista (padre africano e madre wasp), il nome assai poco anglosassone (Barack Hussein Obama), il soggiorno giovanile in Indonesia al seguito del patrigno indonesiano, le lingue straniere (ha una discreta conoscenza dell’indonesiano e non è totalmente digiuno di spagnolo), il fratellastro che vive in Kenia...
L’elevazione di questo afroamericano, così poco convenzionale nel suo esotismo, al vertice politico statunitense potrebbe far pensare, erroneamente, ad un indebolimento del melting pot americano a vantaggio di un multiculturalismo di tipo canadese. In realtà con Obama il melting pot americano continua. Infatti, il “sogno americano”, elemento chiave dell’identità di questa messianica terra i cui abitanti credono di avere un rapporto particolare con Dio, si ritrova inalterato nel neoletto presidente come dimostra, la notte della vittoria, il suo ispirato discorso esaltante il “richiamo intramontabile dei nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e una speranza indomita”.
La radice primordiale che stabilisce l’incontestabile identità statunitense di Obama è la sua nascita in terra americana (nelle Hawaii): egli è un figlio d’America perché nato in America. Paradossalmente la sua “africanità” invece di assurgere ad elemento di differenziazione rispetto alla massa degli americani – dopotutto egli è figlio di uno “straniero”: un immigrato keniota che dopo un po’ rientrò in Kenya – “americanizza” ancor più Obama collegandone la vicenda umana a quella dei neri americani, chiamati “African Americans” poiché discendenti degli schiavi che dall’Africa furono trasportati, in catene, nel Nuovo Mondo. In realtà Obama, pur essendo a pieno titolo un “African American” poiché di padre africano, non è un discendente di schiavi.
Il fatto che Obama sia nato negli USA ne ha assicurato agli occhi degli elettori l’“americanità”. I discorsi di Obama, del resto, sono tutti fortemente ispirati all’ideale patriottico, così forte in America. Patriottismo a stelle e a strisce, e non keniota o panafricano o indonesiano...

Imitatori spaziali di Pannella

Pannella, che, lo ricorderete, durante qualcuno dei suoi numerosi digiuni di protesta provoco' il pubblico televisivo italiano bevendo la sua urina, ha trovato degli imitatori spaziali.
Lo shuttle che e' stato lanciato venerdi' sera da Cape Canaveral porta in stiva anche un costoso apparato per potabilizzare l'urina dell'equipaggio. Chi ha fatto la prova a terra dice, che il prodotto finale, a parte un leggero sapore di iodio, e' bevibile. Del resto, se uno pensa a quello che ci fanno bere negli acquedotti cittadini, cominciando da Washington DC, la decisione della NASA non e' poi cosi' straordinaria. Senza parlare poi di quello che ci fanno bere certi politici ogni giorno.

Soldi alle auto americane solo se cambiano.....

In questo importante editoriale del New York Times si sostiene che gli eventuali sostegni finanziari richiesti dalle tre Big di Detroit per non chiudere in bancarotta devono essere collegati ad una drastica riconversione del modo di fare automobili in America e, soprattutto, di gestire a livello di top management queste industrie.
Un avvertimento esplicito al presidente eletto Obama.
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Editorial

Saving Detroit From Itself

We have seen a lot of posturing, but we haven’t heard a lot of sense in the debate over whether the government should spend even more to bail out Detroit’s foundering automakers.
Senator Richard Shelby, a Republican of Alabama, is wrong when he says that the troubles of the Big Three are “not a national problem.” The Detroit companies support nearly 250,000 workers and more than a million retirees and dependents, as well as millions of workers at part makers and dealerships. A messy bankruptcy filing by any of the big car companies, in the midst of this recession, would likely cost the government and the economy more than trying to keep them afloat.
At the same time, Congressional Democrats and President-elect Barack Obama, who are pushing for many billions worth of emergency aid for the nation’s least-competent carmakers, must ensure that tough conditions are attached to any rescue package. If not, the money will surely be wasted.
This goes beyond firing top management, forbidding the payment of dividends to stockholders and putting limits on executive pay — all necessary steps. The government should insist on a complete restructuring of any company it pours billions of public funds into.
All three car companies have been hamstrung by the legacy costs of providing pensions and health care to hundreds of thousands of retirees. But Detroit’s problems are mostly of its own making.
The automakers hitched their fate to gas-guzzling trucks, and they obstinately refused to acknowledge that oil is a finite resource and that burning it limitlessly is harming the planet. They lobbied strenuously against tighter fuel-efficiency standards. That wrongheadedness did them in as gas prices spiked and consumers flocked to energy-efficient cars made by Toyota and Honda.
It makes no sense at all to give these companies billions just so they can struggle on for a few more months down this disastrous path.
Before it approves any bailout package, Congress must insist that any company receiving government money must commit to a specific plan to improve energy efficiency. The average fuel efficiency of the American auto fleet peaked at 25.9 miles per gallon in 1987 and then leveled off as gas prices fell and the automakers churned out more sport-utility vehicles and pickups.
Last year, Detroit managed to extract a promise of $25 billion in subsidized loans from Congress in exchange for a new target of 35 m.p.g. by 2020. But the industry can do better. If Detroit were willing to make smaller cars, as European companies do, it could probably achieve a fleet-wide average of 50 m.p.g. by 2020.
The companies also are struggling under a mountain of debt. And any restructuring would mean that creditors would have to swallow a loss or accept equity — as under a regular bankruptcy filing. Restructuring would likely require more plant closures and layoffs.
Rescued car companies would almost certainly have to re-open labor agreements on pay and benefits. These steps would be painful for many workers. But they also are necessary.
Even then, there is no guarantee that these companies will survive after years of failed management. We are sure they won’t if they don’t make sweeping changes in the way they do business. If Congress is going to take the risk and invest billions more of the taxpayers’ money in the companies, it must insist on those changes.

