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A proposito dei Body Scanners


Quando si e' diffusa la notizia che l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale avrebbe intensificato l'installazione negli aeroporti americani dei 'body scanner' sono insorte subito le associazioni a difesa dei diritti del cittadino. E' stato tutto un fiorire di interviste sui principali canali teleisivi e radiofonici nelle quali i portaparola di queste associazioni hanno gridato all'ennesimo attentato del governo contro la privacy del cittadino, sottolineando che queste costose macchine rivelano i particolari piu' nascosti di un corpo umano.
Sul piano teorico si puo' anche dare ragione a questi rilievi. Sul piano pratico si tratta di atteggiamenti e prese di posizione che vanno contro la tutela dell'incolumita' dei cittadini che viaggiano in aereo.
La mancata tragedia natalizia di Detroit ha dimostrato che la fertile e satanica fantasia dei dirigenti di Al Qaeda non prende ferie. Si studiano nuovi modi per diffondere panico nella societa' occidentale. La guerra ormai permanente tra Islam e mondo industrializzato non conosce soste. Si ha un bel dire che la maggioranza dei musulmani non approva gli atti di terrorismo. Ma le rivoluzioni sono fatte dalle minoranze, non dalle maggioranze. Tipico esempio la Rivoluzione d'Ottobre del 1917 che ebbe il suo punto di forza nei giovani di media alta borghesia e negli ufficiali dello Czar.
Come si e' visto Al Qaeda pesca ormai nel serbatoio dei musulmani di alto livello intellettuale. I terroristi suicidi del settembre 2001 erano in larga parte laureati. Per riferirci a fatti recenti, il maggiore Nissan M. Hassan che ha ucciso a Fort Hood 13 commilitoni era un medico specializzato in psichiatria. Il nigeriano del volo Northwest Amsterdam Detroit un giovane bene, figlio di un banchiere, con alle spalle anni di studio in Inghilterra.
Passando dalle bombe nelle scarpe a quelle nelle mutande non e' difficile pensare a candidati al suicidio terroristico portatori fisicamente di esplosivi. Del resto la triste sorte di molti contrabbandieri di droga che ingurgitano sacchetti di cocaina fa testo: muoiono tra grandi tormenti quando qualcuno di questi involucri viene sciolto dai succhi gastrici dello stomaco.
Prima del 2001 chi avrebbe pensato che per prendere un aereo fosse necessario levarsi le scarpe, mettere giacche, portafoglio, telefono, laptop, gioielli nei vassoi del controllo sicurezza?
Da allora viviamo in un contesto sociale in cui le nostre liiberta' come individui cedono il passo rispetto alle minacce portate alla collettivita'.
Percio' rassegnamoci a farci fotografare in aeroporto anche le nostre 'cavita' piu' intime. Gli unici a temere ispezioni a fondo saranno i portatori di 'body pearcing' sui genitali. Ma e' proprio il caso di dire che si tratta di cavoli loro.

A proposito delle leggende metropolitane

L'impagabile Franco Biccari ci manda questo 'cammeo' di Fine Anno"
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Cari amici,

in prossimità della fine del 2009 desidero ringraziare per tutte le e-mail che mi sono state inoltrate durante quest'anno. Ringrazio chi mi ha mandato la mail che parlava della cacca di topo nella colla delle buste, così adesso uso una spugnetta bagnata ogni volta che devo chiudere una lettera.

Ho terminato i miei risparmi perché ho mandato tutto alla ragazzina malata che sta per morire in ospedale per la 387.258° volta. Ma andrà meglio dopo che avrò ricevuto le 15.000 Sterline che Bill Gates e la Microsoft mi manderanno per partecipare al loro speciale programma di mail.

In alternativa, negozierò col cassiere capo della Banca di Nigeria che vuole dividere con me 7.000.000 di dollari dicendo di essere un lontano parente di un correntista che è morto senza lasciare testamento, accontentandosi di un mio contributo di soli 200 Euro. Non mi preoccupo per me, perché ci sono 363.214 angeli che mi guardano le spalle ed ho imparato che le mie preghiere vengono ascoltate ed esaudite solo se inoltro le mail a sette amici ed esprimo un desiderio entro i successivi cinque minuti. Non bevo più Coca Cola perché è in grado di rimuovere le macchie dalla tazza del cesso. Non faccio più benzina senza portare con me un amico che controlli che un serial killer non si nasconda sul sedile di dietro mentre riempio il serbatoio. Non vado più ai centri commerciali perché qualcuno potrebbe drogarmi con un campione di profumo e derubarmi. Non rispondo più al telefono perché qualcuno potrebbe chiedermi di digitare un numero e poi riceverei una bolletta telefonica con migliaia di chiamate in Jamaica, Uganda, Singapore e Uzbekistan.

Non posso neppure raccogliere la banconota da 5 euro che ho trovato per terra in parcheggio perché probabilmente è stata lasciata lì da un molestatore sessuale che aspetta dietro una macchina per abusare di me.

Se non mandate questa mail ad almeno 144.000 persone nei prossimi 70 minuti un enorme gabbiano con la diarrea vi cagherà in testa domani alle 5,22: lo so per certo perché è già successo ad un amico di un vicino dell'ex suocera del secondo marito di mia cugina.

"Don't tase me, bro!"

Una Corte Federale d'Appello ha emesso una sentenza che rappresenta una rivoluzione nel modo in cui i poliziotti americani gestiscono situazioni di presunto pericolo determinate da persone psicolabili o non armate ma sovraeccitate. La sentenza in pratica va contro gli interessi della Taser, l'azienda che produce lo stun gun, una specie di pistola che spara ad una distanza di cinque metri due cavetti collegati a punte di rame che infilandosi nel corpo dell'avversario generano una scossa elettrica che lo trasmortisce. L'uso sempre piu' frequente di questo sistema di offesa ha causato danni irreparabili a chi ne e' stato colpito ed anche morti in soggetti con problemi cardiaci. Nell'area di Sacramento sono nove le vittime del Taser. La Corte di San Diego si e' basata sul caso di Carl Bryan di 21 anni, che e' stato fermato perche' non aveva allacciato la cintura di sicurezza e non aveva obbedito all'ordine del poliziotto di restare in auto. Il giovane era agitato perche', si e' saputo poi, era stato buttato fuori casa da una donna con la quale si era accompagnato. Senza un preavviso il poliziotto spara i dardi che colpiscono Carl Bryan ad un braccio e scaricano una corrente elettrica di 1200 volts. Il ragazzo cade faccia a terra si spezza i denti dell'arcata superiore, stato commotivo e ferite varie. Il poliziotto e' stato condannato per uso eccessivo della forza e violazione dei diritti costituzionali. Gli avvocati ritengono che questa sentenza costituisca ora un punto fondamentale per risolvere altri casi. I turisti italiani che vengono in America sono invitati a non fare i gradassi con i poliziotti. Qui si usa dire: "Don't tase me, bro!"



