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Lettera aperta a Dio

Lettera aperta al Dio dei Cristiani (suddivisi in tante confessioni), al Dio dei Cattolici, ad Allah, al Dio dei Buddisti, agli Dei delle confessioni Indiane, al Dio delle decine di migliaia di Religioni piccole e grandi nel mondo.
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Caro Dio:

Per caso hai deciso di mettere a posto le cose in questo mondo pazzo e sei sceso travestito a ridare un po di fiducia alla gente?

Caro Dio: io sono un vecchietto, ancora arzillo e pieno di energia. Ma dopo anni di mestiere nel mondo della comunicazione, comunque articolata e aggettivata, mi sono riempito di cinismo professionale fin sopra i capelli.
Non c'e nulla che mi smuova o commuova piu' di tanto, perche' in ogni iniziativa ci vedo sempre lo zampino di chi lavora per trapanare il cervello e il cuore dela gente.
E cosi' quando ho acceso il televisore per seguire l'Obama Express, il viaggio in treno del presidente eletto da Philadelphia a Washington DC mi sono armato del mio solido e inossidabile atteggiamento di chi il lavoro lo fa da tanti anni.
"Ma guarda che si sono inventati, questi qui", ho cominciato a dire a me stesso non senza riconoscere che la trovata del treno funziona a meraviglia: sono riusciti a coagulare tutti i notiziari televisivi per ore sulle soste e i discorsi che Barack Obama andava facendo a folle di decine di migliaia di persone. E dove lo metti il saluto dal terrazzino del vagone presidenziale a cittadini dei paesini toccati dalla ferrovia? Tutti al freddo polare per ore ed ore.
Ed in piu' hanno annullato i tentativi patetici di Bush e compagnia di far parlare di se' negli ultimi giorni prima della loro sparizione dalla scena.

Ed a un certo momento, caro Dio, mi sono sentito sciogliere dentro. Vedi: forse sara' l'eta (tutti i vecchi hanno la lacrima facile e la prostata difficile).

Oppure che dirti? sara' che dopo tanto cinismo sento anche io il desiderio di smontare il mio ancestrale rifiuto di credere nell'autorita', un rifiuto che fa parte dei miei geni come Italiano.

Perche' da millenni siamo abituati a servire il potente o il prepotente di turno. Lo serviamo, ma non lo amiamo. Anzi lo disprezziamo. Salvo ogni tanto buttarlo fuori dal proscenio a bastonate come fanno Arlecchino e Pulcinella. Ma come Arlecchino e Pulcinella non siamo capaci o, meglio, non vogliamo assumerci repsonsabilita'. E applaudiamo il nuovo padrone che viene a comandarci.

Ragionando invece con lo spirito americano, caro Dio, qui le cose sono diverse: negli sguardi dei giovani e nelle lacrime delle donne che seguivano Obama parlare al microfono ho ritrovato la risposta alla domanda perche' l'America riesce sempre a risorgere dalle sue ceneri.

Mettila pure come vuoi: l'operazione Obamamania e' in corso: sentimenti, voglia di riscatto, speranza per il futuro, desiderio imperioso di lasciare alle spalle un passato di otto anni lastricato di vittime ed errori, tutto e' stato posto nel frullatore dei massmedia e sta funzionando alla grande.

E funziona anche su un anziano come me, incallito conoscitore delle menzogne mnediatiche.

Insomma: caro Dio di tutte le genti (di qualsiasi colore e confessione) forse hai deciso di metterci Tu una pezza (a colore) e di fare il miracolo.

Un segno l'hai dato l'altro giorno salvando 155 persone nell'aereo USAir che e' riuscito a planare sullo Hudson River senza morti ne' feriti gravi. Un'impresa giudicata impossibile tecnicamente da tutti gli esperti. Ma il comandante Sullemberger ce l'ha fatta. Gli hai guidato tu la mano?

Tutto il mondo (e non solo noi americani) si augura che questa ventata di giovanile e folle ottimismo espressa dal presidente Obama possa maturare e cambiare davvero l'America e il resto del globo.

Insisti, caro Dio: abbiamo bisogno del tuo aiuto perche' da soli non ce la facciamo.

E cosi sia.

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