Continuano a dire di noi e di Berlusconi





(dal Washington Post)


Continental Flare-Up: Carla vs. Italy



French President Nicolas Sarkozy and Carla Bruni-Sarkozy (AP Photo/Gerard Cerles)


French first lady Carla Bruni-Sarkozy and Italian Prime Minister Silvio Berlusconi are feuding over his crack that Barack Obama is "young, handsome and tanned."
Bruni-Sarkozy told Journal du Dimanche: "When I heard Silvio Berlusconi's joke describing Barack Obama as 'tanned' ... I'm very happy that I became French!" Berlusconi's camp quickly smacked back: "We too are indeed happy that she is no longer Italian," Francesco Cossiga, Italy's former president, told Corriere della Sera. "I would go as far to say that we are very happy!" Then Cossiga got personal: "But who knows? In her tumultuous life, Carla Bruni may one day end up having to ask for her Italian citizenship back."
Spouses aren't attending tonight's "working" dinner for world leaders at the White House, but we assume that Berlusconi and French President Nicolas Sarkozy will be seated at different tables.

Hillary ministro?

(dal New York Post)

WASHINGTON - We may soon be calling Hillary Rodham Clinton "Madame Secretary."
President-elect Barack Obama is considering the New York senator and former first lady for secretary of state - an appointment that would go a long way toward healing the wounds left by their bruising Democratic primary.

Il Super eroe col cravattino

La 'K Street' e' una delle strade piu' importanti della Capitale degli Stati Uniti. Vi hanno sede le societa' di lobby, quelle che, soprattutto sotto l'amministrazione repubblicana di George W. Bush, sono riuscite a fare passare in Parlamento contratti miliardari a favore dei soliti noti che al partito assicuravano poi sostanziose prebende. In piu': grandi law firm (ovvero studi legali con centinaia di avvocati) e societa' di brokeraggio finanziario. Sulla 'K Street' il traffico e' intenso. L'altro giorno un furgone di un corriere internazionale sostava con un portellone aperto perche' l'autista si era allontanato di qualche metro per una consegna in un negozio. Un tale si e' avvicinato, ha dato un'occhiata all'interno del truck, ha preso una scatola con dentro un laptop, un computer portatile, e si e' messo a correre per mimetizzarsi nella folla. Un signore con cravattino a farfalla ha assistito alla scena e si e' slanciato all'nseguimento. Ha raggiunto il ladro lo ha bloccato alle spalle, mentre gli altri passanti assistevano stupiti. Perche' c'e' sempre il pericolo di prendersi una coltellata o cun colpo di pistola tra le gengive. Il ladro ha guardato l'inseguitore e ha detto: "Ma lei e' il sindaco!" "Non piu'!" ha risposto Anthony Williams che e' stato il risanatore per anni della disastrata Washington. Ha ripreso il pacco col computer mentre il ladro approfittava per scomparire tra la folla. Visto che l'America e' sempre in cima ai pensieri degli italiani, chissa' che Rutelli, Veltroni e l'attuale sindaco di Roma Alemanno non decidano di imitare il coraggioso eroe in cravattino ex sindaco di Washington pattugliando le strade di Roma.

La lettera di chiarimento del Gran Maestro di Washington DC

(questi sono alcuni paragrafi della lettera che il Gran Maestro di Washington, Akram Elias, ha inviato ai 'Fratelli' per chiarire la sua posizione nei confronti delle decisione di ritiro del riconoscimento da parte della Grand Lodge of New York)
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.......................................



The decision by the Grand Master of Masons in New York will be recorded as a regretful moment in the history of Freemasonry. It is our view that the action by the Grand Lodge of New York to withdraw recognition and go immediately to all Grand Lodges rather than first making an earnest attempt to deal directly with us threatens amity and may lead to anarchy in the world of Freemasonry.

Responding to our creation of Ahiram Lodge No. 1000 under our jurisdiction in the Republic of Lebanon, the Grand Lodge of New York has tried to claim for itself exclusive jurisdiction within the territory of Lebanon and has attempted to “suspend” the sitting Worshipful Master and Secretary of the lodge.
....The Grand Lodge of New York’s claim of exclusive jurisdiction in this free and sovereign nation outside of North America is invalid. There exists no Grand Lodge of Lebanon and the current operation there of regular lodges not beholden to the Grand Lodge of New York nullifies any claim of exclusive jurisdiction in that country.
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On October 25, 2008, at its Annual Communication, our Grand Lodge overwhelmingly approved the chartering of Ahiram Lodge No. 1000 as a new constituent lodge of this jurisdiction with following understandings:
• our action is legal, legitimate, and well within our rights; • we do not abandon our brothers or surrender our sovereignty in the face of scare tactics put forth by other jurisdictions; • the mission of Ahiram Lodge is noble and fully compatible with the principles and vision of universal Freemasonry by bringing more Masonic Light to a region in desperate need of it.
...................................................