Burocrazia: il vero nemico


Dal New York Times:

"But a review of government audits and interviews with experts inside and outside the government also shows that the system has been slow to make even bigger changes because of a balky bureaucracy, fickle politics and, at times, airline industry opposition. It has also squandered tens of millions of dollars on faulty technology, like high-tech “puffer” machines that repeatedly broke down and flunked the most basic test: they failed to detect some explosives.

As a result, the government has delayed putting in place some of the most important recommendations from the Sept. 11 commission report, which examined the missteps that led to attacks on the World Trade Center and the Pentagon in 2001.

For example, the government has yet to fully deploy a sophisticated method of matching passenger names with terrorist watch lists. And it has still not finished changes that would make it harder for terrorists to sneak bombs into airplane cargo holds, according to government reports."

L'esplosivo nella mutanda

Non sappiamo se dobbiamo gioire o preoccuparci. Oggi all'aeroporto internazionale di Washington, Foster Dulles, la gente in fila ai controlli di sicurezza aveva espressioni tese. E non scocciate come succede ormai da anni, quando bisogna prendere alcuni vassoi di plastica metterci sopra le scarpe, la giacca, la cintura, il portafoglio, il cellulare, i gioielli veri o fasulli, il computer che deve essere tirato fuori dalla valigetta. Per non parlare del gatto o del cane. Bisogna farli uscire dalla loro borsa viaggio, quando siamo alla bocca del metal detector. Ed il mio gattino (dieci chili) in genere e ' a questo punto che decide di inscenare la solita farsa che si conclude con artigli infilati nel corpo del suo adorato padrone e agenti della sicurezza che fanno battute del tipo: "Ma questo non e' un gatto. E' un leone."
Non sappiamo se dobbiamo solo gioire per lo scampato pericolo dei 278 a bordo del volo Delta, Amsterdam Detroit, che ha rischiato di esplodere a poche decine di minuti dall'atterraggio quando un giovane terrorista nigeriano, figlio di un facoltoso banchiere, ha tentato di innescare l'esplosivo che si era portato dietro.
Non sappiamo se dobbiamo preoccuparci perche' dalle prime indagini risulta che all'imbecille i capi di Al Qaeda avessero imposto un paio di mutande dove, in zona genitale, erano ricavati due sacchetti. Il primo contenente il potente Petn, che, nonostante il nome che ricorda gli animaletti domestici, e' l'esplosivo che e' stato piu' usato nella Seconda Guerra mondiale, ha un costo inferiore a quello di altre sostanze esplodenti e viene usato largamente nell'abbattimento dei vecchi fabbricati e nel disboscamento. Il secondo: l'innesco.
Il giovane nigeriano, dopo una lunga sosta nella toilette, ha cominciato ad armeggiare all'interno delle sue mutande riparandosi con una coperta. Poi qualcosa non ha funzionato, per fortuna. E dalla culotte e' scaturita una fiammata. Gli altri passeggeri gli sono zompati addosso. L'aereo e' atterrato senza conseguenze. Grande la gioia di tutti.
L'attentatore e' stato portato in ospedale con gli zibidei fumanti e piu' tardi incriminato per attentato terroristico. Come minimo rischia il carcere a vita, pena comminata anni fa ad un altro deficiente, allevato anche lui in Inghilterra, che aveva l'esplosivo nelle scarpe da ginnastica.
Ma il problema adesso si trasferisce su i milioni di viaggiatori in attesa di ritornare alle loro dimore dopo la pausa festiva. Fino a che punto saranno da ora in poi estesi i controlli corporali, alla ricerca delle ormai famose mutande Al Qaeda che fanno concorrenza con i minisplip tanga della collezione Victoria Secret?
Ma si': cerchiamo di sorridere su questa orrida storia. Circondati come siamo da una realta' che non sai piu' se e' desolante o sarcastica. Con i media di tutto il mondo che hanno dedicato negli ultimi giorni grande spazio al folle che ha tirato in faccia al Premier italiano una riproduzione del Duomo di Milano (andata a ruba e ormai introvabile nella capitale lombarda). Con la demente italo-svizzera che fa un volteggio sopra la transenna nella navata della basilica di San Pietro e si precipita contro il Papa, lo spintona e lo fa cadere. Con la Regina di Inghilterra che si fa fotografare mentre prende la metropolitana come un suddito normale. Figurati. Ed il Principe Williams che trascorre una notte sui cartoni, in mezzo ai barboni di Londra per vedere che effetto fa.
Comunque, ragazzi: tanti cari Auguri per il prossimo Anno. E che le annunciate indagini ginecologiche e prostatiche di prossima attuazione negli aeroporti ci portino un po' di fortuna. Non certo sollievo.

AVATAR non lo puoi evitare


"Non possiamo non vedere Avatar!" Questo l'invito perentorio della fanciulla che da alcuni decenni condivide il mio talamo nuziale.
Ma "Avatar" (l'ultimo film del regista Cameron , 300 milioni di dollari di costo ai quali devono essere aggiunte altre centinaia di milioni per pubblicita', marketing, merchandising, e via discorrendo) non puo' essere visto su schermo normale.
Bisogna andare in un cinema dotato di impianto IMAX a tre dimensioni perche' questo film, a detta di chi se ne intende, ha aperto una nuova strada sulla quale si stanno avviando anche tutte le altre maggiori produzioni: non solo alta fedelta', ma anche 3D e domani ci metteranno anche i sedili con animazione e emissione odori e profumi.
Durata: due ore e 41 minuti, alle quali bisogna aggiungere le presentazioni dei film che saranno nelle sale nei prossimi mesi.
Unico IMAX vicino, si fa per dire , a casa mia e' ad Alexandria. Sono 40 minuti di auto, scansando le lastre di ghiaccio e i montarozzi di neve ai bordi delle strade.
Il film non ve lo racconto perche' dovete anche voi andare a vederlo. Si tratta di un prodotto di altissimo livello tecnologico. I giovani con i quali mi ero accompagnato sono rimasti entusiasti.
Chi vi scrive ha trovato il modo di cadere profondamente addormentato nel mezzo di una inesauribile caccia tra un mostro e Avatar, mentre mi arrivavano in faccia colpi di bazzooka e altri utensili grazie al prezioso tridimensionale (gli occhiali speciali vengono forniti ala cassa) e la musica strepitava con una colonna sonora a tutto volume.
E, come mi faceva notare uno dei miei figli, e' proprio un problema di cultura generazionale.
Dimenticavo di dire che lo spettacolo al quale abbiamo assistito era quello dell 11:15 di mattina, ovviamente. Tutti gli altri sono "sold out".

