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Mai bruciare uno stop. In America




(Los Angeles Downtown- il quartiere delle stoffe)




L'altra sera a Los Angeles, a casa del Console Generale del Belgio, la moglie di un diplomatico italiano ha confessato di avere fatto un "rolling stop". Purtroppo per lei una pattuglia della polizia stradale era appostata all'angolo e la signora, nonostante qualche lacrima ed il fatto di essere una affascinante donna, e' stata multata pesantemente (300 dollari) e per 18 mesi dovra' stare ben attenta a non sgarrare perche' rischia il ritiro della patente. Negli Stati Uniti questo si chiama "law enforcement", ovvero: applicare la legge.
Quando guidiamo in Italia e ci fermiamo agli stop, riceviamo insulti e grande sciabolare del dito medio.
Bruciare uno stop, sia pure a minima velocita', e' considerato in tutti gli stati della federazione una grave infrazione. Una nostra amica francese, ormai residente da anni a Washington e nazionalizzata americana, aveva questo vizietto. Ma glielo hanno tolto levandole la patente e costringendola ad un corso di riabilitazione forzata per una guida sicura insieme a camionisti, tassinari, alcoolizzati i quali l'hanno subito adottata grazie al suo inglese francesizzato ed all'innegabile sex appeal che hanno le donne transalpine nei confronti di quelle americane.
Intorno a Washington si sviluppa un'autostrada a cinque corsie chiamata 'Beltway' o 495.
I giornali parlano spesso della sindrome che affligge chi e' costretto ad usare questa importante arteria per i suoi spostamenti quotidiani. Essere immersi in un tappeto di lamiera che si sposta alla velocita' di 90-100 km orari e' un'esperienza che non raccomandiamo ai frenetici guidatori italiani convinti di competere ogni giorno su una pista di Formula Uno. Ci sono persone che la notte non riescono a dormire per lo stress di dovere guidare in queste condizioni, quando non sai se chi ti affianca o ti precede per ragioni varie (distrazione, assopimento, infarto, etc.) puo' uscire dalla sua 'lane', (corsia) e venirti addosso.
Ma guidare sulla 101 o la 405, autostrade urbane di Los Angeles, non e' certo meglio. Con l'aggravante che a L.A. non esistono in pratica servizi pubblici (ad esempio metropolitane di superficie), la gente si sposta e vive solo in automobile contribuendo a fare della metropoli californiana una delle aree piu' inquinate dell'intera Federazione.

Brunello di Montalcino Super

Il Direttore Del Gambero Rosso, nonché massimo esperto e critico a livello mondiale del settore vinicolo, incorona il Brunello Biondi Santi Riserva 2004 assegnando 100/100.

Daniele Cernilli elogia questa grande riserva paragonandola ai migliori millesimi mai prodotti come il 55,64,75 ed 83…

“Ho avuto la fortuna di assaggiare in anteprima il Brunello di Montalcino Riserva 2004 di Biondi Santi. Mi è sembrata una versione maiuscola, degna delle migliori, e se terrà nel tempo, come credo, rinverdirà i fasti del '55 e del '64. Ha un colore rubino granata molto vivo, appena più concentrato di quanto mi sarei aspettato. I profumi sono quelli classici del Brunello, con note di amarena e di tabacco in primo piano, ma con sentori di ribes nero e forse anche leggermente di rabarbaro a completarne lo spettro olfattivo, ampio e di ottimo impatto. Credo che ci siano le premesse per poter prevedere una terziarizzazione molto interessante, non così balsamica come nel '75, ma con note affumicate, come nel '55 ed anche nell'83. In bocca ha una dolcezza estrattiva che tampona assai bene la gagliardìa tannica, che ancora possiede, ma che non risulta! spigolosa oltre i limiti che l'eleganza impone. Nessun retrogusto amaro, anzi, note dolci e calde che lo accompagnano nel lunghissimo finale. Un vino ricco ma elegante e tipico, che sarà un punto di riferimento per il Brunello di Montalcino prossimo venturo, e che sintetizza una grande coerenza territoriale con un'eleganza che raramente viene espressa in modo così felice in zona. E per la prima volta per un vino italiano mi azzardo ad assegnare 100/100”.

“Ma la Riserva 2004 di Biondi Santi mi ha davvero colpito nell'anima. Non è solo un grandissimo vino, è uno di quei vini dei quali, dopo averlo assaggiato, non si riesce a fare a meno. Io credo di essere uno che non si commuove spesso. Di vini ne assaggio troppi per non avere alla fine un po' di distacco. Ma da antico appassionato, perché quello sono, quando bevo un vino del genere riesco ancora ad emozionarmi come un principiante. Altrimenti non ne avrei scritto sul forum”.

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La Biondi Santi SpA (www.biondisantispa.com - bsinfo@biondisantispa.com - 0577/847121), che cura tutti gli aspetti commerciali della Biondi Santi Tenuta Greppo e di Villa Poggio Salvi, mette a disposizione agli appassionati di tutto il mondo i vini delle due aziende.

Preserving Abruzzo's Cultural Heritage

Donald W. Reynolds Center for the Visual Arts
E. L. Wiegand Gallery

160 West Liberty Street, Reno NV 89501

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MEDIA CONTACT:
Rachel Milon, Director of Communications and Marketing
(o) 775.329.3333 ex. 228 / (m) 702.445.1141 / rachel.milon@nevadaart.org

ARTE ITALIA, THE NEVADA MUSEUM OF ART AND SIERRA NEVADA COLLEGE REUNITE
TWO DISPLACED ITALIAN TREASURES - ITS UNIVERSITY STUDENTS AND A HISTORIC ARTWORK


Reno, Nev. (Feb. 12, 2010) – When the Beffi Triptych takes up residency at the Nevada Museum of Art this month, two of L’Aquila’s most valued treasures—its university students and its historic artwork—will be reunited. The first work of art to be transported out of Italy’s historical Abruzzo region in the aftermath of the violent 2009 earthquake, The Beffi Triptych: Preserving Abruzzo's Cultural Heritage is on display at the Museum from February 6 - April 11, 2010.

The Beffi Triptych is presented and exclusively sponsored by E. L. Wiegand Foundation’s Arte ITALIA of Reno, Nevada.

In the fall of 2009, Sierra Nevada College at Lake Tahoe, in partnership with the National Italian American Foundation (NIAF) in Washington, D.C., developed a unique scholarship program designed to enable University of L’Aquila students to continue their education while their university is being rebuilt. Fundraising efforts, spearheaded by Sierra Nevada College Vice President of Development and College Relations Dr. Madylon Meiling, raised nearly $600K for the humanitarian initiative that provided twenty-four students with full one-year scholarships in 2009, with another fourteen students arriving in January 2010.

Secretary of State Hillary Rodham Clinton acknowledged the joint venture and generosity of the American academic community, noting “… the door to new experiences and opportunities in the wake of that tragic situation has been opened.”