At this seminal moment for our jurisdiction and its sovereignty, I call on your sense of loyalty and commitment. As Freemasons we have dedicated ourselves to building better communities and bridges of understanding. Our energies should be focused on these worthy goals and expanding the Light of Freemasonry to areas of the world that are in desperate need for it. With your steadfast support we can meet the
challenges ahead.
Fraternally,
Akram R. Elias
Grand Master

Maremoto massonico in America

(riceviamo da Riccardo Corsi, Roma)

La Gran Loggia di New York ha ritirato il riconoscimento alla Gran Loggia di Washington, Distretto di Columbia.
La ragione sta nel fatto che, fin dagli anni '30, New York e la Scozia hanno le loro Logge in Libano-Siria.
La Gran Loggia di New York, che ha alla sua obbedienza la "District Grand Lodge of Libanon-Syria", considera il Libano "territorio massonicamente occupato", sia pure in condominio e non tollera che un'altra Gran Loggia americana ci abbia aperto una Officina sua.
Il caso sta facendo scalpore in America, perché è la seconda rottura fra Gran Logge "regolari" in pochi anni (la prima vide "vittima" la Gran Loggia del Minnesota che aveva riconosciuto la Gran Loggia di Francia e fu costretta con l'ostracismo a tornare sui suoi passi).

Presidenti che vanno......

One sunny day in 2009 an old man approached the White House.


He walked up to the Marine standing guard and said, 'I'd like to go in and
meet with President Bush.'


The Marine looked at the man and said, 'Sir, Mr. Bush is no longer
president and no longer resides here.'


The old man said 'Okay' and walked away.


The following day the same man approached the White House and said to the
same Marine 'I'd like to go in and meet with President Bush.'


The Marine told the man, 'Sir, as I said yesterday, Mr. Bush is no longer
president and no longer resides here.'


The man thanked him and walked away.


The third day, the old man approached the same Marine and said 'I'd like to
go in and meet with President Bush.'


The Marine looked at the man and said, 'Sir, this is the third day in a row
that you've been here asking to speak to Mr. Bush. I've told you every time
that Mr. Bush is no longer the president and that he no longer resides
here. Don't you understand?'


The old man looked at the Marine and said, 'Oh, I understand. I just love
hearing it.'


The Marine snapped to attention, saluted the old man, and said, 'See you
tomorrow, sir.'

Predicare bene e razzolare male

Da L'espresso che potete consultare su
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037//0

Che furbetto quel Brunetta
di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo

La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall'ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni

I tanti volti di Obama

Una storia che nemmeno Hollywood avrebbe saputo raccontarci meglio: un afroamericano (padre keniota e madre anglosassone bianca) alla presidenza degli Stati Uniti, riscattando così secoli di discriminazioni, emarginazioni, pregiudizi, subiti dai neri americani ad opera della maggioranza bianca.
Questo secondo il copione esemplare che i mass media ci hanno presentato di Obama, primo presidente nero della storia degli USA.
A ben guardare, però, le cose non stanno esattamente così: Obama non è un discendente di schiavi e non ha conosciuto la vita dei ghetti neri. Anzi, sono stati soprattutto i valori “bianchi” della sua identità mista a fare di lui una persona senza complessi, calma e misurata, con modelli di riuscita sociale non da ghetto e con l’animo sgombro dall’elemento che è invece quasi sempre presente nell’animo di un qualunque discendente di schiavi: il vittimismo.
Fu l’America bianca, ossia fu la madre, e soprattutto furono i nonni materni presso i quali visse dall’età di dieci anni, a circondarlo d’amore e di tranquillità, garantendogli una giovinezza normale e direi privilegiata, che culminò negli studi di giurisprudenza ad Harvard, la prestigiosa università americana, trampolino di lancio per carriere di tutto rispetto. Non dimentichiamoci che il padre, immigrato africano, dopo un anno dalla nascita di Barack, disertò invece moglie e virgulto, secondo il noto pattern del “padre assente” che affligge moltissime famiglie di neri.
Dietro un aspetto afroamericano di tipo direi cinematografico, alla Sidney Poitiers – alto, snello, piacente, dal sorriso pronto, con una capigliatura folta anche se molto corta – Barack Obama compendia in sé svariate componenti umane o anime ideali, permettendo così a larghi strati di riconoscersi in lui. Obama ha scritto di sé: “I serve as a blank screen on which people of vastly different political stripes project their own view”. Ognuno, in definitiva, può dare un contenuto particolare alla poetica frase di Obama “Yes, we can!” cui è arriso tanto successo perché suscitatrice di sogni e speranze. In Obama si sono potuti riconoscere i neri e i bianchi, i giovani e i vecchi, gli appartamenti alle minoranze, gli immigrati recenti e i discendenti d’immigrati, gli occidentali ma anche gli orientali (dopotutto Obama ha avuto un patrigno indonesiano)... Vi sono stati persino politici che ne hanno voluto riecheggiare lo stile. Che si pensi al nostro Walter Veltroni, ammalato di cinematografia e di modelli americani, e al suo “Obama è uno di noi!”.
La qualità più forte di John Kennedy fu ugualmente di riuscire a fungere da schermo ideale su cui ognuno poteva proiettare i propri sogni...
Internet è stata la base del successo del nostro afroamericano così simile ad un personaggio della scena virtuale, popolata d’immagini solo parzialmente vere e animata da effetti speciali creati a tavolino. Senza Internet, Obama non si sarebbe issato con tanta disinvoltura al vertice degli USA. È stata del resto la Rete che ha permesso alla compagine di Obama di raccogliere tanto più denaro del rivale McCain, attraverso le offerte di stuoli d’internauti.
Ciò non toglie nulla alle ottime qualità che Obama sembra possedere, ma che verranno messe alla prova da una dura realtà, non “virtuale” ma “effettuale”.