I problemi della neve nella Capitale USA


Il canale televisivo e radiofonico piu' seguito in America e' Weather Channel. La trasmittente che ti da' un aggiornamento costante delle condizioni meteo a livello nazionale e locale, funzionamento degli aeroporti, intasamenti sulle autostrade. In una nazione in cui vi sono regioni che vivono sotto la spada di Damocle delle trombe d'aria, marine o terrestri che siano, degli uragani che vengono dall'Atlantico soprattutto in questa stagione, e' fondamentale essere informati su quello che sta per pioverci addosso. E' proprio il caso di dirlo. Washington e' stata coperta da 60 cm di neve in questi giorni. Anche nel nord est dell'America ci sono state interruzioni ferroviarie, centinaia di automobilisti bloccati dalla tempesta di neve, migliaia di persone che hanno dovuto passare al freddo intere giornate, perche' ghiaccio e neve accumulati sugli alberi li hanno fatto crollare trascinando nella caduta i cavi della corrente elettrica, del telefono e della tvcavo. Ma se si considera ad esempio la Capitale che differenza con quanto accaduto anni fa in occasione di altri snow storm. Nel 1995 era ancora sindaco un certo Marion Berry, messo in galera per uso e spaccio di droga, il quale fece spalare solo le strade del suo quartiere. Oggi il giovane sindaco Adrian Fenty ha predisposto con largo anticipo tutto il sistema antineve. E dopo poche ore le principali strade erano percorribili. Quanto alle secondarie se qualcuno ha dei problemi, basta che telefoni all'ufficio del sindaco e nel giro di qualche ora gli verra' inviato uno spazzaneve. Ed anche questa e' America.

Pubblichiamo di seguito questo commento di Berselli su Repubblica, perche', qualunque sia l'angolo dal quale lo si considera, contiene a nostro parere elementi di grande buon senso.
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IL COMMENTO

La pubblicità del Cavaliere

di EDMONDO BERSELLI


Gli ultimi sondaggi sembrano attestare una significativa crescita di consenso di Silvio Berlusconi dopo l'aggressione di Piazza del Duomo (l'indice sarebbe cresciuto di sei-sette punti). I numeri sono la prova provata del successo propagandistico ottenuto dalla campagna del Pdl.

In sintesi, secondo Fabrizio Cicchitto e soci: i nemici del Cavaliere hanno creato un clima di odio, e in questa atmosfera livida si è scatenata la violenza di Massimo Tartaglia. Uno "psicolabile", che però ha riassunto nel suo gesto l'avversione antropologica verso il premier, un sentimento che secondo il sondaggista Renato Mannheimer accomuna il 20-25 per cento del centrosinistra.

L'aspetto pubblicitario di questo argomento è stato immediatamente raccolto ieri nella telefonata del premier ai giovani del Pdl radunati a Verona. Il ragionamento di Berlusconi è stato di una semplicità assoluta. Quando si racconta che il capo del governo non soltanto frequenta minorenni (e prostitute), ma viene additato anche come corruttore, mafioso e stragista, non c'è da stupirsi se certe menti deboli si fanno prendere la mano. Fin qui l'inversione dei fatti e delle responsabilità è vistosa. Le accuse, o almeno le critiche, a Berlusconi non derivano da un "cervello unico della sinistra"; a parlare di minorenni è stata Veronica Lario; di escort un'inchiesta giudiziaria barese; di corruzione di testimoni (il caso Mills) la sentenza di un tribunale, di mafia un pentito nel corso di un processo regolarmente istruito.Ma ignorare la realtà è una delle migliori specializzazioni del Pdl. Di fronte a ogni contestazione sui fatti, in base a notizie circostanziate, i portavoce della destra rispondono strillando contro i fomentatori di odio e i celebri mandanti morali. Quando in realtà, di fronte a ciò che dicono, che so, Marco Travaglio o Antonio Di Pietro, si tratterebbe solo di capire se è vero o se è falso. Al di là della loro aggressività possono essere smentiti o no? Da parte dei "combattenti" della destra, come Maurizio Lupi e Fabrizio Cicchitto, non si è mai ascoltata una contestazione seria su fatti ed episodi concreti. In questo modo la retorica nazionale sull'odio è diventata un dato di fatto, una specie di incontestata realtà ambientale. E Berlusconi, che ha fabbricato una carriera politica proprio dividendo in due la società italiana e separando i nemici, "i comunisti", dai cittadini per bene, oggi può consentirsi di fare il benevolo padre della patria, augurandosi che "da un male nasca un bene" e che l'odio svanisca dalla politica.

Sarebbe tuttavia un fraintendimento, e grave, pensare che il premier sia cambiato. E che sia cambiata la sua concezione della politica. Vero è che dalla convalescenza di Arcore sfoggia formule di tolleranza volterriana ("Da quest'ultima esperienza dobbiamo essere ancora più convinti di quanto abbiamo praticato fino ad oggi e cioè che sia giusto il nostro modo di considerare gli avversari come persone che la pensano in modo diverso da noi, ma che hanno il diritto di dire tutto ciò che pensano, che noi dobbiamo difenderli per far sì che lo possano dire e che non sono nemici o persone da combattere in ogni modo, ma sono persone da rispettare. Lo facciamo noi con gli altri e ci piacerebbe che lo facessero gli altri nei nostri confronti").

Tuttavia queste sono parole. Dietro ci sono le idee. E le idee di Berlusconi sulla democrazia liberale sono a dir poco singolari. Perché il premier e i suoi uomini sono convinti di poter imporre la loro agenda politica anche all'opposizione. Sarebbe utile formulare un programma di riforme istituzionali per rendere più efficiente lo Stato e più giusta la giustizia? Già, ma per avviare un riforma condivisa il Pd faccia il piacere di liberarsi dall'alleato più ingombrante e vocale, cioè Antonio Di Pietro, ormai demonizzato senza pietà come un eversore. E Pier Luigi Bersani si tolga dai piedi le ultime cianfrusaglie movimentiste, rinunci alle idee "socialiste", e se è il caso abbandoni al loro destino anche gli esponenti più combattivi, i "bolscevichi bianchi" irriducibili al "consenso organizzato" (di brezneviana memoria) come la pasionaria Rosy Bindi.

A suo modo la concezione di Berlusconi è talentuosa, anche se lontana da ogni concezione moderna della democrazia. Il premier sta rivelando ciò che ha sempre pensato, nella sua ormai lunga carriera pubblica. La politica è unica, senza distinzioni fra maggioranza e minoranze. Senza articolazioni culturali, ideologiche e neppure organizzative. Si tratta semplicemente di annettere per corporazioni, o per "caste", i blocchi politici dell'intero spettro rappresentativo. Il resto viene di conseguenza: riforme concesse dall'alto, come le costituzioni nell'Ottocento, per ritagliare giochi di ruolo da attribuire a partiti-simulacro. Una società d'ordini come nell'ancien régime. Retorica epocale su federalismi e autonomie, in modo da nascondere la realtà del comando unificato e dell'opposizione ridotta a flebile strumento di sua Maestà. Una Costituzione aziendale per assecondare il decisionismo post-democratico. E sullo sfondo, insieme con il perdono di Stato per il premier-sovrano da attuare con leggina ad personam, o con inciucio kolossal, ecco infine l'immagine che incombe sul sistema democratico: quella del "partito unico", approvato con elevati sondaggi e un senso di liberazione dall'odio dalla democraticissima e disincantata Italia contemporanea.