In an event organized by the Nevada Museum of Art, in collaboration with Sierra Nevada College at Lake Tahoe, thirty-four of the displaced students from the University of L’Aquila will have the opportunity to view one of their hometown’s most important works of art during a special reunion event on Tuesday, March 9, from 5:30 – 8:00 pm. Dignitaries that will be in attendance during the event include Nicola Faganello, Consul General of Italy, Los Angeles; Mario Resca, Director General, Ministry for Cultural Heritage and Activities; and Rosanna Binacchi , Head of International Relations, Ministry for Cultural Heritage and Activities. The altarpiece joins Raphael's masterpiece painting La Velata (The Woman with the Veil) currently on display at the Museum, also presented and exclusively sponsored by E. L. Wiegand Foundation’s Arte ITALIA.

Italian Ambassador to the United States, Giulio Terzi commented during the farewell ceremony for the Beffi Triptych at the National Gallery in Washington, “The exhibition of the Triptych in the United States is highly symbolic: a testimony of Italy’s commitment to restore fully the cultural heritage of the Abruzzo region and a testimony of our gratitude to the United States for being among the first to offer assistance after the earthquake. The exhibition is part of the new broader policy of the Italian Government which will make possible the loan of other significant masterworks to American museums.”

Nicola Faganello, Consul General of Italy in Los Angeles, noted that, “The upcoming event brings together a masterpiece of the ancient cultural heritage of Abruzzo and a group of young students coming from its capital, L’Aquila. They are generously hosted at the Sierra Nevada College, which I visited last January. They are given a chance to continue their education in the US, thus contributing to strengthen the bonds between our two peoples.”
-more-
pg. 2; Contact: Rachel Milon, Director of Communications and Marketing at 775-329-3333 ex. 228 or rachel.milon@nevadaart.org

Alongside their studies in SNC’s progressive liberal arts curriculum, the students – like the Beffi Triptych – serve as cultural ambassadors and look forward to sharing their perspectives of Abruzzo’s cultural heritage during the March 9 event.

Alessandra Cipollone, one of the displaced students, said, “The earthquake tragedy scarred me in a very deep way. In the aftermath of this tragic event, I faced questions about whether the death and destruction could have been avoided. The answer was me, my work, my expertise that could make the difference one day…. I promised myself that I will design safe building structures to prevent people from dying, like the 307 people killed in L’Aquila.”

The Beffi Triptych: Preserving Abruzzo's Cultural Heritage is on view in the Feature Gallery East at the Nevada Museum of Art, Donald W. Reynolds Center for the Visual Arts, E. L. Wiegand Gallery, from February 6 - April 11, 2010. Located at 160 West Liberty Street in downtown Reno, the Museum is open Wednesday through Sunday. Cost: Museum members free; $10 adults; $8 students/seniors; $1 children 6 – 12; free for children five and under. For more information, call 775.329.3333 or visit www.nevadaart.org.

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The Nevada Museum of Art is a museum of ideas. The only accredited art museum in the state, it is a private, non-profit organization supported by the generosity of its membership as well as by sponsorships and grants. Through creative programming and scholarship, the Museum provides the opportunity for people to encounter, engage and enjoy a diversity of art experiences. The Museum is open Wednesday through Sunday, 10 am to 5 pm, late on Thursdays until 8 pm. The galleries, Museum Store and Café Musée are closed on Mondays, Tuesdays and national holidays. Admission is FREE for members, $10 General Admission, $8 Student / Senior, $1 children 6 to 12 years and free for children 5 and under. Museum Membership starts at just $25.

Maria Callas a Los Angeles

Nicola Faganello, Consul General of Italy
Elisabeth Fotiadou, Consul General of Greece
Francesca Valente, Director of the Istituto Italiano di Cultura
cordially invites you and a guest to
MARIA CALLAS & RICHARD WAGNER–A Surprising Couple
Lecture by James Conlon, LA Opera’s Richard Seaver Music Director
followed by the opening of the exhibition
MARIA CALLAS: A Woman, a Voice, a Myth
Introduction by Bruno Tosi, President, Associazione Maria Callas
Monday, March 15, 2010
6:30 pm lecture
7:30 pm exhibit opening reception to follow
Istituto Italiano di Cultura
1023 Hilgard Avenue, Westwood
RSVP by Friday, March 12 at 310-443-3250 ext.114
The event is organized under the auspices of the City of Los Angeles, Department of Cultural Affairs and
in collaboration with Associazione Culturale Maria Callas, the Hellenic Parliament Foundation, LA Opera,
Patina V and designer Juan Carlos Malpeli.
Installation by Barton Myers Associates and Sussman/Prejza & Co.

Aumentano gli attacchi di cuore tra i licenziati

Una sostanziale differenza tra l'America e l'Italia e' che qui uno va al lavoro e si ritrova cacciato fuori dell'azienda, anche se il termine tecnico e' meno rude: "Lay off". I sindacati contano poco nelle grandi aziende. Nelle piccole non esistono. Negli Stati Uniti non ci sono gli ammortizzatori sociali del mondo del lavoro italiano. Ad esempio la cassa integrazione che puo' andare avanti per anni consentendo di avere l'80 per cento del proprio mensile e di fare magari un altro lavoro esentasse. In America per sei mesi il licenziato avra' diritto all' "unemployment" un assegno mensile che viene dato dallo stato nel quale il lavoratore risiede. (Sempre che abbia lavorato in quell'azienda piu' di quattro mesi. Altrimenti dovra' arrangiarsi). C'e' da dire, comunque, che stati come la California (Schwarzenegger ha dovuto firmare cambiali su cambiali per avere un minimo di cassa)stanno dilazionando con scuse varie l'invio degli assegni, per cui centinaia di migliaia di persone non sanno come tirare avanti, visto che il mercato del lavoro stenta a a riprendersi. Si spera nei 15 miliardi di dollari che in questi giorni il Congresso ha autorizzato per sostenere le piccole imprese e risvegliare il ciclo produttivo. Nel frattempo cominciano a fioccare gli studi che mettono in evidenza come i lavoratori licenziati di media eta' siano sempre di piu' colpiti da attacchi di cuore. L'infarto negli Stati Uniti e' la malattia piu' diffusa ed e'causata dal fumo, diabete, mancanza di moto, alcool, droghe,stress, depressione. Secondo questi studi l'essere messo fuori dal posto di lavoro ha aumentato del 100 per cento le percentuali di rischio. Il mito americano del 'lasciato un lavoro se ne trova subito un altro' e' svanito a causa della recessione e gli indicatori economici non e' che diano molte speranze di decisa ripresa. Aumentano le persone che finiscono sotto una tenda o tra i cartoni perche' hanno perduto tutto in breve tempo, cosi' come si allungano le fila dei senza casa fuori delle missioni religiose che offrono un rifugio per la notte e un piatto di minestra.