Claudio Antonelli
Montreal Canada

Lettera aperta di un residente in America al Presidente Napolitano

Caro Presidente,

sono un modesto ed impegnato uomo pubblico italiano, con la sola cittadinanza tricolore, emigrato professionalmente negli Stati Uniti da molti anni, candidato nel 2006 alla Camera e nel 2008 al Senato dove ho ottenuto nella circoscrizione Nord e Centro America l'8,5% del voto espresso dagli italiani iscritti alll'AIRE a favore dell'UDC, che ha sempre professato all'estero e in Italia la difesa dei valori dell'Italianita' e l'onore della nostra Patria, che il suo predecessore Ciampi, riporto' a quella dignita' di espressione, che era stata lasciata, fino ad allora, assurdamente al monopolio politico della destra

E' proprio a causa del mio impegno politico per le Comunita', che molti amici in USA, mi hanno sollecitato di scriverle per denunciare il nostro sdegno per la "gaffe del Primo Ministro Berlusconi", ormai di dominio pubblico nel mondo da diversi giorni, che noi stiamo vivendo con particolare sofferenza perche' i media americani, anche quelli piu'
periferici e conservatori, che non scrivono, ne' parlano mai dell'Italia, riportano la "grave e gratuita" offesa a Barack Obama, che il 20 gennaio assumera' la maggiore carica esecutiva di questo grande Paese amico dell'Italia, che (non va mai dimenticato) ha versato il suo sangue per "la nostra liberta'"!

Ritengo che, nei compiti sia formali che sostanziali della sua Presidenza, situazioni simili non siano tollerate e debbano essere pubblicamente denunciate al Paese, e mi permetto modestamente di suggerirle, per dimostrare la vera, salda amicizia fra i due Paesi e nel rispetto dei connazionali negli Stati Uniti, un invito a Obama a privilegiare un viaggio in Italia, offerto dal Quirinale, per rendere omaggio al nuovo presidente Usa, ancor prima che entri in carica.

Le nostre comunita', vogliono continuare ad essere orgogliose dell'Italia e non essere penalizzate da "bischerate" (mi scusi il mio fiorentismo), che qui non sono assolutamente prese per scherzo, e specialmente da questo "nuovo Presidente", che infatti ha gia'
collocato l'Italia nella "seconda fascia" dei paesi da ringraziare ufficialmente (come tutte le agenzie hanno segnalato il 7 novembre!).

Spero di avere una sua risposta per i miei connazionali negli Stati Uniti, che dimostrera' il suo alto e vero senso dello Stato, che ha dimostrato da quando si e' insediato al Quirinale.

Da San Diego, California USA
Massimo Seracini
UDC Nord e Centro America
10 Novembre 2008
www.massimoseracini.org

ONU: Renata Archini nel comitato esperti bilancio



(ANSA) - NEW YORK, Le Nazioni Unite hanno eletto per acclamazione l'italiana Renata Archini al comitato consultivo per le questioni amministrative e di bilancio dell'Onu. Con questa elezione l'Italia entra in un organo chiave per la gestione della struttura delle Nazioni Unite: il comitato e' infatti chiamato a fornire pareri tecnici su tutte le questioni finanziarie del sistema Onu, a cominciare dal bilancio ordinario dell'Organizzazione e da quello relativo alle operazioni di
mantenimento della pace. ''Siamo molto soddisfatti per il voto di oggi'', ha commentato Giulio Terzi, ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, che ha inoltre sottolineato come ''oltre ad un meritato riconoscimento della grande professionalita' dall'esperta italiana, si tratta dell'ennesima conferma del prestigio e del'autorevolezza che all'Italia deriva dal suo impegno in prima linea alle Nazioni Unite''. Sesto contributore al bilancio delle Nazioni Unite, l'Italia e' sesta anche come contributi al bilancio delle operazioni di pace e, con circa 8 mila tra uomini e donne impegnati in
missioni multilaterali di mantenimento della pace in tutto il mondo, e' al primo posto tra i paesi europei in termini di partecipazione alle missioni. Funzionario del ministero degli esteri, Renata Archini ha gia' avuto precedenti esperienze alle Nazioni Unite e a Washington. (ANSA)
Siamo felici per questo riconoscimento importante che premia un membro della diplomazia italiana che si e' sempre distinto per l'alto livello del suo impegno professionale. E, a titolo personale, per essere una cara e vera Amica. (Oscar Bartoli)