Quando la nonnina andò in tribunale

Inviataci dalla nostra amica Lucilla di Roma


Gli avvocati non avrebbero mai dovuto rivolgere una domanda ad una nonnina del Mississippi, se poi non erano preparati alla sua risposta

Durante un processo, un pubblico ministero di un paesino del sud degli Stati Uniti chiamò il suo primo teste, una anziana nonnina, alla sbarra. La salutò e le chiese: “Signora Jones, mi conosce?”.

Lei replicò: “Certo che la conosco, signor Williams. La conosco da quando era ragazzo, e sinceramente non mi è mai piaciuto. Lei mente, tradisce sua moglie, manipola le persone e parla alle loro spalle. Lei pensa di essere un grand’uomo, ma non ha neanche abbastanza materia grigia per capire che non sarà mai niente di più che uno squallido burocrate. Si, la conosco”.

L’avvocato sbiancò. Non sapendo cosa dire, indicò l’altro lato dell’aula, e disse: “Signora Jones, conosce l’avvocato della difesa?”.

Lei rispose: “Certamente. Conosco anche il signor Bradley da quando era un ragazzo. E’ un pelandrone, bigotto, e ha problemi di alcolismo. Non è in grado di mantenere un normale rapporto con nessuno, e il suo esercizio dell’avvocatura si può dire che sia il peggiore di tutto lo stato.

Per non dire che ha tradito sua moglie con tre donne. Una di queste era sua moglie. Si, lo conosco”.

All’avvocato della difesa per poco non venne un colpo.

Il giudice, a quel punto, chiese al pubblico ministero e all’avvocato di avvicinarsi al banco e, a voce bassissima, disse: “Se uno di voi due idioti osa chiederle se mi conosce, vi mando entrambi alla sedia elettrica!”.


Una data che ha cambiato il mondo: 17 dicembre 1903


In un campo a Kill Devil Hills Orville e Wilbur Wright riuscirono a staccarsi dal suolo facendo i primi voli con il loro Flyer.
Il primo volo, quello di Orville, fu di 37 metri percorsi in 12 secondi. Gli altri due voli sono stati compiuti dai due fratelli su una distanza di 53 metri.
Il Flyer restaurato e' esposto presso lo Air Space Museum di Washington DC.

Dopo anni di ritardi la Boeing ha effettuato il primo volo del superannunciato B.787.

A proposito del pilota automatico

The New York Times
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December 17, 2009
Op-Ed Contributor

Pilots on Autopilot

Pensacola, Fla.

THE Northwest Airlines pilots who became so absorbed in their laptop PCs that they flew 150 miles past their destination have added to the concerns of the public, during this busy holiday travel season. This incident should also be a wake-up call to the aviation industry.

Decades of technological enhancements and automation have made flying undeniably much safer but also fostered a subtle disconnect between pilots and the planes they fly. Designed to reduce crew workload and enhance safety, today’s highly automated aircraft can leave pilots so detached from flying that they become almost like passengers on their own flights. That’s apparently what happened on Northwest Flight 188.

Once the busy takeoff and departure was behind them and their aircraft was at cruising level, with the autopilot and the flight management system doing all the flying and navigating, the pilots felt comfortable enough to get to work on a new crew scheduling program. In cruise flight, all they were required to do was monitor the plane’s flightpath, have an awareness of other traffic, monitor systems and respond to radioed air traffic control instructions. Pilots call it being “situationally aware.”

But these pilots’ preoccupation was so deep that situational awareness went out the window and even radio calls were tuned out. The plane was on its own and this crew was along for the ride just like the folks in the back. What got the crew into this pickle was thousands of hours in highly reliable, automated planes that over time made them ever more confident and blunted their need to be involved in the tasks of flying.

In contrast, the early years of jet travel required far more crew involvement and there was always something to do or watch over. When I was a Pan Am Boeing 707 co-pilot in the late ’60s, few cockpit controls and systems were fully automated. Most required periodic attention and resetting to operate properly.

After a series of computations for temperature, altitude and other considerations, engine thrust had to be carefully set for takeoff and reset during climb and cruise. Controlling pressurization and adjusting cabin cooling was a respected art performed by the flight engineer, who also made sure that the wings stayed in balance and fuel from the plane’s seven tanks fed the engines. Flying over land, pilots continually retuned and identified navigation radios, reset courses and adjusted heading for wind drift.

Flying over the ocean still required a knowledge of celestial navigation. Our 707’s had a periscopic sextant on board that could be popped through a small round hatch in the cockpit ceiling for star shots. On Atlantic crossings, pilots used a World War II-era long-range radio navigation system known as Loran to manually plot position. On some long Pacific flights where Loran coverage was too sparse, navigators were the hardest workers, taking star shots, measuring drift and passing heading correction slips to the pilots.

These disciplines required extreme accuracy and skill. And with all the numbers and variables of this demanding work, errors were expected and occurred. That’s why Pan Am required additional verification steps from another pilot to confirm each course change or future position. In short, even when things were going smoothly during level cruise flight, cockpit crews had to be more actively involved to get where they were going.

By the early 1980s, aircraft systems and automation had evolved significantly. Most of the manual chores of staying on the airways or oceanic tracks were eliminated. In many planes, there was no longer a flight engineer sitting sideways behind the pilots, facing a bank of gauges, status lights, toggle switches and levers to operate the plane’s systems. Those functions had been automated, their controls condensed and placed in the pilot’s overhead panel.

By the late ’80s, I was a captain on the A310, a highly automated Airbus jet. I had evolved from the hands-on flier of my earlier years to a systems manager, controlling the plane with a flight management keyboard. During qualification training, pilots quipped that to pass their F.A.A. simulator checkride they had to be able to type 50 words a minute. It was a joke, but not far from the truth. Today it’s the way we fly new airliners, with G.P.S. accurate to within a few feet and computers, known as fly-by-wire systems, sending commands to the engines and all flight control surfaces.

The challenge now is to keep airline crews connected and aware when all this automation relieves them of the details and tasks that kept pilots on their toes in years past. Manufacturers must develop an effective alerting system to complement — or rather mitigate — the effects of advanced automation.

Designing an alert intrusive enough to yank crews back to reality in moments when they’re not responding to conditions won’t be easy and it will have to be right. Today’s cockpits are already filled with annunciator lights, caution lights, and all sorts of indicators and displays, most with their own distinct sounds and decibel levels. Aviation accidents often involve inappropriate or misunderstood alerts, which in some cases were even disconnected before a crash.

But the best safety device is the pilot, who, deep down, regardless of the aircraft, retains a sense of fallibility and vulnerability. No system can ever substitute for that.

Arnold Reiner is a retired airline captain and a former director of flight safety at Pan Am.

