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Il momento del 'macaco'


Si avvicinano le elezioni di novembre che forse ribalteranno la maggioranza democratica al Congresso. E i candidati nei vari stati che partecipano alle primarie del proprio partito si avvalgono del 'tracking' per mettere in difficolta' l'avversario.
Dice Julie Soderlund, la spokeswoman per Carly Fiorina che aspira a vincere il posto al Senato: "Modern campaigns who don't do that are really living in the dark ages.", ovvero: "quelli che non fanno 'political tracker' vivono nel medioevo." Bisogna catturare il "gotcha" moment all'avversario, registrando grazie a ragazzi armati di telecamere, smart phones tutti i discorsi e le partecipazioni a vari incontri ed eventi politici. Questa tecnica ha visto il suo avvio ufficiale nel 1996 con la campagna elettorale del senatore repubblicano George Allen che chiamo' "macaco" un Indian American che lo disturbava in un comizio. Non l'avesse mai fatto. L'offesa gli costo' la rielezione e da allora i trackers sono alla ricerca dei 'macaco moments' che in una combattuta campagna elettorale, prima o poi, sono il tallone d'Achille di ogni candidato.

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