Ti identifico dalle vene

Impronte digitali, riconoscimento biometrico con l'esame dell'occhio. Tutta roba obsoleta. Da un paio di anni in Giappone le banche hanno adottato un sistema inventato dalla Hitachi che identifica le persone attraverso il reticolo di vene capillari di un dito.
Una ditta francese ha annunciato che utilizzera' questo sistema di riconoscimento nei varchi doganali sia della Gran Bretagna che del resto d'Europa. Secondo le informazioni messe a disposizione della stampa, questo strumento puo' essere abbinato a qualsiasi Bancomat, kiosko, supermercato. La macchina emette un raggio all'infrarosso con diverse angolature. Il dito esaminato e' il medio. La luce viene assorbita dall'emoglobina presente nelle vene e il disegno del reticolo viene catturato da una camera tridimensionale e trasformato poi in un codice che lo confronta con quello originale per verificare che si tratti dello stesso individuo. Anche i gemelli piu' simili hanno reticoli capillari delle dita diversi.
Il sistema e' sotto sperimentazione negli Stati Uniti e dovrebbe essere adottato in tutti i varchi doganali a breve termine, dove da tempo funzionano apparati di riconoscimento biometrico di coloro che vogliono entrare in America.

Non parla a mio nome!


(dal Corriere della Sera)


IN RETE
«Berlusconi? Non parla a mio nome»
Un sito raccoglie le foto degli italiani «indignati» per la battuta del premier su Obama: «Chiediamo scusa»

Massimo da Verona e Francesco da New York hanno deciso di metterci la faccia. Così come Gerardo da Milano e Samuele da San Sebastian, Alessandro da Como e Marina da Roma. Sono solo alcuni degli italiani che hanno scelto di «chiedere scusa» agli americani, e non solo a loro, per la recente battuta di Berlusconi su Obama («è bello, giovane e abbronzato...»). Una frase che ha provocato polemiche politiche e che è rimbalzata anche oltreoceano (causando pure un battibecco tra il nostro premier e un reporter Usa). NON IN MIO NOME - E così, tra le molte risposte spuntate qua e là in Rete negli ultimi giorni, è nato notspeakinginmyname.com, un sito che raccoglie le foto degli italiani «indignati» contro il presidente del Consiglio. Ciascuno si è fatto fotografare reggendo tra le mani un semplice foglio di carta con la scritta «I'm italian and prime minister Silvio Berlusconi is not speaking in my name» e poi ha spedito l'immagine in Rete, con tanto di firma.
Un'immaginee del sito "Sorry everybody"SCUSE - «Questo sito - si legge sulla pagina che raccoglie le prime foto arrivate - è un raduno spontaneo di italiani che provano imbarazzo e indignazione per il fatto di essere rappresentati da Berlusconi e dal suo governo. Se non sei italiano e ti senti insultato dal nostro premier, ti preghiamo di accettare le nostre scuse». L'idea ricorda parecchio quella lanciata, quattro anni fa, da alcuni elettori americani: il sito si chiamava "Sorry Everybody" e, in quel caso, ci si scusava per la rielezione di George W. Bush.
SU FACEBOOK - Notspeakinginmyname.com non è, ovviamente, l'unica iniziativa del genere nata in Rete dopo la battuta di Berlusconi. Manco a dirlo, su Facebook è stato fondato quasi in tempo reale il gruppo "Siamo tutti... abbronzati! Contro le diversità e nella speranza che prima o poi ci sia un Obama anche in Italia". Gli iscritti, per adesso, sono quasi 800.
G. Ant.

Le Watts Towers di LA

Caro Bartoli,
Mi ha fatto particolare piacere vedere il suo servizio sulle Watts Towers. Da anni ogni volta che vado a Los Angeles, cerco sempre di tornare lì. Devo dirle che raramente ho provato sensazioni simili davanti ad opere d'arte moderne.
Tutta la vita, le idee, le emozioni, i sogni di un uomo sono racchiuse in questo magico luogo che si eleva da uno dei sobborghi più duri di Los Angeles. Direi che a suo modo è veramente magico. Grazie.
Un caro saluto
Alfredo Lucente

Carla Bruni e la gaffe del Cavaliere









(Da Repubblica.it- foto Ansa)



La moglie di Sarkozy commenta duramente le parole di Berlusconi su Obama

"Siamo tutti pieni di speranza e di attesa e sentire lui parlare a quel modo..."