A proposito di Health Insurance

La signora Maria e' una professionista nel settore del credito molto conosciuta nella comunita' italiana di Los Angeles. Ieri sera, di fronte ad una paillard di pollo in un ristorante alla moda, ci ha raccontato la sua storia. Pochi mesi fa le hanno scoperto un cancro all'utero. E' stata operata in uno dei migliori ospedali di Los Angeles. l'operazione e' stata resa problematica dall'errore di una infermiera che ha richiesto l'intervento di un altro chirurgo specializzato in microchirurgia perche' quello che stava operando non sapeva come risolvere il problema. La signora Maria ha saputo tutto al suo risveglio. Dopo la convalescenza le e' arrivata la fattura dell'ospedale per tre giorni di degenza, cure infermieristiche, colazione mattutina, pari a 120mila dollari. Avere capito bene. A questi devono esser aggiunte le spese del chirurgo. La signora Maria, avendo compiuto i 65 anni ha diritto a Medicare. Per cui il tutto e' stato ridotto a 12mila dollari che sono stati coperti da una assicurazione supplementare che la signora Maria e' costretta a pagare. Ma gli oppositori di Obama dicono che il sistema sanitario americano e' il migliore al mondo.

Il nuovo aereo senza pilota di Israele

Secondo il blog MyWay,nei giorni scorsi Israele ha presentato la nuova flotta di 'drones', gli aerei senza pilota che l'industria aerospaziale israeliana produce non solo per le proprie forze armate ma anche per una vasta serie di clienti tra i quali gli Stati Uniti. Il nuovo aereo senza pilota ha un'apertura alare simile a quella di un Boeing 737 e puo' volare ad un'altitudine di 40mila piedi, con una autonomia di oltre venti ore.
I tecnici dell'industria statale che costruisce questo velivolo hanno sottolineato che la possibilita' di portare carichi pesanti e di volare su lunghe distanze ne fanno un elemento strategico dell'armamento israeliano.
Israele e' oggi all'avanguardia in questo settore che ha iniziato piu' di dieci anni fa. Il 'drone', l'aereo senza pilota comandato con un joy stick da migliaia di chilometri di distanza e' molto usato nel conflitto afghano. Gli scettici ricordano il fallimento delle missioni in Bosnia nel 1999 quando ben 46 'drones' americani furono abbattuti dai gerriglieri che avevano individuato i punti deboli dell'aereo.
Inutile dire che la presentazione del nuovo aereo senza pilota era rivolta in particolare all'Iran perche' il 'drone' ha la capacita' e l'autonomia per volare su quel paese.

Una poesia di Edgar Allan Poe

From Wikipedia, the free encyclopedia
"A Dream Within a Dream" is a poem written by Edgar Allan Poe, first published in 1849. The poem is 24 lines, divided into two stanzas. The poem questions the way one can distinguish between reality and fantasy, asking, "Is all that we see or seem but a dream within a dream?"
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A Dream Within A Dream

Take this kiss upon the brow!
And, in parting from you now,
Thus much let me avow-
You are not wrong, who deem
That my days have been a dream;
Yet if hope has flown away
In a night, or in a day,
In a vision, or in none,
Is it therefore the less gone?
All that we see or seem
Is but a dream within a dream.

I stand amid the roar
Of a surf-tormented shore,
And I hold within my hand
Grains of the golden sand-
How few! yet how they creep
Through my fingers to the deep,
While I weep- while I weep!
O God! can I not grasp
Them with a tighter clasp?
O God! can I not save
One from the pitiless wave?
Is all that we see or seem
But a dream within a dream?


Edgar Allan Poe


Soldiers Sacrifice

Dicono di noi al Pentagono

AFGHANISTAN:PENTAGONO, APPREZZAMENTO PER ADDESTRATORI ITALIA

(ANSA) - WASHINGTON, 18 FEB - Il Pentagono ha sottolineato oggi che l'Italia, rispondendo ad un appello fatto dal segretario Usa alla difesa Robert Gates, ha deciso di inviare in Afghanistan 75 addestratori in più. "E' stato più volte ripetuto in passato il bisogno di avere più addestratori in Afghanistan - ha detto oggi il portavoce del Pentagono Geoff Morrell durante il briefing quotidiano - Abbiamo appreso dagli italiani che hanno ricalibrato il loro mix di aiuti aumentando di 75 il numero degli addestratori". "Gli italiani, che si sono impegnati ad inviare mille unità addizionali, stanno quindi modificando il loro mix perché rifletta le priorità illustrate dal generale Stanley McChrystal in Afghanistan e dal ministro Gates durante una recente visita a Roma: in questo momento gli addestratori sono molto preziosi", ha affermato il portavoce del Pentagono.

Plagiarism e conseguenze

Appena chiuso un collegamento con Baobab, la trasmissione che va in onda su Radio Uno RAI creata da Andrea Sabatini e della quale e' responsabile Andrea Buonocore.

Tema dell'incontro transatlantico, lo scandalo di un giornalista del New York Times che e' stato licenziato per 'plagiarism', ovvero per avere copiato degli articoli pubblicati dal Wall Street Journal e averli riportati nelle sue corrispondenze senza citarne la fonte.
Gli Stati Uniti non sono il migliore dei mondi possibili. Ma nella cultura anglosassone, ispirata da un solido protestantesimo, 'to cheat', imbrogliare, e' uno dei peccati mortali che puo' avere conseguenze letali per la professione (giornalistica, accademica o in senso lato).
Mentre in Italia si pecca, ma si viene assolti con tre Pater-Ave-Gloria e si ricomincia a peccare, in America non ci sono mezze tinte: se vieni beccato a cercare di frodare gli altri finisci male.
Il caso del giornalista del New York Times non e' certo il prino incidente di percorso che ha macchiato la reputazione della corazzata dell'informazione giornalistica americana. Sette anni fa, Jason Blair giovane reporter afroamericano che aveva scalato in tempi vertiginosi la professione al NYT, fu costretto alle dimissioni perche' in ben 36 articoli aveva copiato pezzi fatti da altri senza citarli. Il giornale fu costretto alla pubblicazione di un'intera pagina di scuse nei confronti del lettore e due dei massimi dirigenti della testata, poco dopo, furono costretti anche loro al ritiro per non avere indagato a fondo sulla produzione del giornalista considerato un fenomeno dell'informazione.
Negli Stati Uniti per esempio, se un quotidiano pubblica una notizia di agenzia, questa viene citata correttamente. In Italia il 50 per cento della composizione di un quotidiano e' fatto sulla base di agenzie. Ma non trovate mai alcuna citazione della fonte. Provate a verificare per credere.
Resta poi il discorso dei giornalisti che diventano trombettieri del Re di turno.
Un caso accaduto sempre al New York Times, quattro anni fa, riguardava Judith Miller, una delle colonne della news room del potente giornale.
La Miller, come forse qualcuno ricordera', fu condannata a tre mesi di prigione, per non avere voluto presentarsi al Grand Jury nel quale si discuteva chi avesse fornito ai media il nome di Valerie Plame, moglie dell'ex ambasciatore Wilson, inviso a George W. Bush perche' in un articolo sul NYT aveva espresso dubbi sulle motivazioni dell'invasione dell'Irak da parte americana.
Il nome di Valerie Plame, agente coperto della CIA, era stato proclamato ai quattro venti, mettendo a repentaglio non solo l'incolumita' della donna e dei figli, ma anche tutti i contatti in altri paesi che la Plame aveva attivato.
Dopo i tre mesi di detenzione, Judith Miller, diventata per un po' l'eroina della stampa mondiale, viene sottoposta ad una analisi critica delle corrispondenze fatte dall'Irak nelle quali sosteneva che in effetti le armi di massa di Saddam Hussein esistevano.
Si e' scoperto che la signora era in pratica la portavoce dell'amministrazione Bush. Fatto questo da lei stessa ammesso affermando che un giornalista deve riportare quanto dichiarato dalla Casa Bianca. E sollevando un coro di accuse, perche' la signora aveva omesso di ricordare che la regola fondamentale di un corretto giornalismo e' quella di mettere a confronto opinioni e fonti diverse.
La Miller e' stata allontanata dal New York Times ed e' oggi corrispondente di Fox News, televisione iper repubblicana. Come volevasi dimostrare.

