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Diario da Los Cabos #2


La crisi si fa sentire anche a Los Cabos. Nella cittadina ci sono edifici iniziati e mai terminati. Le presenze dei turisti non sono al massimo, considerando oltretutto che il periodo di alta stagione per questa punta estrema della Baja California messicana e' febbraio/marzo quando le balene arrivano in questi mari dopo un percorso di 12mila chilometri per dare alla luce i loro piccoli e insegnare loro come sopravvivere nel viaggio di ritorno.
Al Plaja Grande Resort da cui trasmetto una settimana di multiproprieta' te la vendono a 14500 dollari. Ma trattando si puo' ottenere anche un ulteriore sconto.
Il servizio in questo complesso alberghiero e' ottimo e posizionato al massimo della categoria.
Ieri sera ci siamo fatti la visita regolamentare in barca delle rocce che costituiscono la cartolina/ attrazione di Los Cabos, il famoso 'Arch'.
La barca era un catamarano gigante chiamato Princess, con una quarantina di gitanti. Spesa a testa 39 dollari per due ore di navigazione sia nel Sea Cortez che nell'Oceano Pacifico che, quando simo usciti dopo avere doppiato il capo dell'Arco, pacifico proprio non era con grandi ondate che si rinfrangevano con boati sulla costa.
Il personale della barca costantemente impegnato ad offrire da bere ai passeggeri. Un messicano, tracagnotto con moglie e suocera al seguito si e' scolato sette birre, quattro margaritas ed era ancora stabile. Al termine della gita e delle bevute le sposine in viaggio di nozze facevano gli occhi di triglia ai mariti.
Per la somma di 50 dollari, per due persone, in uno dei tanti ristoranti della marina, mia moglie ed io abbiamo gustato ieri sera aragoste e gamberi a la plancha inaffiati da birra 'Indio'. La famosa marca Corona viene considerata dai nativi una birra per turisti.
Questa mattina, 14 kilometri da Los Cabos, visita alla Chileno Baja, una spiaggia pubblica, perfettamente attrezzata, dove all'ombra degli ombrelloni di paglia, si possono trascorrere ore di relax senza essere ossessionati dalla presenza di chi ti chiede un sacco di soldi per una sdraio e una tenda. Qui si puo' fare il bagno senza timore di essere trascinati via dalle onde come succede invece sul versante del Pacifico.
Prendendo la autopista che porta dopo duecento chilometri a La Paz, ci siamo recati a Todos Santos definita dalle pubblicazioni turistiche 'posto magico'. Ma di magico c'e' poco. L'unica vera attrazione e' l'hotel California, ristorante, albergo, negozio ritrovo di artisti da tutto il mondo e arredato con pezzi originali. La strada per arrivarci, 71 km, e' a due corsie e se ti capita di arrivare dietro qualche camion si perdono decine di minuti prima di tentare un soprasso in sicurezza.
Nelle citta' messicane le strade sono intersecate dai 'topes' serie di grandi bulloni di acciaio infilati nell'asfalto che costringono l'automobilista a fermarsi se non vuole rimetterci le sospensioni della macchina. Molti i cartelli che invitano a non guidare se si e' bevuto. E siccome da queste parti il carburante umano e' costituito dalla tequila, alternata a grandi bevute di birra, l'invito alla prudenza e' piu' che legittimo. Anche se poco seguito, soprattutto dai giovani turisti americani che portano a Los Cabos le abitudini negative della sbronza collettiva praticata nei colleges.

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