Tomografia computerizzata e tumori


Gli avvocati americani specializzati in malasanità si stanno fregando le mani. Uno studio pubblicato dall’autorevole rivista Archives of Internal Medicine suggerisce che le radiazioni di una macchina per tomografia computerizzata, che da queste parti si chiama CT Scan, possono portare ad un notevole incremento del rischio di tumore. Della notizia si sono subito impossessati tutti i media statunitensi creando una ondata di panico tra i pazienti che si sono sottoposti a questo esame, ormai diventato di routine soprattutto per chi voglia accertare il funzionamento del proprio apparato cardiovascolare. Su quasi 30mila nuovi tumori all’anno si ritiene che la metà siano attribuibili alle radiazioni da tomografia computerizzata. In America si eseguono ogni anno più di 70 milioni di queste indagini mediche. I risultati della inchiesta condotta da CNN, per esempio, dimostrano che mentre un normale esame emette non piu' di cento radiazioni vi sono molti casi nei quali si superano di gran lunga le 400 radiazioni. Le nuove apparecchiature, a detta dei costruttori, hanno ridotto molto questo pericolo. Il CT Scan può creare delle mutazioni nel DNA del paziente. A rischio sarebbero soprattutto quelli che si sono sottoposti a angiografia un esame - a detta dei medici- californiani- nel quale la quantità di radiazioni è maggiore. La soluzione è quella di sottoporsi alla risonanza magnetica. Questa notizia fa seguito a quella che suggerisce alle donne di non fare frequenti mammografie, pena il rischio del cancro. Insomma: da una parte c’è l’interesse delle industrie che producono queste attrezzature e dall’altra i pazienti che continuano a fare da cavie.

Suonare la chitarrina




Henry Ford e' passato alla storia per il modello T, l'auto fabbricata in serie che ha motorizzato l'America ed e' stata prodotta dal 1908 al 1927. Un altro americano e' passato alla storia per avere rivoluzionato il concetto di chitarra. Si tratta di Leo Fender che nel 1949 inventa e si mette a produrre la prima chitarra 'solid body'. Una specie di tagliere di legno massiccio con due pick up elettrici e collegata ad un amplificatore. Da allora il mondo della musica pop vive solo sulla scia di questa invenzione che oltretutto ha tagliato le gambe in termini di costi alle chitarre acustiche spagnole prodotte in maniera liutaia. Ma le chitarre Stratocaster della Fender hanno un inconveniente: pesano molto proprio perche' costituite da un blocco di legno massiccio senza cassa di risonanza. Una chitarra fatta da uomini per uomini. Una chitarra da testosterone. E le donne che si avvicinano a questo tipo di strumento finiscono per abbandonarlo, proprio per il peso. Una musicista rock che deve agitarsi oltre che suonare su un palco per alcune ore si ritrova alla fine stressata per la fatica fisica oltre che per l'impegno artistico. Ma l'America degli inventori non e' rimasta indietro. Daisy Rock e' una piccola azienda di Los Angeles che produce da qualche anno chitarre che sono adatte alle donne. Piu' leggere, con disegno che si adatta alle linee tondeggianti del corpo della donna, stanno ottenendo un successo di mercato crescente al punto di essere entrate nell'occhio del piu' diffuso quotidiano americano: USAToday. A dar vita a questa azienda ci ha pensato Tish Ciravolo, oriunda italiana di terza generazione. Daisy Rock ha venduto dal 2000 oltre 150mila chitarre, molte delle quali hanno forme particolari. Tutte comunque con colori femminili che vanno dal rosa al turchese. Inutile dire che le altre aziende di chitarre come la Fender e la Gibson si sono messe a criticare la piccola azienda californiana, definendo la sua produzione un attentato all'uguaglianza dei sessi. Ma, critiche a parte, hanno cominciato a dar vita a modelli sempre piu' leggeri dedicati al pubblico femminile.

Parlare, non urlare

L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha detto "Vicino a chi è stato offeso. Serve abbassare i toni della tensione: è un Paese che ha bisogno di parlare e non di urlare"

Attentato a Berlusconi e attentato a Togliatti


Alle 11.30 del 14 luglio 1948 Palmiro Togliatti viene colpito da tre[53] colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata mentre esce da Montecitorio in compagnia di Nilde Iotti.

L'autore dell'attentato a Togliatti è Antonio Pallante, un giovane iscritto al blocco liberale qualunquista, spaventato dagli effetti che la presunta politica filo-sovietica del "Migliore" avrebbe potuto avere sul Paese. I proiettili sparati da una pistola calibro 38 colpiscono il leader del PCI alla nuca e alla schiena, mentre una terza pallottola sfiora la testa dello statista. Ricoverato d'urgenza, Togliatti viene operato dal chirurgo Pietro Valdoni.(da Wikipedia)

Ci volle la vittoria al giro di Francia di Gino Bartali per calmare la situazione che stava degenerando in un guerra civile.


Dispiace per l'aggressione a Silvio Berlusconi. Purtroppo si tratta di un rischio calcolato per chi fa politica al massimo livello. Auguri di un pronto ristabilimento. Ma dove stava il servizio di sicurezza del Cavaliere?

Certo che se volessimo cercare oggi un ciclista in condizione di tranquilizzare il Paese non riusciremmo a trovarlo. Primo, perche' il ciclismo non ha piu il fascino di 70 anni fa. Secondo, perche' molti dei ciclisti si dopano e finiscono male.

Inutile Dialogo Platonico di Fine Anno

Fedone:

Maestro di preclare virtù. Sono salito all’Olimpo (che fatica!) per porgerle i miei devoti auguri per il prossimo Anno nuovo.

Platone: Caro Allievo. Sono estasiato nel vederti. Sono passati mesi dal nostro ultimo incontro e devo riconoscere che qui la fauna olimpica è molto rincoglionita. Dimmi, mio caro: che cosa hai fatto di bello durante questo periodo?

Fedone: Maestro di inossidabili convincimenti. Ho girato, ascoltato, studiato, amato, valutato e ponderato.

Platone: In quali paesi sulla Terra ti sei soffermato?

Fedone: In America e in Italia. In tutte le altre nazioni è un mortorio generalizzato.

Platone: A quali convincimenti sei dunque pervenuto?

Fedone: In America questo Obama sta rivoluzionando economia e finanza. Se riuscirà a far passare la legge sulla sanità, passerà alla storia come uno dei più grandi presidenti di quello straordinario Paese.

Platone: Ma Fedone caro: come fai a sostenere una tesi siffatta quando le percentuali di gradimento espresse nei sondaggi sono tra le più basse della storia americana?

Fedone: Certo se lei Maestro di indiscussi talenti retroattivi si ciba solo della Fox di Rupert Murdoch o dei vaniloqui di Rush Limbaugh il suo giudizio non potrà mai essere obiettivo. Prenda l’immagine della famiglia Obama e l’importanza che questo messaggio di amore e di compostezza dà a tanti Americani. E soprattutto ai neri.