Trattamento speciale per il passeggero

Tempi duri per chi viaggia in aereo negli Stati Uniti. Mitt Romney, uno dei candidati repubblicani nella corsa alle primarie e ex governatore del Massachusetts, stava tornando insieme alla moglie da Vancouver dove aveva assistito all'apertura delle Olimpiadi invernali. Classe economica della Air Canada. Al momento del decollo chiede al passeggero che occupa il sedile difronte al suo di portare la spalliera in posizione verticale. Il tipo si alza e gli si scaglia contro minacciandolo fisicamente. Mitt Romney non reagisce mentre il personale di bordo blocca l'energumeno e l'aereo ritorna al gate dove la polizia e' in attesa di prendere in custodia l'esagitato.
Kevin Smith, noto regista americano, e' stato fatto scendere da un aereo della Southwest perche' troppo grasso. Il regista ha mandato una serie di messaggi Twitter ed e' scoppiato il caso con scuse pubbliche della compagnia aerea.
Ma non e' finita: una coppia e' stata messa fuori dell'aereo ed ha dovuto attendere ore per prendere un altro volo perche' il marito ha chiesto piu' volte ad una assistente di bordo un bicchiere d'acqua per la moglie incinta di sette mesi.
I turisti italiani in visita negli Stati Uniti sono avvisati. Meglio non fare gli spiritosi.

The Iceman Butler at the Blues Alley

Valentine's Day. La sera con un'altra coppia di amici siamo andati al Blues Alley, uno dei locali jazz piu' conosciuti negli Stati Uniti.
Tutto sold out al modico prezzo di 92 dollari a persona, dinner incluso. Sul palco "The Iceman Butler" ed il suo quintetto con l'aggiunta di due singers.
Iceman Butler deve il suo nomigmolo all'atteggiamento serioso ed impalato che lo ha fatto distinguere negli ultimi decenni dallo sbracamento generale dei rockettari di ogni stile e tendenze, senza parlare poi dei rappisti.
Iceman Butler ha 70 anni, un inizio di Parkison (gli trema la mano sinistra) ed una voce perfetta con una faretra di coloriture che ne fanno ancora uno degli esponenti della musica pop piu' noti negli Stati Uniti. Vestito con un perfetto tuxedo (leggi: smoking in italiese) senza papilion ma con cravatta nera, Iceman Butler ed il suo complesso hanno suonato non stop per un'ora e mezzo, deliziando il pubblico costituito in gran parte da AfricanAmericans della middleclass (pellice, sobri abiti completi coordinati).
Iceman Butler si esibisce solo nei weekend in giro per la Federazione. Durante la settimana dedica il suo tempo come presidente del comitato per la sanita' e gli ospedali della Cook County (Illinois), uno dei sobborghi di Chicago dove e' stato eletto la prima volta nel 1985.
Presente tra gli spettatori anche Marion Barry, sindaco di Washington per 14 anni, finito in carcere per droga, rieletto dai fratelli neri alla carica. Salvo poi pentirsene amaramente. Marion Berry e' imputato di avere fraudolentemente omesso di pagare un sacco di tasse federali. Dovrebbe essere in prigione come ogni altro comune mortale. Al termine dello spettacolo Barry si alzava in continuazione sperando di essere riconosciuto e di godere ancora dell'abbraccio del suo pubblico di fratelli neri.
Nessuno se lo e' filato.
Ed anche questa e' America.

Il nostro legame con la terra dei padri

Riceviamo da Claudio Antonelli, Canada

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Troppo spesso, in Italia, un normale, sano, direi indispensabile, amor patrio è visto come una pericolosa involuzione dello spirito. All’estero, invece, il confronto con le altre etnie ci mostra che il nazionalismo di noi profughi giuliano-dalmati è ben poca cosa rispetto ai nazionalismi altrui. Anzi, la stessa parola “nazionalisti”, se applicata a noi, mi appare abusiva.

Dove sono gli estremisti giuliano-dalmati? Quali episodi di violenza abbiamo noi espresso in tutti questi anni? Il popolo franco-quebecchese piange ancora i suoi 12 patrioti impiccati dagli inglesi quasi due secoli fa. I serbi piangono ancora la disfatta subita ad opera degli Ottomani, più di mezzo millennio fa. Molti croati all’estero, in Australia, in Germania, in Canada e altrove, durante l’epoca di Tito, ordivano trame di rivincita guerriera, educando i figli al culto dell’antica Patria, la Croazia, da riscattare, un giorno, col sangue. Noi giuliano-dalmati residenti all’estero abbiamo invece educato i nostri figli al rispetto, alla lealtà, e all’amore per la nuova Patria che li ha visti nascere.

In Canada, negli Stati Uniti e nel mondo intero, gli esuli d’Israele continuano a commemorare i loro esodi avvenuti migliaia di anni or sono. E noi esuli istriani, fiumani, dalmati non potremmo piangere un esodo che ha stravolto la vita dei nostri genitori e la nostra, spazzandoci via lontani dal solco che i nostri antenati avevano tracciato per noi? Nella nostra terra natale, posta com’è tra gorghi etnici, l'identità nazionale non è mai stata un dato pacifico ed esangue. Bensì una scelta d'amore e di passione. Ed io ho mantenuto la fedeltà alle origini, facendo miei l'amarezza ed il senso d'ingiustizia per il forzato esodo della nostra gente dalla terra natale, anche se io quei luoghi li ho lasciati in tenerissima età. E forse sta proprio qui il carattere direi sacrale della mia fedeltà alle origini: in questa assenza, nel mio legame con la terra dei padri, di elementi fisici, talvolta banali e prosaici. Ecco perché questi luoghi mitici, per me, non sono fatti del ricordo di una realtà quotidiana, ma sono egualmente gremiti di volti, mai visti da me eppur così vivi, e di nomi struggenti di persone e di luoghi, uditi per una vita intera dalle labbra dei miei genitori. Questa terra è fatta d'immagini assolute, sorte in me dai loro racconti, e soprattutto di profonde emozioni, di senso della storia e di destino, e di un impulso direi atavico alla lealtà, alla fedeltà, all’amore per la terra. “La terra ci possiede”, dicono gli aborigeni canadesi. Ebbene, il campanile di Pisino, mia città natale, il cimitero, il torrente “Foiba” che sparisce in un baratro dantesco, il Castello, e tutti quei frammenti dolorosi di una memoria collettiva sono entrati nella mia anima, a partire dalla mia più tenera infanzia trascorsa nei campi profughi. Essi sono diventati la mia stessa coscienza.
Claudio Antonelli

Noi e la Democrazia

Dall'Amico Prof. Savino Chiariello di Firenze riceviamo e pubblichiamo nella speranza che i nostri Lettori seguano il suggerimento di questo studioso appassionato di democrazia americana e innamorato dell'Europa.