Carla Bruni dopo la gaffe del Cavaliere
"Felice di non essere più italiana"

ROMA - "Mi fa uno strano effetto ascoltare Silvio Berlusconi prendere alla leggera l'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca e "scherzare" sul fatto che il presidente eletto Usa è "sempre abbronzato"
Lo ha detto in un'intervista al Journal du Dimanche la 'first lady' francese Carla Bruni, precisando "a volte di essere felice" per il fatto di aver acquisito la nazionalità francese. "Credo che adesso siamo tutti pieni di speranza, di attesa. Per contrasto, quando sento Silvio Berlusconi prendere l'evento alla leggera e scherzare sul fatto che Obama è 'sempre abbronzato', mi stranisce. Si farà pure dell'umorismo... Ma certe volte sono molto felice di essere diventata francese!".
Nel sottolineare il proprio impegno a favore dell'uguaglianza e il suo sostegno in passato a Sos-Racime, nell'intervista l'ex top model rileva che ora, dato il suo nuovo ruolo di 'first lady', non firma più petizioni di questo tipo. "Se fossi solo la 'cantante' Carla Bruni, firmerei senza problemi il manifesto per l'uguaglianza in Francia, ma mi chiamo Bruni-Sarkozy" e pertanto ora "il mio nome mi appartiene meno", aggiunge Carla Bruni.
(9 novembre 2008)

Black Power

Stati Uniti d'America:

Presidente eletto Senatore Barack Obama

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Vincitore del Campionato Mondiale di F1:

Lewis Hamilton

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Masonic Grand Lodge of Washington DC:

Prossimo Gran Maestro Kwame Acquaah (sara' eletto in dicembre).

This is the Newsletter in English

November 2008
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Letter from Washington

Editor Oscar Bartoli
Oscarb1@starpower.net
www.ilgonline.com
www.oscarb1.blogspot.com
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(Beyond the News)

Circulation 12,000 in Italian and English






Thank You, President Obama

When a person is a bit long in the tooth and has been through the mill, cynicism tends to dampen emotions. But this evening when CNN’s electronic scoreboard announced at 11:01 pm that the next President of the United States was Senator Barack Obama I got a lump in my throat and was teary eyed.

And thank God.

When the President to be spoke in Chicago to an immense crowd of people cheering him on and to the world and gave his acceptance speech, while the TV showed the tears of joy of so many white and of color women, of the Rev. Jesse Jackson who has spent his life fighting for the rights of blacks, when the crowd started chanting the “Yes we can” that the next President has evoked as a symbol of what the country has achieved over the past 200 years, even I had tears in my eyes and for this

I thank God

because my outer shell of dried up superficiality was broken.

A nation of 300 million people, bordered by two oceans, an immense continent that takes almost as long to fly over as going to London, a stew of races, cultures, faiths, centuries old misunderstandings, of very good and very bad people, in just a few hours was able to demonstrate what it means to live in a democracy. It might not be the best of all possible worlds, but folks, it sure feels great to be an American.

We may be a bit dim and not as sophisticated as many European snobs, but we are genuine and committed to our choices and in so doing we can change the world. And when things don’t work out we are capable of making a sharp turn and start all over again by getting rid of all the accumulated garbage.

And instinctively, while President-elect Obama was delivering his magnificent speech, I remembered the images of the cemetery in Colleville sur Mer in Normandy, the burial place of thousands of American young men who died for my freedom as an Italian and that of children. (I say this while clutching my Italian passport.) And to those “dim” Americans who got themselves killed on distant shores and who were able to elect a black President I send all of my love and thanks. (And I say this while clutching my American passport.

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Chronicle of a Vote

At 8:35 am Franca said: “I’m going to vote!” “What do you mean?” I asked her. “We are a couple and up until now we have always gone to vote together.” She replied, “I am going to vote because I don’t want to stand in line all day.”

I had been watching the TV broadcasts of long lines of people throughout the US patiently waiting to exercise their right to express an opinion on this embattled country.

“If we go now we’ll find a long line because people are voting before going to work” I said trying to reason with the maiden with whom I have been paired for decades.

“I am going to vote!” was her final reply.

And so we left the house and walked the short distance that separated us from the elementary school at the Hardy Recreation Center and its two free tennis courts at 500 Q Street. Outside supporters of the various local candidates were handing out fliers which we politely refused.

Inside there were about 50 people already voting at the various machines. We went towards the counter staffed by volunteers. In front of each volunteer there was a sign listing the letters of the alphabet under their control. We went to sign A-F.

“Oh, Mr. Barto’li” as usual my last name was mispronounced. (I must point out that in the US if I pronounce my name correctly no one understands it. But if I stress the “o” then it’s alright. Whatever – in France they put an accent on the “I” at the end.)

I handed over my voter registration card and driver’s license (which in the US is the key to everything). I mumbled a tentative and correct “Bartoli” and the volunteer smiled and said “Did you know, I am a faithful reader of your newsletter?” I didn’t, but I was pleased. I signed in the register next to my name and I was given a little card where I signed again.

I then went to a nearby table where a lady was licking closed an envelope. She also smiled and excused herself for having made me wait a few seconds. “How do you prefer to vote: electronically or paper ballot?” I chose the paper ballot because there had been reports of electronic voting failures in Richmond, VA. Plus that way there is a paper trail. A black gentleman who was working with the lady gave me an envelope with voting instructions and the ballot. To my right other people were casting their votes in the electronic voting booths.

