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Tra il dire e il fare c'e' di mezzo l'uragano e gli imbecilli


La convenzione repubblicana che si e’ conclusa a Tampa con l’investitura ufficiale del ticket Romney-Ryan che sfidera’ gli uscenti Obama-Byden e’ stata caratterizzata da alcuni avvenimenti emblematici che hanno messo in difficolta’ i superpagati scrittori dei discorsi ufficiali. Il primo e’ stato l’uragano Isaac che ha costretto gli organizzatori a spostare di un giorno l’apertura delle assise repubblicane. Il secondo sono state le incaute dichiarazioni di un noto esponente repubblicano, Tod Akin, il quale ha sostenuto che le donne stuprate raramente restano in cinta. Per cui non e’ il caso di evocare l’aborto in queste circostanze. Ed infine il caso di una operatrice nera della CNN alla quale un tale (delegato o volontario dello staff) ha gettato delle noccioline urlando che gli animali si sfamano in questa maniera. Purtroppo a 150 anni dalla fine della Guerra Civile questo e’ ancora lo stato d’animo di gran parte di coloro che votano a destra.

West Nile Virus


Il sindaco di Dallas in Texas ha dichiarato lo stato di emergenza a causa dell’invasione di West Nile Virus meglio conosciuta in Italia come zanzara tigre. Su un totale di oltre 200 persone che sono state ricoverate negli ospedali della citta’ i decessi sono saliti a dieci. Sono 697 le persone negli stati del sud della Federazione americana che sono state infettate da questo tipo di zanzara con un totale di morti che ha superato le trenta unita’. Il sindaco di Dallas ha iniziato la polverizzazione con aerei leggeri di un pesticida chiamato Duet approvato dalla Enviromental Protection Agency. Secondo il  Center for Disease Control and Prevention (CDC) sono 43 gli stati che sono stati infettati da questo insetto e tra questi i problemi sanitari maggiori si sono avuti in Texas, Mississippi, Louisiana, Oklahoma, South Dakota and California.

In ricordo di Salvatorino


Tra le numerose follie che hanno caratterizzato la vita professionale di chi scrive c'e' anche la creazione di una palestra di judo nello stabilimento SMI (Societa' Metallurgica Italiana) di Fornaci di Barga in provincia di Lucca. Questa palestra autorizzata da Luigi Orlando, amministratore delegato della societa', creo' al sottoscritto ondate di animosita' da parte della dirigenza dello stabilimento che non vedeva in quell'iniziativa niente di comprensibile in termini industriali. Avevano certamente ragione.
La palestra doveva diventare nel breve volgere di alcuni anni una delle piu' importanti a livello nazionale per numero di cinture nere, maschili e femminili, e tornei vinti grazie al talento di chi per anni l'ha organizzata, il dottor Ivano Carlesi.
Durante la fase di avviamento uscivo dal Palazzo della Gherardesca (oggi trasformato in un hotel cinque stelle) sede della SMI in Firenze, prendevo la macchina, percorrevo gli oltre cento chilometri fino a Fornaci di Barga per controllare che le lezioni si svolgessero in maniera corretta ed efficace.
Una sera si avvicino' al 'tatami' sul quale ci stavamo allenando sotto la guida del maestro Franco Giraldi, uno dei dirigenti dello stabilimento. Era visibilmente innervosito e chiese di parlarmi.
"Dottore, mi disse, sta per entrare in palestra un nuovo giovane allievo. Mi raccomando..." aggiunse senza dire altro e spari'.
Dopo poco sul tappeto si presento' un ragazzo di quattordici anni, alto e magro, un po' intimidito. "Come ti chiami?" gli chiese il maestro Giraldi. "Salvatore Orlando." Era il figlio primogenito di Luigi Orlando, il gran capo della SMI.
Salvatore si assesto' il judogi e si mise in ginocchio sul tappeto insieme agli altri allievi (operai e impiegati) a seguire la lezione del maestro e poi comincio' a praticare i colpi e le tecniche.
Ho perso di vista Salvatorino, come lo chiamavano per distinguerlo dallo zio. I nomi nella famiglia Orlando si ripetevano attraverso le generazioni: Salvatore, Luigi, Paolo, Rosolino, Giuseppe.
Dopo qualche anno ci siamo incontrati di nuovo a Firenze nella nuova sede della SMI, rinominata KME dopo varie fusioni e traversie gestionali. Ne era diventato il presidente, anche se controvoglia. Nota dominante del carattere di Salvatore era un atteggiamento autoironico e disincantato. Quando ci vedevamo in queste rare visite parlavamo dell'America dove vivevo e che lui conosceva molto bene  per averla percorsa per migliaia di chilometri con la moto.
Adesso se n'e' andato nel sonno a 55 anni a raggiungere il padre Luigi.
Si estingue con lui una delle famiglie piu' importanti della storica industria italiana. Alla SMI si conservava una cambiale di 500 lire firmata da Garibaldi per l'acquisto di fucili e munizioni. Ovviamente mai onorata.
La spedizione dei Mille parti' dal cantiere Orlando di Quarto (de' Mille). A bordo due Orlando al comando.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi in ritirata decisero di distruggere lo stabilimento di Fornaci di Barga e deportare gli operai. L'allora presidente Salvatore, il padre di Luigi,  si offri' in ostaggio purche' fossero salvati i suoi collaboratori.
Altri tempi, altri italiani. Un ultimo forte abbraccio, caro e giovane Salvatorino, nel ricordo lontano dei combattimenti fatti sul 'tatami' dello stabilimento SMI di Fornaci Barga.
Oscar Bartoli