"Grazie, Oscar,

per aver riportato nella mia mente, e in quella di tutti i tuoi lettori, il discorso di Pericle agli ateniesi del 461 a.C., tratto dalle Storie dello storico Tucidide (V Secolo, 455-404): è un elogio della democrazia ateniese basata non sul governo dei ricchi, ma sulle capacità di ciascuno.

Esso fa molto riflettere ed è di sorprendente attualità. Per questo motivo, merita di essere maggiormente valorizzato da parte tua. Al riguardo, vorrei suggerirti:

a) d'invitare ciascuno dei tuoi lettori ad inviare il discorso di Pericle a cinque amici;

b) di scrivere nella "Letter from Washington" una lettera aperta indirizzata al Presidente dell'Unione Europea, invitandolo a inserire il discorso di Pericle negli opuscoli divulgativi-istituzionali.

Pian piano, il concetto di democrazia si rafforzerebbe e crescerebbe il senso della storia e la consapevolezza del rapporto di continuità nei confronti del passato.

E tutto ciò, nella prospettiva di veder partorire, dal basso, politici più responsabili nel soddisfare le esigenze primarie dei cittadini (in particolare: sanità e lavoro), e come tali degni di guidare una comunità all'insegna di una migliore democrazia.

Un caro saluto. Savino Chiariello

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Il discorso di Pericle agli Ateniesi fatto nel 461 aC. Lo riproponiamo nel caso a qualcuno fosse sfuggito:

2500 anni fa ad Atene facevano cosi’...

"Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche dirispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così."

[Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.]

Roma invidiosa




Queste foto sono state scattate da Max Bartoli, regista, dalla sua casa all'Olgiata.


Obama ce l'ha fatta con il "recess appointment"

Obama ce l'ha fatta, nonostante il filibustering dei repubblicani al senato, a far passare la nomina di 27 responsabili di posizioni chiave della sua amministrazione. Il meccanismo costituzionale utilizzato e' stato il recess appointment che si verifica quando il presidente degli Stati Uniti deve coprire una posizione federale vacante che dovrebbe essere confermata ed approvata dal senato. Dopo la morte del senatore Ted Kennedy e la perdita di quel seggio senatoriale da decenni occupato da un democratico, Obama si trova a dover combattere con il 'filibustering' dei repubblicani, anch'esso strumento costituzionale che consente al partito di opposizione, quando il partito di maggioranza ha un numero di senatori inferiore a 60 , di far parlare i propri esponenti per giorni sino allo sfinimento ed al ritiro della proposta governativa in discussione. Nel caso del 'recess appointment', questa decisione del Presidente degli Stati Uniti deve essere confermata dal senato "at the End of their next Session." ovvero alla fine del presente anno, mettendo in ulteriore difficolta' l'opposizione.
Durante la presidenza di George W. Bush il 'recess appointment' e' stato usato piu' volte per eleggere giudici della Suprema Corte Costituzionale vicini all'amministrazione e ai repubblicani, ambasciatori e uomini chiave delle agenzie governative.

Neve e Judo


Dopo avere spalato una tonnellata di neve per liberare l'ingresso della casa e il garage, mi metto alla finestra ad osservare gli alberi del giardino appesantiti dalla neve. Il fico si e' spezzato a meta' e per fortuna non e' caduto sulla casa ma solo sulla 'fence' che ci divide dalla abitazione del vicino. I rami degli altri alberi sono al limite di rottura. Un solo albero sembra non avere riportato alcun danno per le storiche nevicate che si sono succedute nelle ultime settimane: il salice piangente. E questo ci riporta ala memoria la leggenda che ci raccontava il maestro di judo Ishi quando tanti anni fa introduceva i suoi corsi nella palestra fiorentina Jigoro Kano.
Un samurai giapponese si dilettava, (anche lui), ad osservare la neve che cadeva e copriva i rami degli alberi. Molti sotto il peso si spezzavano e cadevano a terra. Il salice piangente man mano che aumentava il peso sui suoi rami li fletteva verso terra fino a che la neve precipitava in basso e il ramo poteva riassumere la sua posizione originaria.
Ed il samurai si mise a studiare un'arte marziale che si basasse non sulla violenza, ma prendesse vantaggio dalla violenza dell'attaccante per portarlo fuori equilibrio ed averne ragione. Questa sarebbe la leggenda della nascita del judo: "The way of gentleness". Non e' sicuramente vera perche' il judo e' una delle tante arti marziali, certo la piu' recente codificata nelle sue tecniche dal maestro Jigoro Kano (1860–1938). Ma la storia del salice piangente e del samurai fa pensare che la violenza e l'attacco non sempre pagano, nonostante il parere contrario infuso nei film di azione di Hollywood. Del resto non ci voleva il samurai per tramandare questo principio. Basta pensare agli Orazi e Curiazi. Nella tenzone tra Roma e Alba Longa due dei tre fratelli Orazi furono uccisi. Il terzo uso' l'astuzia, si mise a correre verso Roma. Raggiunto alle spalle da uno dei tre Curiazi, si volto' improvvisamente e lo trapasso' con la spada. Ricomincio' a scappare. Gli altri due Curiazi che erano feriti alla fine caddero a terra e l'Orazio ebbe modo di ucciderli con facilita'.

