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La fine annunciata del giornale stampato. #2

Dove sta andando l’informazione in America

E proprio al formato tabloid le grandi testate hanno deciso in maggioranza di ispirarsi, rinunciando al giornale lenzuolo e varando una via di mezzo con il ridotto aspetto del giornale pettegolo.
Ma, almeno per chi scrive, la ‘manipolazione’ del quotidiano resta sempre un fatto impegnativo, soprattutto quando i rimandi dalla prima pagina ti obbligano a cercare altrove in qualche sezione distaccata l’articolo che ti interessa.
Senza parlare del fastidio causato dall’inchiostro della stampa che sporca le mani, nonostante i grandi miglioramenti tecnologici che hanno interessato la produzione delle rotative più all’avanguardia.
Ho disdetto l’abbonamento anche al Wall Street Journal che continua ad essermi recapitato tutte le mattine sul mio drive way. Una azione di pressione psicologica che mi porterà a rinnovare l’abbonamento con questo giornale.
E sapete perché? Il WSJ da quando è stato acquistato quattro anni fa da Rupert Murdoch, il magnate australiano che controlla gran parte dei media nel mondo industrializzato, ha subito una sostanziale rielaborazione grafica.
Il quotidiano si presenta molto equilibrato nei suoi contenuti, copre una vasta area di interessi pur mantenendo la sua originaria caratteristica di bibbia della informazione economico-finanziaria.
Ma anche gli articoli di colore, quelli focalizzati sui trend della società civile, le inchieste sui nuovi gadgets sono condotti con un rigore che non si riscontra su altre testate.
Quanto ai commenti di impostazione politica, questi sono confinati nella sezione ad hoc del giornale e non influenzano articoli ed inchieste in maniera pressante.
E lo dice un lettore del WSJ, il sottoscritto, che non condivide le idee iperconservatrici di Murdoch ma che continua a credere nei principi di un sano liberalismo. Anche se la parola nel corso dei decenni ha assunto negli Stati Uniti una connotazione negativa del tipo: socialistoide, fricchettone, e via accusando. Che non corrisponde alla connotazione europea del termine.
Il Wall Street Journal si e' 'dedicato' un'intera pagina pubblicitaria enfatizzando che e' il quotidiano piu' venduto in America. Il WSJ ha raggiunto i 2.061.142 copie con un aumento dell 1.8% rispetto all'anno scorso. USA Today (che per anni e' stato il quotidiano piu' diffuso in America) e' arretrato a 1.830.594 copie con una perdita del 3.7%. Ancora peggio ha fatto il New York Times con 876.638 copie ed un calo del 5.5%. Senza parlare del Los Angeles Times che con 600.449 copie ha perduto bel l'8.7%. Malissimo sta andando anche il Washington Post che vende 545.345 copie con una perdita del 6,4%. Seguono tutti gli altri quotidiani con flessioni nelle vendite che arrivano all'11.8 del NewsDay, mentre l'unico giornale che si salva dopo il WSJ e' il Dallas Morning News con un minimo incremento dello 0.3%.
Che succede nella stampa americana? I settimanali storici come Time Magazine e Newsweek (che e' stata venduta pochi mesi fa ed oggi riacquistata da Tina Brown proprietaria e editor del Daily Beast, un blog digitale) stanno ansimando. La pubblicita' e calata per tutte le testate.
Le ragioni di questo disastro sono viste da molti nel fatto che la gente, in tempi di crisi economica, deve tagliare su tutto anche sul giornale. E poi che bisogno c'e' di acquistare il quotidiano quando sono disponibili le edizioni online che per quanto riguarda i principali giornali sono fatte molto bene e sulle quali si concentra l'interesse dei lettori della carta stampata?
Il WSJ e' l'unico che fa pagare per il collegamento con la sua edizione elettronica sul web. Gli altri dovranno seguire l'esempio, ammesso e non concesso che i lettori, che hanno disdetto l'abbonamento al quotidiano su carta, vogliano passare a quello elettronico.
Le ragioni per le quali il WSJ riesce ad aumentare le copie vendute stanno, come abbiamo detto, nella confezione di alto livello qualitativo e nella nuova formula editoriale. Dopo l'acquisto da parte di Rupert Murdoch e dopo una battaglia con ex proprietari e giornalisti, il vecchio magnate australiano ha saputo fare dell'aristocratico quotidiano finanziario un giornale all'insegna del 'news you can use'.
Nel 1450 Gutemberg stampo' la Bibbia a 42 linee con i suoi caratteri mobili (che sembra fossero gia' stati inventati dai soliti cinesi). Forse l'era della carta stampata sta finendo e noi non ce ne rendiamo conto.
E' iniziata la rivoluzione delle tavolette sulle quali si possono leggere libri e giornali, gestire la posta, scattare foto e fare registrazioni, trovare l'indirizzo giusto con il navigatore e via citando per migliaia di applicazioni.
Per tanti, per molti, la vita professionale e familiare non consente piu' di ritagliarsi ampi spazi in cui concedersi la tranquilla lettura del quotidiano.
Chi se lo puo' permettere e' un privilegiato.
(2, continua)

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