I went to the section for paper ballots.
A black aide asked me if I needed a pencil and handed me one -#2. I took the ballot listing the name of all the candidates with an arrow pointing to a black space next to each name. Voting consists of making a mark in the space next to the chosen names. I voted for Barack Obama, for Biden, for the democratic candidates for the Senate and the House, for Washington DC and for my neighborhood. But most of my Italian friends who have been in the US for years as I have, are on the right and voted for McCain.

The black aide pointed out the optical reader that scanned my vote in real time. At the exit a young woman gave me a sticker with “I Voted!” on it and I stuck it on my jacket with a pride. Yes, because it was a historical moment for “We the People.”
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Poor Italy!

Maurizio Gasparri, Italy’s Senate Majority Leader issued the following statement to the GR3:

“With regard to the fight against international terrorism Obama will be put to the test. The United States as the main democracy is the bearer of value threatened by terrorism and Islamic fundamentalism. Many questions have been raised about Obama; perhaps with Obama in the White House, Al Qaeda will be happier.”

Senator Maurizio Gasparri suffers from verbal incontinence. The Italian media, for the most part, devotes daily space to the statements of this street level politician.

This time he has really stepped in it. And the result is a diplomatic problem for the Prime Minister who was already scanning the international horizon trying to find some way to establish a good rapport with the new American administration – something put at risk given Berlusconi’s recent reckless visit with his dear friend George W. Bush.

President-elect Obama does not need our advice. He is a natural and he is a reserved “don’t touch me” Anglo Saxon type of person who will not tolerate loud and unruly persons.

In any event when Mr. Obama does meet the effervescent Italian Prime Minister, we suggest that he not allow himself to be hugged and that he turn down any invitations to spend time in one of his many mansions throughout the world. Unlike Putin.

As for comrade Gasparri, we await his next official visit to Washington with pleasure.

He will take to explain to whatever low ranking presidential officials are willing to receive him the true meaning of his Obama –Al Qaeda link.

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Dear Italians: who are your leaders?

(from Messagero, November 6)

Ugly gaffe made by Prime Minister Silvio Berlusconi today in Moscow. During a new conference with the Russian President Dmitry Medvedev, he told the Russian leader, speaking in Italian through a translator, “ Obama is young, handsome and also tanned, so he has all the qualities to agree with you.”


In response to the questions posed by journalists regarding the reaction to his undiplomatic remarks about the US president-elect, the Italian Prime Minister replied, “
If they have no sense of humor then they are imbeciles and they can go f... themselves.”

Open Letter from an Imbecile to Mr. Berlusconi


Dear Mr. Berlusconi:

I belong to the group of people you call “imbeciles” and that was taken aback by your having once again committed an enormous gaffe, this time regarding the President-elect of the United States.

As for you, you belong to that group of people categorized by verbal incontinence and is duly represented by the Senate majority leader Maurizio Gasparri.

I am also convinced that the trash that feeds on your TV broadcasts will be ecstatic over the “liberties” you take in referring to other heads of state.

You are a man of great economic and political power. But, unfortunately, you are not equally gifted in areas of proper manners, perhaps because you have been operating for too long in circles where all that counts is money and using it against others.

Here in Washington in recent years we have become the object of laughter and scorn of diplomats from other countries who are constantly commenting with acid humor on your infelicitous remarks.

Since you are surrounded by legions of yes men, no one dares to remind you that a high ranking person such as yourself should keep a constant watch on his behavior and image and should muzzle himself to avoid making remarks that may be considered offensive.

And no one bothers to suggest that you change the tone of your comments, even though it would be in your interest. This insisting on women and sex, on Communists hiding in the bushes (was your dear friend Putin educated by nuns?), on barroom jokes, has contributed to giving you an image that is pathetic, besides which your age and physical problems call for a different type of attitude.

Having been categorized by you as an “imbecile” I will not however follow your friendly suggestion that I can go f... myself as reported in the press.

It’s a sport in which I cannot compete because I do not have the necessary talent.

But since you are all knowing, perhaps you will be able to provide some guidance based on personal experience.

I wish you all the best, at least for as long as you are in the difficult position of having to represent that wonderful country called Italy.

OB, imbecile.

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Moon Mission Times Cut

NASA officials have stated that the timeframe for the Moon mission currently set for 2015 could be cut from 5 to 4 years. This means that between the last shuttle, which will be eliminated after 30 years, and the Moon launch there will be a gap of 4 years. Many in Congress are worried because once the shuttle is grounded all links to and supplies for the space station will rely solely on Russian rockets.



Stun Guns

The police in Washington DC shut down a news stand in a dangerous part of the capital where stun guns were illegally for sale.

Every 90 seconds a woman in the US is the victim of sexual assault. 17.6% of all women in the US have been the victimized by an attempted or actual sexual assault and according to a National College Women Sexual Victimization study, one woman out of four has been the victim of attempted or actual sexual assault while in college.

That is why there has been an increase in the sale of illegal weapons of defense such as stun guns and tasers which release a high voltage current that neutralizes assailants up to a distance of 5 yards. Tasers are used by 30% of the nation’s police force. Also widespread is the use of mace and pepper spray, both of which blind assailants. But these forms of defense are useless if kept in one’s purse.