Neve, neve, neve. Basta. Grazie abbiamo gia' dato



Nevica, nevica, da diciotto ore. La Capitale e' sommersa dalla neve che si va accumulando su quella caduta giorni fa e che aveva stabilito il record delle precipitazioni invernali su Washington.
Governo, ministeri, banche, istituzioni di finanziamento multilaterale, ambasciate: tutto chiuso. La Metro funziona solo per i tratti sotterranei. Gli aeroporti sono chiusi di nuovo. Siamo riusciti ieri l'altro a imbarcarci su un volo United da Roma dopo che il Foster Dulles Airport era stato riaperto e funzionava a singhiozzo.
Migliaia di addetti ai servizi di emergenza (vigili del fuoco, autisti delle spalatrici, operatori del metro, medici e infermieri) stanno da giorni cercando di dare un minimo di normalita' alla vita in questa citta' sepolta da quasi un metro di coltre bianca. Purtroppo, come denuncia in un editoriale il Washington Post, non tutti i cittadini di Washington si comportano secondo il tradizionale spirito di frontiera che fa del popolo americano nella sua generalita' un esempio di altruismo e di volontariato. Quelli che per legge dovrebbero spalare la neve di fronte alla porta di casa o alla vetrina del negozio non lo fanno. Ci sono poi i proprietari dei veicoli rimasti sepolti dalla nevicata precedente. Dopo ore di lavoro sono riusciti a liberare l'auto ed hanno messo sedie e contenitori per la nettezza per impedire che dopo tanto lavoro qualcuno possa occupare lo spazio che sono riusciti a ricavare nella neve. Illegale in altri stati, ma qui a Washington la polizia chiude un occhio.
Nonostante le grandi difficolta' negli spostamenti, chi deve raggiungere il posto di lavoro lo fa, sobbarcandosi a grandi sacrifici. Anche perche' in molti esercizi commerciali se non vai a lavorare per la neve ti decurtano la paga. Molti supermercati hanno consentito ai dipendenti che abitano lontano e che dovrebbero utilizzare i mezzi pubblici che non funzionano di accamparsi nei locali.
La gente ha dato l'assalto agli scaffali per approvvigionarsi nella previsione di ulteriori difficolta' causate dalla terza grande nevicata nel giro di un mese e mezzo.
Decine di migliaia di persone sono al buio perche' gli alberi carichi di neve hanno trascinato i maledetti pali della luce e dei telefoni. Ed e' tutto un intrecciarsi di chiamate d'urgenza fatte agli amici, che invece l'elettricita' ce l'hanno ancora, per farsi ospitare. Ci sono quelli che sono andati in albergo, visto che molti hotels hanno i generatori autonomi.
In questi giorni di blizzard si assiste al rinnovato trionfo degli SUV e dei mezzi a trazione integrale che erano stati oggetto di ludibrio negli ultimi due anni perche' giudicati troppo costosi quanto a consumi. Oggi chi ha un 'four wheel drive' non sa a chi dare i resti per aiutare gli altri.

Snowmageddon

Il Presidente Obama ha definito il blizard che si sta abbattendo da ore sulla Capitale degli Stati Uniti come 'snowmageddon', riferendosi a Armageddon, la battaglia finale tra i re della Terra contenuta nell'Apocalisse. E, a parte la evidente esagerazione, questa seconda storica nevicata nel giro di trenta giorni, sta battendo tutti i record nella regione.Le statistiche dicono che un precedente simile si e' avuto solo nel 1922.
Le autorita' statali e del Governo DC raccomandano da giorni alla gente di non uscire da casa, di non avventurarsi con la macchina nelle strade a meno che uno abbia delle emergenze. In questo caso l'automobilista deve avere con se' uno 'snow kit' che comprende coperte, torce elettriche con batterie di ricambio, acqua, alimenti proteici, radio con generatore a manovella incorporato.
Ed anche in questa occasione a farne le spese sono centinaia di migliaia di cittadini che sono rimasti senza energia elettrica a causa della caduta dei rami carichi di neve sui cavi dell'energia che in America sono quasi sempre esterni e mischiati a quelli della televisione e del telefono. Oltre ai trasformatori ad olio, anch'essi appesi in cima ai pali stradali.
Si tratta di uno scandalo di cui Obama dovrebbe farsi carico perche' non e' concepibile che, ad esempio, in una citta' come Washington, la capitale della Federazione, la messa in trincea dei cavi elettrici e telefonici sia riservata solo ad una porzione minima del centro, mentre strade caratterizzate da case prestigiose si presentano a chi guarda il cielo con una tela di ragno di fili, cavi, tiranti. Si aggiunga che la falda acquifera a Washington e' molto superficiale, per cui le radici degli alberi non affondano nel terreno ma sono in genere orizzontali e la stabilita', quindi, dei tronchi e' all'insegna della precarieta'. Il cittadino europeo abituato a vedere anche in piccoli centri di provincia l'uso delle trincee per contenere i cavi della distribuzione elettrica, si chiede per quale motivo negli Stati Uniti si debba assistere a questa ulteriore contraddizione. La risposta e' che non si deve disturbare il manovratore, ovvero le imprese di distribuzione dell'energia elettrica, per le quali la realizzazione di impianti in trincea risulta piu' costosa rispetto a pali, fili, tiranti, trasformatori appesi. E chi se ne importa se al momento in cui scriviamo sono 217 mila le persone senza riscaldamento, senza la possibilita' di cucinare, lavarsi con acqua calda. Cosa volete che gliene importi alle aziende elettriche se le famiglie sono costrette a prenotare stanze negli alberghi che sono aperti per mettere al caldo anziani parenti. Tutto funziona secondo il motto: "Aiutati che Dio ti aiuta". Nel qual caso Dio e' il mercato. Infatti, solo negli stati americani che sono caratterizzati da inverni rigidi si vendono a decine di migliaia i generatori elettrici, settore nel quale la fanno da padrone i soliti asiatici specializzati nella produzione di auto, scooter d'acqua, quadruple, fuoribordo e via citando.
Chi scrive ricorda con terrore una analoga tremenda nevicata che copri' Washington nel 1996. In quegli anni era ancora in sella alla amministrazione comunale della Capitale un sindaco, Marion Barry, che doveva finire in galera per uso e spaccio di crack. Questo personaggio fece pulire dalla neve solo le strade della sua area, infischiandosene del resto della citta'. Oggi a capo del governo del Distretto di Columbia c'e' Adrian Fenty, giovane avvocato nero che ha organizzato per tempo gli interventi delle squadre antineve. Bravo, signor Sindaco. E ci saluti la sua Mamma (italiana).

Atlantis Rising

Pericle e la Democrazia

Saverio Gentile ci manda questo discorso di Pericle agli Ateniesi del 461 aC.

2500 anni fa ad Atene facevano cosi’...

"Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così."

[Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.]

Tette esplosive!


© 2010 WorldNetDaily

Editor's Note: The following report is excerpted from Joseph Farah's G2 Bulletin, the premium online newsletter published by the founder of WND.


Suicide bomber Iat Alacharas, 18

LONDON – Agents for Britain's MI5 intelligence service have discovered that Muslim doctors trained at some of Britain's leading teaching hospitals have returned to their own countries to fitsurgical implants filled with explosives, according to a report fromJoseph Farah's G2 Bulletin.

Women suicide bombers recruited by al-Qaida are known to have had the explosives inserted in their breasts under techniques similar to breast enhancing surgery. The lethal explosives – usually PETN (pentaerythritol Tetrabitrate) – are inserted during the operation inside the plastic shapes. The breast is then sewn up.

Similar surgery has been performed on male suicide bombers. In their cases, the explosives are inserted in the appendix area or in a buttock. Both are parts of the body that diabetics use to inject themselves with their prescribed drugs.

The discovery of these methods was made after the London-educated Nigerian Umar Farouk Abdulmutallab came close to blowing up an airliner on Christmas Day with explosives he had stuffed inside his underpants.

Hours after he had failed, GCHQ – Britain's worldwide eavesdropping "spy in the sky" agency – began to pick up "chatter" emanating from Pakistan and Yemen that alerted MI5 to the creation of the lethal implants.

