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Regista italiano elabora un nuovo modello di business per finanziare un film in America.



La recessione negli ultimi due anni ha costretto le grandi case di produzione a rifinanziare i progetti dispendiosi, mandando avanti i film più economici e con cast ridotti.

Nonostante la crisi internazionale, un giovane regista italiano, Max Bartoli, (che due anni fa ha vinto 25 premi internazionali con il suo cortometraggio Ignotus), ha trovato finanziamenti per realizzare il suo prossimo film Atlantis Down, un thriller di fantascienza, (un tema su cui i registi italiani di solito non si cimentano).

Le riprese inizieranno il 7 Dicembre in Virginia, dove Max Bartoli ha raccolto fondi da istituzioni e privati cittadini.

Nella sua produzione Bartoli si avvale della collaborazione di attori e tecnici venuti da Hollywood e, particolare interessante, dall’Italia.

Italiani infatti sono: production design, costumi, aiuto regia, edizione, montaggio e musica. Il resto della troupe è costituito da personale della Virginia coordinato dal socio Ethan Marten, la cui famiglia ha fondato I primi studios cinematografici della Virginia negli anni ’80.

Il Commissioner del Virginia Film Office, Rita McCleeney, ha assicurato il massimo supporto (anche finanziario) al giovane regista italiano che divide il suo tempo tra Los Angeles, Washington DC e Roma.

Atlantis Down rappresenta un nuovo modo di affrontare la difficile situazione dell’industria cinematografica caratterizzata da una sostanziale mancanza di liquidità: i produttori hanno trasformato il ‘back stage’ del film in un programma televisivo di otto puntate che è stato venduto ad una emittente televisiva americana consentendo di incrementare significativamente il budget e diventando un ulteriore strumento di promozione del film.

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