Platone: È d’uopo ammettere che gli Obama sono giovani e belli. Ma la maggioranza degli americani continua a divorziare in media dopo due anni dalla cerimonia del matrimonio.

Fedone: Se è per questo in Italia non si sposano nemmeno, vuoi perchè non ce la fanno a mettere su una famiglia normale, vuoi perchè uomini e donne rifiutano ormai legami permanenti che sono noiosi. E poi c’è il problema del sesso..

Platone: Racconta e consentimi di rimembrare stagioni appassionate di incontri ambosessi.

Fedone: Prenda il caso del famoso golfista Tiger Woods. La moglie, fredda svedese, lo prende a randellate quando un tabloid pubblica la storia della sua ultima scappatella extramatrimoniale. È poi un fiorire di mignotte che dichiarano di avere fatto sesso con la Tigre del Green. E vai a sapere se lo dicono per avere soldi, farsi pubblicità. O tutte due. Nel paese del contrimento e della confessione in pubblico (non nel confessionale) Tiger dichiara che si ritira dallo sport attivo.

Platone: Secondo il mio illuminato pensiero ha fatto male. Soprattutto quando si tratta di donne bisogna fare come diceva il mai dimenticato avvocato Agnelli: ”Negare sempre, negare tutto”.

Fedone: A parte che si tratta di un noto detto mafioso, ero sicuro che lei avrebbe trovato delle attenuanti a questi comportamenti. In America non è che siano migliori rispetto, diciamo, agli italiani. Basta pensare che l’industria del porno degli Stati Uniti fattura più del cinema normale. Ma la morale protestante non fa sconti: per cui se sei un uomo politico, un campione dello sport o una star dello spettacolo e sei pure sposato, se fai le corna alla moglie entri in un tritacarne senza fine. La ragione è semplice: chi è famoso non può pretendere che la sua vita privata sia disgiunta da quella pubblica. Perchè si tratta di un modello di riferimento che influenza nel bene e nel male milioni di persone. E questa è la grande differenza con la morale italiana dove con tre pater-ave-gloria i peccati sono rimessi e si ricomincia di nuovo.

Platone: Un atteggiamento illiberale, il tuo. Ognuno deve essere libero di farsi in privato i fatti propri.

Fedone: Il politico che si fa pagare le escort che ospita nella sua magione strettamente controllata dai servizi di sicurezza o quello che va a trans con autista e auto pagata dal contribuente sono secondo lei un bell’esempio di comportamento?

Platone: Immaginavo che tu, diletto allievo, saresti caduto nel tuo solito vizio d’origine. Quello di criticare l’unico presidente del governo italiano che in 150 anni di storia ha regalato al popolo italiano qualcosa di veramente solido e concreto. Al punto che ha dovuto ammettere in un consesso internazionale che gli italiani lo amano perchè ha le palle solide. Caro Fedone: ma ti rendi conto che questo sublime statista è riuscito nel giro di pochi anni a svecchiare il linguaggio ammuffito della diplomazia internazionale, dandogli colore, vivacità e pennellate di umorismo?

Fedone: Ma quale umorismo? Si rende conto che i traduttori ufficiali dei 27 paesi dell’Unione Europea sono stati tramortiti da questa frase che hanno cercato in qualche modo di rendere efficace nella propria lingua di riferimento? La domanda era: si trattava solo di una battuta di greve umorismo oppure il premier aveva voluto lanciare un messaggio del tipo: “Tutti quelli che hanno più di 70 anni e sono dotati di attributi solidi come me, grazie a dosi massicce di Viagra e Cialis, votino e facciano votare per il mio nome ed il mio partito. Gli ammosciati votino pure per la sinistra ed i comunisti. E guardi che il corpo elettorale sta ormai invecchiando velocemente mentre sale l'astensionismo tra i giovani che se ne fregano della politica.”

Platone: Fesserie, mio Fedone. In quel metro e 69 centimetri di primierato italiano (senza tacchi) vi sono energie senza fine. Un fenomeno naturale che dovrà essere studiato dagli scienziati attentamente dopo la sua dipartita che gli auguriamo essere tra almeno quaranta anni. Nonostante la campagna stampa montata contrro di lui dalla stampa internazionale e nonostante la moltitudine di giudici comunisti annidiati nella magistratura italiana.

Fedone: E dire che il suo caro amico Putin (quello che gli ha regalato il letto delle bisbocce) è stato per anni a capo del KGB. E dire che il Nostro frequenta con piacere dittatori del tipo Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia. Caro Maestro, mirabile esempio di purezza ideologica: è meglio che me ne vada perchè con lei non si può dialogare. E poi mi ricordo quando da giovane faceva pagare ‘pegno’ (il cosiddetto ‘amore alla greca’) ai suoi amatisssimi allievi. Me compreso. Buon Anno.

Sesso extraconiugale e privato in America

Il sesso estraconiugale continua a tirare alla grande in America. Tutti i media americani sono pieni di Tiger Woods, delle sue avventure con fanciulle pronte a rivendicare fama e soldi per avere passato qualche ora con il supercampione abbronzato. Tiger Woods è l’atleta più pagato del mondo perchè il golf è lo sport che consente anche a milioni di vecchietti di praticarlo. E si tratta di una fascia di alto consumo. E così l’esuberante Tigre del golf ha deciso di lasciare indefinitamente lo sport nel quale suo padre lo ha iniziato quando aveva tre anni. Per salvare la sua vita privata, ha detto. Ma in America non esiste vita privata per un uomo pubblico, sia egli un politico o una star del cinema o dello sport. Perchè in una società dominata dai media il personaggio è percepito in maniera globale. Il suo comportamento personale non va disgiunto dalle sue prestazioni professionali perchè costituisce un modello di riferimento per milioni di persone. La decisione di recuperare il proprio privato costa, soprattutto economicamente. Sicuramente tra qualche anno rivedremo Tiger sui campi di golf perchè la domanda degli appassionati è fortissima. In un paese in cui la contrizione pubblica fa parte della cultura dominante Tiger tornerà presto sulle prime pagine dei giornali come sportivo e testimonial superpagato delle migliori marche.

Il problema dell'uccello

È passato quasi un anno dal famoso ‘Miracolo dello Hudson’ quando un aereo della USAir ammarò nel fiume di New York con i due motori fuori uso a causa di una collisione con uno stormo di uccelli al momento del decollo.

Ma non si è trattato di un caso singolo. Il 14 novembre un aereo della Frontier in decollo da Kansas City ha avuto lo stesso problema. Per fortuna uno dei due motori ha continuato a funzionare e l’aereo è potuto atterrare. Sempre in novembre un uccello ha mandato in frantumi il vetro della cabina di un aereo cargo in Arizona. Un altro incidente si verificato ad un aereo della Delta Air Lines vicino a Phoenix, mentre alcuni crash di elicotteri sono stati attribuiti all’impatto con gli uccelli. Il Commercial Aviation Safety Team, per la prima volta nella storia dell’aviazione, ha incluso il problema della collisione in volo con volatili come uno dei più importanti che la FAA, l’agenzia governativa, deve tentare di risolvere imponendo agli aeroporti dei radar speciali o impianti luce che allontanino gli stormi.