A hand-picked team was appointed by Jonathan Evans, the head of MI5, to investigate the threat. He described it as "one that can circumvent our defense."

Top surgeons who work in the National Health Service confirmed the feasibility of the explosive implants.

In a report to Evans, one said:

"Properly inserted the implant would be virtually impossible to detect by the usual airport scanning machines. You would need to subject a suspect to a sophisticated X-ray. Given that the explosive would be inserted in a sealed plastic sachet, and would be a small amount, would make it all the more impossible to spot it with the usual body scanner."

Explosive experts at Britain's Porton Down biological and chemical warfare research center told MI5 that a sachet containing as little as five ounces of PETN when activated would blow "a considerable hole" in an airline's skin which would guarantee it would crash.

Dopo la sparata di Berlusconi contro l'Iran

Pubbllichiamo questo articolo ripreso dalla agenzia "Acta Diurna" diretta da Marco Emanuele che fa il punto sull'interscambio economico tra Italia e Iran e le conseguenze per migliaia di aziende italiane dopo la levata di scudi del Premier italiano in visita a Israele.
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"Ecco il lauto giro di affari Italia-Iran, ma si intravede il calo" e' il titolo di un articolo pubblicato da Il Foglio del 3 febbraio 2010: " Le esportazioni italiane verso l'Iran, principale capitolo di spesa nell'interscambio fra Roma e Teheran molto forte sin dai tempi di Khomeini, sono sempre andate crescendo negli ultimi anni. Nel 2006 l'interscambio Italia-Iran e' stato di 5,719 miliardi di euro, l'anno successivo di 6,048
miliardi, per salire a 6,090 miliardi nel 2008. Da tre anni, l'Italia e' seconda soltanto alla Germania nel giro di affari in Europa con il regime iraniano. Nel 2001 le esportazioni italiane verso l'Iran erano a quota 1,995 miliardi di euro. Nel 2002 salgono a 2,300, l'anno dopo sono 2,538 e nel 2004 addirittura 3,172. E cosi' via sempre a salire, fino al calo del 2009. Ieri il presidente del Consiglio Berlusconi da Gerusalemme ha spiegato che
dal 2007 il governo e' impegnato a ridurre gli investimenti in Iran. Il rapporto tra Italia e Iran non e' certo iniziato con Berlusconi. Le relazioni tra Roma e Teheran non si sono mai interrotte, neppure nei momenti peggiori. Come quando negli anni Ottanta l'Iran combatteva contro gli iracheni nelle paludi dello Shatt el-Arab e le imprese italiane furono le uniche che non abbandonarono mai la piazza. Il ministro degli Esteri Franco
Frattini ha annunciato una decrescita degli investimenti italiani in Iran per il 2010. "Paolo Scaroni ci ha dato la sua disponibilita' a incontrare l'amministrazione israeliana", ha detto Frattini, per dimostrare che l'Eni e' pronto a non investire piu' in Iran. La stessa Eni ci conferma che il colosso energetico andra' a esaurire i contratti esistenti e non ne siglera'
altri. Il ministro degli Esteri ha poi spiegato che "la Sace non assicura piu' gli investimenti a Teheran e questo e' un forte disincentivo perche' chi vuole investire lo fa a suo rischio e pericolo". Parlando con il Foglio, il portavoce di Frattini, Maurizio Massari, illustra cosi' il dato del 2009: "Nei primi dieci mesi dell'anno appena trascorso, rispetto allo stesso
periodo del 2008, lo scambio economico si e' ridotto del 39,7 per cento, con un 50 per cento in meno delle importazioni e un meno undici delle esportazioni". La diminuzione degli affari e' dovuta anche a contingenze come il crollo del prezzo del greggio, la crisi finanziaria globale, l'imbarbarimento in Iran dopo le elezioni e le restrizioni poste da Usa e Onu. Resta enorme il giro d'affari fra Italia e Iran, sotto osservazione da parte americana e israeliana. Sono mille le aziende italiane presenti in Iran. A partire dall'avventura alla presidenza di Ahmadinejad, un grande accordo ha riguardato un impianto per la produzione di alluminio realizzato dalla Fata, del gruppo Finmeccanica, del valore di oltre 300 milioni di euro. Nel giugno scorso la Maire Tecnimont ha siglato un accordo di investimenti pari a 200 milioni di euro. Insieme a Russia e Cina, l'Italia ha anche contribuito allo sviluppo del programma aerospaziale iraniano, anche se ha negato di essere impegnata per il futuro lancio di un nuovo satellite artificiale di Teheran, il Mesbah-2. La compagnia italiana Carlo Gavazzi Space ha aiutato l'Iran con il suo sistema di comunicazione satellitare Mesbah, che gli israeliani ritengono possa essere usato per
scopi di intelligence e militari. Nonostante questi rischi, il progetto Mesbah ha avuto il sostegno politico di Roma. L'allora ambasciatore italiano a Teheran, Riccardo Sessa, era presente nel 2003 alla cerimonia di firma dell'accordo. Anche la Guardia Rivoluzionaria - il cui ruolo e' quello di proteggere il regime e addestrare terroristi - ha beneficiato della
progettazione italiana. Le forze di sicurezza paramilitari hanno acquisito la costruzione e il modello della nave chiamata "Levriero" dalla compagnia italiana FB Design, usata dalla nostra Guardia di finanza. Quando i media italiani riportarono la notizia, fondatore e proprietario della FB Design, Fabio Buzzi, e' stato sorprendentemente sincero. "E' vero, non e' un mistero, ho venduto barche e tecnologia agli iraniani", disse nel 2008 all'Ansa. "Abbiamo venduto regolarmente design e tecnologia ai servizi servizi segreti iraniani", ammise. Buzzi disse di aver interrotto gli affari con l'Iran dopo che funzionari americani lo avevano interrogato sulle sue consegne ai pasdaran. In questi anni il business italiano a Teheran ha sempre avuto un forte sostegno diplomatico. Nel consiglio di amministrazione della Camera di commercio Italia-Iran di Roma, a oggi il piu' grande
istituto bilaterale di questo tipo in Italia, siedono non soltanto leader commerciali ma anche ufficiali governativi di alto profilo e da entrambe le parti, fra cui Cesare Ragaglini, ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Alberto Bradanini, l'ambasciatore italiano a Teheran, Amedeo Teti, direttore delle politiche commerciali al ministero italiano per lo Sviluppo economico, e Fereidoun Haghbin, ambasciatore dell'Iran a Roma, che siede come "portavoce onorario". "

