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Diario dell'estate in Italia - Il Palio, vissuto all'interno della contrada


"Quando arrivi in Italia devi venire a Siena mio ospite per il Palio dell'Assunta." Questo l'invito categorico dell'amico Galasso.
Ho provato ad obiettare:
"Guarda Giuseppe che il Palio l'ho gia' visto tre volte."
"E allora?"
"Beh, ad essere sinceri e' sempre stata una sveltina di 90 secondi."
"Immaginavo che ti fossi limitato alla corsa. Devi vivere la contrada, la sua atmosfera. Altrimenti ti riduci ad essere il solito turista che non capisce nulla del Palio."
E cosi', caro Lettore, sono stato catturato da un gruppo di amici senesi che mi hanno trascinato alla cena della Torre nella strada principale della contrada con altre duemila persone, tra canti, cori, sberleffi all'indirizzo delle altre contrade. Il giorno dopo mi sono arrostito al sole insieme ad altre centinaia di contradaioli per assistere e riprendere con la mia camcorder la benedizione del cavallo e del fantino. Poi rinchiusi in un magnifico appartamento le cui finestre danno sulla Piazza del Campo e' cominciato il conto alla rovescia con processione dei figuranti, sbandieratori, sino al rito della 'mossa' che e' durato piu' di un'ora ed alla fine siccome il sole stava tramontando, visto che si erano superate le otto di sera, il mossiere ha pensato bene di dare per buona una mossa che proprio buona non era. Subito dopo il mossiere e' stato portato via dalla polizia per difenderlo da probabili aggressioni della gente.
Ha vinto la Civetta che non guadagnava il Palio da trenta anni.Un Palio molto criticato dagli esperti amici. L'unica contrada che avrebbe potuto acchiappare la Civetta nella sua solitaria cavalcata sul tufo della Piazza del Campo avrebbe potuto essere l'Aquila che pero' all'ultimo passaggio alla San Martino ha sbattuto in un colonnino ed il fantino e' rotolato per terra.
"Poveretto, mi trovo ad esclamare, si sara' fatto male.."
"Ma che male!", sale il coro degli intenditori. "Quello o e' un bischero incapace o si era venduto. Se l'acchiappano i suoi contradaioli saranno dolori veri per lui."
E parte la dissertazione tecnica su come il fantino dell'Aquila abbia affrontato l'ultimo giro gia' con il cavallo piegato sull destra anziche' raddrizzarlo per garantirsi una traettoria utile per il sorpasso della Civetta.
Sono rimasto ad ascoltare quel dialogo serrato tra amici super conoscitori del Palio, della sua storia, delle sue tecniche.
Federico Minghi ha citato i Palii vinti da cavalli 'scossi', o quello in cui un tale si e' appostato su un colonninno al bordo pista ed ha sferrato un cazzotto in pieno viso al fantino della contrada avversaria che stava vincendo.
E poi mi hanno spiegato, mentre li ascoltavo a bocca aperta, che tutto e' permesso nel Palio: i fantini si vendono all'ltimo momento, i capitani delle contrade contrattano tra di loro per fare alleanze che escludano la vittoria dei favoriti. Ammiccano al fantino, sperando che sia ancora fedele alla contrada e che esegua gli ordini. Il tutto a suon di centinaia di migliaia di euro. La vittoria di una contrada importante puo' costare due milioni di euro. Vince chi vince, ma vince anche chi perde con l'eccezione del secondo arrivato che perde tutto e non domandatemi perche': me l'hanno spiegato ma non l'ho capito.
Sul Palio sono stati versati fiumi di inchiostro.
Tutto e' permesso, il tradimento istituzionalizzato, la perfidia nei comportamenti, i fantini che montano a pelo e si prendono a nerbate. La paranoia in cui i senesi vivono tutto l'anno in preparazione dei due Palii quello della Madonna di Provenzano del 2 luglio e quello dell'Assunta del 16 agosto, il morboso attaccamento alla contrada che viene prima, molto prima della citta', sono -se volete- lo specchio rifrangente dei comportamenti dell'umanita' sotto ogni congiuntura storica e sociale.
Il Palio e' la vita, quella vera, fatta di conquiste, di cattiverie, di attaccamento morboso all'ideale della casta di appartenenza che tutto riscatta e tutto gistifica.
L'uomo nella sua dimensione fatta di divino e di demoniaco, un rito pagano benedetto da una Chiesa sempre pronta a giustificare e assolvere pur di non perdere il contatto con la plebe impazzita e urlante.
I 90 secondi della corsa sono una disillusione per chi non ha avuto l'opportunita' di capire dal di dentro il meccanismo possente di questa tradizione che risale al Medio Evo, unica manifestazione in cui il turismo e gli interessi ad esso cllegati devono cedere il passo alla follia collettiva dei contradaioli. Con matrimoni che vanno in standby per giorni perche' marito e moglie sono di contrade diverse, mentre si cita con orgoglio il caso di quel contradaiolo la cui moglie ha avuto il cattivo gusto di partorire il figlio in un ospedale al di fuori della contrada. Ma lui si e' precipitato nel nosocomio con un secchio della terra della sua contrada e l'ha fatto mettere sotto la culla del neonato.
Grazie Giuseppe e Federico per avermi dato questa 'full immersion' di Palio, pagina avvincente della follia quotidiana dei senesi.

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