This type of weapons is illegal in 7 states but they are nevertheless widely available to women seeking to protect themselves.



The Catholic Church in Santa Monica

Sunday morning, 9:30 Mass, hundreds of faithful in attendance, many of them young. There are musicians and a choir of young girls. The priest cannot be older than 30.

His sermon lasts all of 7 minutes. He speaks of how God wants us to show our love for others and of the duty to be hospitable. He tells of his experience in Casablanca when he was caught in the rain and couldn’t find his hotel. He asked a storekeeper for help and the man not only wrote down the address in Arabic but accompanied him in the rain and helped him get a taxi. An Arab, says the priest, one of those people we consider to be terrorists.

The Mass is set to rhythmic music, the choir and the singing of the faithful. There is much energy and participation. The Our Father set to rock music is beautiful.

When leaving we run into Gov. Schwartzenegger and we greet him. “Look at these Italians” he says to a friend “they are always all dressed up –What a nice suede jacket Oscar!”

The governor of one of the most important states in the US isn’t surrounded by bodyguards unlike any minor Italian cabinet member. He is holding the hand of a lovely blond child who wants to leave while his smiling wife joins in the conversation.

Those who know him well say that Schwartzy is bored and there might be political possibilities for him in Washington. His reputation for caring about the environment might serve him well with present-elect Obama.

Several homeless men are stretched out on the lawn in front of the church. Santa Monica is full of homeless people and beggers.



Emanuele Urso, the King of Jazz

They played at my home in Rome years ago before we left for the US.

Alessio, the father, a scholar with a passion for the bass and the lute. Adriano, nine years old, chubby, and already an excellent pianist and Emanuele, seven years old, with a boisterous personality and already a very good clarinet and drum player.

Today Emanuele heads up a jazz group in great demand throughout Italy. The US Ambassador in Rome, Spogli, in recent years has wanted only Emanuele and his band for the 4th of July celebrations at Villa Taverna in Rome.

Some purists object to Emanuele’s flights of fantasy at the drums but it’s a matter of showmanship and people like to have fun. Emanuele knows both how to amuse and impress people with his talent.

We are talking about musicians of great preparation and experience. Adriano and Emanuele have degrees in piano and clarinet and Emanuele also teaches at a conservatory.

For years they have been performing in double breast suits.

“You have to respect yourself if you want the respect of others” says the young, but wise Emanuele. Our listeners should check out these virtuosos – its worth it. Go to my blog www.oscarb1.blogspot.com – look in the October archives.

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The Watts Towers

Watts is a area of Los Angeles known for riots in 1965 and again in 1992 both resulting in deaths, injury and widespread looting and damage of white-owned property.

Both times the rioting was set off by the behavior of white police officers but was essentially an explosion of pent up rage at mass unemployment, poverty and discrimination in this African American ghetto.

But Watts is also famous for its towers. The Watts Towers were built over a span of 33 years by an Italian immigrant construction worker, Sabato (Sam) Rodia between 1921 and 1954.


The towers are a complex of 17 inter-connected structures, two of which are over 99 feet high. Sabato Rodia built them using scrap material, steel pipes, cast off porcelain and tile.

His work, which now is considered to be a superb example of vernacular architecture and American naïve art, was repeatedly threatened with destruction and was vandalized by neighbors.

As for the municipality of Los Angeles, its intention was to condemn and raze the whole thing to the ground. In 1959 an actor, Nicholas King and and a film editor, William Cartwright, visited the site, saw the neglect, and decided to buy the property for $3,000 in order to preserve it.

King, Cartwright, and a curator of the Los Angeles County Museum of Art, along with area architects, artists, and community activists formed the Committee for Simon Rodia's Towers in Watts.

The Committee negotiated with the city to allow for an engineering test to establish the safety of the structures. For the test, steel cable was attached to each tower and a crane was used to exert lateral force. The crane was unable to topple or even shift the towers, and the test was concluded when the crane experienced mechanical failure.

Today the Towers are the site of a vibrant community arts center.

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American Factoids

In an interview with the London Times, Barack Obama said that if elected one of the first things he would ask for at the White House was the installation of a basketball hoop so he could practice his favorite sport. As for this flaws, Obama said he was a bit lazy and did not like to get up as early as his co-workers wished.

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There is an increasing number of suicides among middle aged women due to the economic crisis, divorce, abortion, too many responsibilities (children to raise and aged parents to care for), competition in the workforce and sexual competition.

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Malibu, Paradise Cove: a restaurant where you are served the usual enormous plates of fish that tastes like plastic. There are pictures on the walls of actors and actresses, snap shots of whaling ships, sailors, and old time musical trios. The price: $50 per person, without drinks.

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Malibu: even though it is prohibited, there are a lot of crazies who, high on beer and cocaine, engage in nightime surfing. A few end up on the rocks and the police and firemen have to come to the rescue, sirens blaring.

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(Beyond the News)

Circulation 12,000 in English and Italian
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Translation by Prof. Maria Enrico --- m.enrico@att.net
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