Serata romana

Quella sera Mr. Leo si sentiva particolarmente bene. Sai com'e'? Quello stato di temporaneo benessere psico-fisico che ti coglie a dissipare le depressioni quotidiane. Mr. Leo era contento di rivedere dopo alcuni mesi dall'ultima visita una coppia di amici veri che, purtroppo, due anni prima avevano deciso di lasciare dopo molti anni la Capitale degli Stati Uniti per tornare in Italia. Lui, Franco, portava a giustificazione della sua decisione la possibilita' di giocare tutti i giorni a golf. (Perche'? in America giocava lo stesso. E poi l'America e' la patria del golf. Ma si trattava chiaramente di un ritorno alle radici). Lei, Ferial, una splendida iraniana, lo aveva assecondato anche se non troppo convinta. Cosa puo' fare l'amore.
Mr. Leo imbocco' il raccordo anulare, venendo dall'Olgiata. Uscita 28 e poi grazie al navigatore raggiunse via Fiume Giallo dove in un comprensorio i due amici erano proprietari di un appartamento con attico e immensa terrazza con vista mozzafiato della Citta' Eterna.
Entrato attraverso il cancello principale, Mr. Leo parcheggio' la vettura in uno spazio vicino all'ingresso del palazzo. Cosi' come gli era stato detto di fare in occasione delle visite precedenti. Ascensore, quarto piano.
Baci e abbracci, presentazione con gli altri ospiti, assaggi di formaggi e spumante di marca.
Suona il citofono. Franco risponde e chiede a Mr. Leo se ha parcheggiato l'auto sotto casa. La risposta e' affermativa. Come le altre volte. Si', va bene ma adesso hanno cambiato le regole per cui bisogna spostare in strada la macchina.
Mr. Leo si precipita all'ascensore. Al piano terra lo attende una signora sulla mezza eta'.
"Mi dispiace proprio- dice Mr. Leo. Mi scusi."
La donna lo assale con una sfilza di epiteti.
"Tu sei un incivile. Ma cosa credi di fare?Come ti permetti di occupare un posto macchina. Uno torna dal lavoro e trova tutto occupato. Vaffa..."
Mr. Leo apre prontamente la portiera.
"Mi scuso di nuovo, signora. Ma non capisco questo tono.."
Non lo avesse mai detto. La donna, come una erinni, gli si scaglia contro, la faccia stralunata e comincia a colpirlo al petto e gli tira dei calci.
In una manciata di nanosecondi Mr.Leo prende la decisione di non reagire e di togliersi al piu' presto da quella situazione. E cerca di chiudere la portiera della macchina avviando il motore.
Ma la donna si e' aggrappata alla maniglia e urla a pu' non posso: "La porta la sbatto io e non tu. Figlio di puttana."
Mr. Leo teme che nella chiusura possa danneggiare l'infuriata. Finalmente riesce ad attivare il motore e ad uscire in strada dove la ricerca di un parcheggio si fa abbastanza lunga.
Finalmente ritorna sui suoi passi.
E chi ti vede: la solita donna bianco vestita che regge alcune grucce di vestiti.
Mr. Leo la ignora mentre, nel citofono cerca il nome dei suoi amici per farsi aprire il cancello.
Nel frattempo la donna gli si e' parata dietro le spalle e continua a provocarlo, offendendolo.
"Tu abiti qui? Da chi stai? Chi ti ha insegnato l'educazione?"
Mr. Leo abbozza e continua a spingere il bottone del campanello fino a che i suoi amici aprono la porta dell'atrio.
Poi lentamente Mr. Leo fa un giro su stesso.
Guarda la donna ipnotizzandola con il so sguardo da ipermetrope e le dice: "Lei ha la fortuna di essere donna. Anzi: una bella donna."
L'invasata traballa e mostra un certo turbamento.
"Se fosse stato un uomo - continua Mr. Leo che, nonostante l'eta' e' un tipo molto palestrato - le avrei spaccato la faccia."
E si inserisce nell'ascensore diretto al quarto piano.
Gli amici ai quali racconta l'avventura, scusandosi per avere generato l'inconveniente, sorridono e gli dicono che la tizia e' nota per avere dei problemi di tenuta psichica.
Ed anche questa e' Italia.

Groundhog Day


ll Giorno della Marmotta (in inglese Groundhog Day) è una festa celebrata negli Stati Uniti e nel Canada il 2 febbraio.

La tradizione ha origine da credenze simili, associate con la Festa della Luce (il Candlemas Day) ed il Giorno del Riccio. Anche se la data viene spesso riferita come uno dei quarter day, si tratta in realtà di uno dei cross-quarter day.

Il primo Giorno della Marmotta venne osservato a Punxsutawney, in Pennsylvania, il 2 febbraio 1887.

La tradizione vuole che in questo giorno si debba osservare il rifugio di una marmotta. Se questa emerge e non riesce a vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l'inverno finirà presto; se invece vede la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà di corsa nella sua tana, e l'inverno continuerà per altre sei settimane.

Il primo gigolo' legale americano

Ricordate American Gigolo, uno dei film passati alla storia del cinema? La figura del maschio che si fa pagare per elargire la propria potenza al testosterone a signore pronte a pagare anche cifre irragionevoli fa parte della letteratura e degli usi e costumi delle nazioni industrializzate dove la Francia, con le sue tradizionali disinibizioni, svetta su tutte le altre.
In molti stati della Federazione americana la prosituzione e' illegale con l'eccezione del Nevada dove, da decenni e con alterne vicende, sono state autorizzate case di appuntamento nelle quali lavorano gentili signorine provenienti da altre aree degli Stati Uniti.
Ma sino all'altro giorno non si aveva notizia dell'esistenza di un prostituto legale e riconosciuto dallo stato del Nevada.
Lo Shady Lady Ranch di Beatty (cittadina di 1200 abitanti) ha avuto l'approvazione della Contea e dello Stato per il suo 'prostidude' ('dude' significa ragazzo) che e' divenuto un centro di interesse per tutta l'industria dei bordelli del Nevada.
Il nome del muscoloso giovanotto e' 'Markus', 25 anni, esperienza universitaria lasciata a meta', marine dell'Alabama, porno attore a Los Angeles e licenziato sino a trovarsi sotto i cartoni come tante altre centinaia di migliaia di concittadini.
In una intervista Markus ha detto: "Qualsiasi donna che passi attraverso quella porta si sentira' bene. E il surrogato d'amante che stara' con lei per un'ora sara' in grado di farla sentire piu' a suo agio e fiduciosa in se stessa." Ma nella stessa intervista Markus ha detto che offrrira' prestazioni solo eterosessuali. E questa affermazione ha scatenato le ire delle colleghe che lavorano nella stessa casa di piacere che hanno nel proprio menu professionale servizi bisex ed hanno accusato il collega maschio di atteggiamenti anticostituzionali e discriminatori.
Le tariffe dello stallone dell'Alabama sono: 200 dollari per 40 minuti e 300 per un'ora. Non e' dato sapere quante clienti al giorno Markus e' in grado di accontentare.
Il New York Post ha mandato una sua reporter dal muscoloso Markus. Ha pagato 500 dollari per due ore. Nell'articolo del tabloid che ha gli onori della copertina, la giornalista afferma di non aver fatto sesso con il gigolo' il quale esaminandola sotto la doccia come se fosse stato un ginecologo si e' lasciato andare a consistenti apprezzamenti verbali. Evidntemente deve essere abituato a ben altro genere di esponenti del gentil sesso.
Ed anche questa e' America.