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Latrina Italia

Leggiamo i giornali italiani e siamo colti dallo sgomento. La sensazione e' quella di infilare la testa in una latrina maleodorante. Ma lo scenario di fondo e' quello tradizionale della Commedia all'Italiana, con personaggi, nani e ballerine che si rincorrono sul palcoscenico, si agitano, urlano oscenita', si prendono a finte bastonate per poi ritrovarsi dopo lo spettacolo all'osteria a trangugiare vino inacidito e toccare il culo alle cameriere.
Il presidente Berlusconi ha detto ai suoi che rispondera' colpo su colpo. La sua potenza di fuoco e' agghiacciante se paragonata a quella di altri leaders occidentali: ha una stragrande maggioranza nei due rami del Parlamento italiano, controlla con il suo impero mediatico tre canali tlevisivi a diffusione nazionale, decine di radio.
Il Giornale, Libero ed il Foglio sono quotidiani d'attacco, il periodico Panorama lo affianca. Ha inserito alla direzione delle testate giornalistiche della Rai, servizio cosiddetto pubblico, persone di sua fiducia.
Si lamenta perche' un giornale, Repubblica, gli spara addosso. Ed anche per il suo editore ed i giornalisti che firmano i servizi e gli editoriali si dice che siano stati approntati dei dossier che sono di prossima pubblicazione per intimorirli.
Cosi' come e' stato fatto con il direttore dell'Avvenire, Dino Boffo costretto alle dimissioni, vittima non solo dell'attacco del Giornale di proprieta' di Berlusconi, ma anche dei regolamenti di conti fra il Vaticano e la Conferenza Episcopale.
Quanto a Repubblica si tratta di una delle tante anomalie italiane: questo giornale svolge una funzione che dovrebbe essere quella dell'opposizione che non esiste e sta cercando di trovare un proprio ruolo e immagine nel prossimo congresso di ottobre.
Nel 1935 gli italiani erano 40 milioni. C'era Mussolini, il Ministero della Cultura Popolare che controllava la stampa e i giornali di allora vendevano 5 milioni e mezzo di copie. Oggi in Italia vivono quasi 70 milioni di persone e le copie vendute sono pressappoco le stesse. Il che significa che il grosso della informazione e della 'disinformatia' di sovietica memoria viene attuato attraverso la copertura televisiva. Ed il Cavalioere controlla in pratica il 90% dell'informazione sul piccolo schermo.
Berlusconi sostiene di avere un gradimento del 68% da parte dell'opinione pubblica. Puo' darsi che sia vero.
Ma non lo invidiamo. Questo povero anziano di 73 anni, ossessionato dal mito del giovanilismo e di un machismo ostentato in maniera sgangherata, non e' felice.
Ha una moglie, la seconda, che lo detesta e spera solo di portargli via un gruzzolo consistente del patrimonio da destinare ai suoi tre figli di secondo letto. Ha una figlia, Barbara, che lo ha pubblicamente criticato per la sua vita privata. E'costretto a farsi portare in camera da amici fidati delle cortigiane la cui tariffa e' ovviamente sostenuta dal prosseneta di turno in cambio di possibili favori.
Anche se gli italiani non leggono la stampa estera, il suo stile di vita e' oggetto di lazzi e sarcasmi sulla stampa di tutto il mondo ed in particolare di quella anglosassone.
Si definisce un Superman, ma gli interventi chirurgici ai quali si e' sottoposto negli ultimi anni (prostata e cuore)dovrebbero consigliare un ritmo di vita meno spensierato.
In questi giorni e' ossessionato dal problema di come riallacciare un lucroso rapporto con la Chiesa cattolica dopo il killeraggio del direttore dell'Avvenire ad opera del nuovo direttore del suo Giornale.
Nel Partito delle Liberta' sono in molti a parlare sommessamente e sottotraccia degli scenari del dopo Berlusconi che si preannunciano molto ravvicinati. Mentre salgono le chances di Pierferdinando Casini da sempre propugnatore di un consistente raggruppamento di centro di ispirazione cattolica.
Insomma: non invidiamo il Presidente del Consiglio italiano che avra' pur tanto potere, soldi, donne bellissime, cortigiani e leccaculi. Ma al quale manca, forse, una tranquilla e serena vecchiaia.

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