Dagli al massone italiano! Mentre Dan Brown esalta quello americano.

MASSONERIA: RAFFI (GOI), P2 VECCHIA STORIA DA PALUDE, ORA FAZIO MI INVITI IN TV DAN BROWN HA COLTO ALCUNI SEGNI DELL'ISTITUZIONE, MA RESPINGIAMO CON FORZA EQUAZIONE CON GELLI

Parigi, 7 dic. (Adnkronos) - ''Certo giornalismo qualunquista e nalzionalpopolano non perde occasione per passare legna ad anacronistici roghi''. Non ci sta a ridurre la Massoneria alla P2, il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Gustavo Raffi, che in un’intervista da Parigi all'ADNKRONOS scuote le testa e con decisione spiega: ''Di fronte a Dan Brown, che giustamente parlava dello spirito della Massoneria come di una forza che unisce sotto lo stesso Tempio uomini di diverse fedi e storie nel segno dell'umanità e della tolleranza, Fabio Fazio ieri sera a 'Che tempo che fa', senza alcun contradditorio e parlando solo dalla sua parte di vetro, non trovava di meglio da fare che ricondurre la Massoneria italiana alla sola P2, evocando spettri e tristi periodi consegnati a un passato che non può ritornare e di cui siamo stati le prime vittime''.

''Per fare un esempio – aggiunge - sarebbe come parlare di tutta la Chiesa facendo riferimento ai roghi degli eretici e alla caccia alle streghe, o considerare il Pd ricordando di questo partito solo le radici comuniste. Ma gli esempi sarebbero milioni. L'equazione Massoneria uguale P2 e Licio Gelli - rimarca quindi il numero uno di Palazzo Giustiniani - è un'operazione che respingiamo con forza, tanto più che su quel signore di Villa Wanda ormai anche i muri sanno che fu messo alla porta dal Goi con sonore pedate al sedere e con una condanna morale senza appello. Ho ribadito sempre che Gelli sta al Grande Oriente come le Brigate Rosse stanno al Pci. Per questo non accettiamo improvvisate gogne mediatiche, da qualunque parte vengano''.

Quanto all'autore de 'Il Simbolo perduto', ''l'ho invitato da tempo al Vascello - rivendica Raffi - per un confronto a tutto campo e trasparente, come è nel nostro stile, sulle radici e il messaggio della Massoneria e anche per presentare il suo libro che in molti passaggi riesce a cogliere, da profano, alcuni spunti importanti della nostra scuola di pensiero che va oltre il tempo e le storie: per noi parlano i fatti, non i luoghi comuni di chi rimesta acque di palude''. (segue)

MASSONERIA: RAFFI (GOI), P2 VECCHIA STORIA DA PALUDE, ORA FAZIO MI INVITI IN TV (2) FA PIU' COMODO RIESUMARE UN EX MATERASSAIO CHE SEGNALARE IL LAVORO ONESTO DI VENTUNOMILA COSCIENZE

(Adnkronos) - ''A questo punto - incalza Raffi - se la terza rete Rai ha un sussulto di dignità, mi aspetto di sedere una sera, per pochi minuti, sulla poltrona di Fazio per spiegare agli italiani cosa è davvero la Massoneria e da quali uomini è formata. Se questo invito non dovesse arrivare, a mal partito si troverebbe chi pensa di detenere la verità entrando con delle falsità nelle case della gente e la televisione italiana avrebbe perso un'altra occasione per fare il suo compito: informare e raccontare come stanno le cose''.

''Rispetto alla P2, lo ripetiamo fino alla noia, abbiamo i guanti bianchi e puliti e il volto fermo. Forse, però - fa notare il Gran Maestro Raffi - fa più comodo riesumare le malefatte di un 'ex materassaio', come lo definisce il presidente Cossiga, che il lavoro silenzioso e operoso di 21mila persone e coscienze che ogni giorno portano il loro contributo onesto e costruttivo alla società italiana''.

''Ci permettiamo infine, con massonica umiltà e tolleranza, di ricordare al guru Fazio che la foresta che cresce fa meno rumore di un albero che cade, ma alla lunga quella foresta silenziosa è una boccata d'ossigeno per tutti. Nella vita, come nella tv, esiste il confronto e per farlo bisogna essere in due. E pensare che il primo dovere del giornalismo dovrebbe essere quello di verificare fatti e fonti. Nessuno - taglia corto l'avvocato ravennate alla guida del Goi - si stracci le vesti per queste doverose precisazioni: abbiamo un dovere morale di fare chiarezza, come abbiamo sempre fatto, nei confronti di migliaia di giovani che compongono come pietre di senso e di speranza le colonne dei nostri Templi. E costruiscono insieme a tutto il Grande Oriente il tempo della proposta per l'Italia, invitando al dialogo sempre. Il resto sono giochini da imbonitori catodici o chiacchiere da supermercato delle idee. E i trovarobe delle ideologie e degli schemi precostituiti da sempre non appartengono alla nostra storia di libertà di pensiero''.

(Red/Zn/Adnkronos)

L'uomo da 700 miliardi di dollari.


Questo il titolo di un lungo articolo scritto da Laura Blumenfeld e pubblicato in tutta evidenza sul Washington Post.
L'uomo da 700 miliardi di dollari si chiama Neel Kashkari, il giovane responsabile del TARP (The Troubled Asset Relief Program il programma del governo degli Stati Uniti per acquistare gli assets e equity dalle istituzioni finanziarie per sostenere il settore finanziario. Si tratta dell'intervento piu' importante fatto nel 2008, alla fine dell'era Bush, per far fronte alle conseguenze a catena determinate dalla crisi del subprime mortgage.).
Neel Kashkari aveva 35 anni, nel 2006, una laurea in diritto commerciale, originario di Akron, Ohio, quando decise di andare a Washington a imparare come funziona il governo. Poi e' arrivata la recessione e per un insieme di circostanze le piu strane si e' trovato nominato dall'allora segretario al tesoro Hank Paulson come responsabile, appunto, del TARP, mentre intorno a lui tutto il sistema finanziario stava crollando.
La giornalista del Post segue Neel Kashkari nel suo volontario esilio sulle montagne del Nevada. Attaccato da tutte le parti, fatto oggetto di critiche feroci da parte dei senatori che lo interrogavano nelle varie hearings, testimone del crollo per un infarto del suo piu caro amico e collega che con lui lavorava diciotto ore al giorno senza mai tornare a casa, Neel Kashkari decide di piantare baracca e burattini dopo avere in gran parte distribuito i suoi soldi al sistema finanziario in agonia. Dice di no al nuovo segretario Geithner che gli chiede di restare al suo posto. E se ne va in una sperduta localita' del Nevada vicino a quel Donner Pass dove, alla fine dell'800 una carovana di pionieri si e' perduta nella tormenta e i componenti hanno finito per cannibalizzarsi pur di sopravvivere all'inverno.
Neel Kashkari adesso si e' costruito una casetta di legno dove si e' rifugiato con la moglie ricostruendo un rapporto che stava naufragando nella Capitale. ("Una casa per sentire qualcosa di solido e vero tra le mani", dice)Ha perduto dieci chili che aveva messo su per lo stress e per i pacchetti di Doritos che ingurgitava per sfamarsi.
Dice di essersi disintossicato dalla vita di Washington. Ma la notte viene assalito da incubi: gli sembra di essere ancora al ministero del tesoro, anche se vestito da montanaro, e di non riuscire a trovare le carte che deve presentare ad una riunione del senato nella quale dovra' essere spellato.
La moglie, quando lui racconta dei suoi sogni, sostiene che per uno drogato di vita pubblica ci vogliono almeno dieci anni per disintossicarsi. Ammesso che poi ci riesca.
Questo articolo si segnala per la capacita' del buon giornalismo americano (esiste ancora) di raccontare storie vere che illustrano con evidenza aspetti sconosciuti della vita quotidiana di chi si trova (in solitaria angoscia) a gestire decisioni fondamentali per l'economia e la finanza degli Stati Uniti, sentendo sulle proprie spalle tutto il peso della responsabilita' che gli e' stata data.


i 150 anni della massoneria...cubana!

Puo' sembrare incredibile ma e' vero. Sotto Castro la massoneria non e' mai stata decapitata come succede nella maggior parte delle dittature che non tollerano associazioni che predicano la liberta'. Alcuni sostengono che Fidel ha sempre avuto un occhio di riguardo per l'Istituzione perche' il suo amato professore di letteratura era un Fratello. Un'altra leggenda metropolitana vuole che nei tempi bui del castrismo i contatti tra la massoneria di Washington e quella dell'Havana fossero tenuti attraverso il fax della Nunziatura cattolica. Ma ci sembra una favola troppo spinta.

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HAVANA, Dec 4 (NNN-PRENSA LATINA) – The Grand Lodge of Cuba is preparing a ceremony to celebrate tomorrow its 150th anniversary and about 250 guests from 25 countries are expected to attend.

According to organisers, present at the ceremony will be representatives from Guatemala, Brazil, Mexico, Uruguay, Ecuador, Haiti, Jamaica, Trinidad and Tobago, Bahamas, Bermudas, Germany, Russia, Austria, Holand, United Kingdom, Spain, the USA among others.

Cuban Freemasons will also pay homage to the National Hero Jose Marti tomorrow at Central Park in Old Havana.

At night there will be an artistic gala at the Basilica San Francisco de Asis, where the first Masonic meeting in the 18th century was held. — NNN-PRENSA LATINA


La fuga dei cervelli dall'Italia (vista dall'America)



Quando piu' di un anno fa l'allora direttore di Luiss University Press mi chiese di scrivere un manuale per i laureati dell'Universita' romana (dove il sottoscritto ha insegnato per dieci anni presso la Scuola di Giornalismo) che indicasse come si puo' trovare lavoro negli Stati Uniti la mia risposta e' stata: "Non sono il tipo giusto. Non mi riesce scrivere manuali. Se volete vi scrivo, invece, delle storie di vita vissuta."
Ed e' cosi' che e' nato "Ed anche questa e' America!" un libro che ha esaurito la seconda edizione (quella in lingua inglese sta per essere pubblicata). In questo lavoro si raccontano le vicende di Marco e Riccardo, due neolaureati, le loro peripezie scolastiche in Italia, la voglia di trovare un ambiente nuovo, stimolante, le difficolta' della competizione acerrima una volta arrivati in America, la loro affermazione professionale. La parte centrale del libro contiene sette interviste ad altrettanti personaggi italiani e americani ognuno dei quali si e' affermato nella propia nicchia professionale al massimo livello. La terza parte di "Ed anche questa e' America" riporta un selezione delle corrispondenze che vado facendo da un decennio per i canali di Radio Rai, di cui mi onoro essere un collaboratore perche' vi lavorano giornalisti di grande spessore professionale, angustiati da problemi quotidiani di ogni genere.
Il Dr. Pier Luigi Celli ha scatenato molte reazioni, in massima parte positive, con la sua lettera al figlio pubblicata da Repubblica nella quale lo esorta a fare le valigie e andare all'estero, perche' in Italia non vi e' un futuro per i giovani.
Non crediamo che il Direttore Generale della LUISS abbia trovato il tempo di leggere "Ed anche questa e' America!" visti i suoi importanti impegni quotidiani, anche se e' stato pubblicato dalla sua casa editrice. Ma ci rivolgiamo cordialmente a suo figlio invitandolo a sfogliare questo libro che forse potra' dargli qualche indicazione e suggerimento sulla vita americana e sul fatto che, nonostante tutto, l'America (per chi abbia voglia di spendersi) e' ancora in Italia.
Oscar Bartoli
Washington DC

PS esplicativo dedicato a chi non ha capito l'ultimo paragrafo:

Ho cercato di chiudere il mio commento con una nota di ottimismo. Ma, in tutta sincerita', si tratta di un ottimismo di maniera di cui mi scuso. La verita' vera e' che:

Vivere in Italia, avendo la Mamma che lava e stira le camicie e le mutande e il borsellino della nonna dal quale si possono prelevare ogni sera decine di euro della pensione per andare dopo mezzanotte in una discoteca a sballarsi di alcool e extasy….è così bello e dolce. Vivere in Italia arruffianandosi i capataz locali e nazionali, vendendosi per una comparsata televisiva, accettando la morale corrente che e' "fotti il prossimo tuo e non ti creare problemi etici" da' grandi soddisfazioni. Tanto il mondo italiano non si basa sulla meritocrazia. Per chi ci riesce, l'America e' in Italia. Gli altri si arrangino oppure vadano all'estero. La maggioranza dei connazionali vuole "panem et circenses" e continua a votare allegramente per chi gli assicura (sempre meno) pane ma tanti spettacoli nel circo televisivo.

L’America è per gente dura che vuol farsi un mazzo così e che si diverte a competere.

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Ciao Oscar consentimi di darti del tu.

Bellissimo pezzo, davvero

Lo pubblicherò sui giornali italiani all'estero che ho la fortuna di coordinare.

L'Italiano, Il Marco Polo Vancouver e l'Osservatore Balcanico.

Saluti e grazie,

da un giovane collega e giovane direttore che ama questo lavoro visceralmente, che ha 32 anni e che da 15 anni vive di questo.

Ciao,

Alfredo Iannaccone

Responsabile Globalpress Italia

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cinzia has sent you a link to a blog:

purtroppo mia figlia conferma: per quanto riguarda la sua carriera, dopo la laurea in italia, ha preso la valigia, è andata negli states ha vinto borse di studio ed ora insegna all'università della california. qui non sarebbe stato possibile. leggerò comunque il libro.

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