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Oscar !
Sono Sergio Giuli. A proposito di Smi: negli anni 65)70 avevo una ditta di materiale
tecnico a Vienna ( mia città natale ! ) ed avevo la rappresentanza della Smi: vendevo i tubi e giunti di rame ed i portalampade con ghiera di porcellana. E' stato un grande successo: il mercato era dominato dai tedeschi. Sono stato un paio di volte a Barga e credo di aver conosciuto il Dott. Orlando. Mi ha fatto piacere che tu mi abbia dato lo spunto per "rinfrescare" questa mia bella memoria.
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Danilo wrote: "Caro oscar, mi hai fatto entrare in una storia che non conoscevo con interesse e leggerezza assieme. Grazie per questo. Un abbraccio."
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Caro Oscar,
Ti ringrazio. Non è facile trasferire con tanta delicatezza, ma con altrettanta efficacia, una vera emozione …..
Cari saluti,      
Marino Folgori
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Caro Oscar,

ho letto di buon mattino la tua sempre gradita “Letter from Washington DC” e la notizia della morte di Salvatorino mi ha sinceramente rattristato moltissimo. E vorrei confidarti il caro ricordo che ho io del giovane Dott. Salvatore, detto Salvatorino, con il quale  ho avuto un rapporto di grande, reciproca stima, avendo in qualche misura favorito la presa di coscienza del suo primo impegno gestionale in azienda.

Sul finire degli anni ‘70 io ero Responsabile Marketing quando ricevetti una nota dal direttore di produzione, Ing. Attilio Orlando: “la Trafileria di Fornaci di Barga langue, cosa facciamo, la chiudiamo?” “No, mi lasci dare uno sguardo al mercato” gli risposi mentre prendevo l’aereo per Monaco di Baviera dove andavo per visitare la Fiera internazionale di prodotti elettronici “Productronica”. Qui notai un funzionario di una ditta giapponese con occhiali eleganti, dotati di stanghette e cerchi di titanio. Erano gli occhiali che cercavo (il contrario delle vigenti stanghette spesse di celluloide) per mia figlia che poteva così alloggiare,  più agevolmente, dietro i piccoli orecchi di mia figlia il tubicino della protesi acustica retroauricolare.  Pensai subito, altresì, che in alternativa al titanio anche in Italia potevamo produrre occhiali metallici con stanghette e cerchi di alpacca, una lega metallica che la SMI già produceva. Ne parlai in Cadore ai produttori di occhialeria, incluso l’ormai famosa Luxottica. Individuai subito in un bravo produttore di minuteria metallica la persona giusta a cui affidare, in stock consignment, le adeguate quantità di fili di alpacca richieste per soddisfare il nuovo mercato. Di ritorno a Firenze visitai alcuni utilizzatori di fili di ottone e li convinsi, facendo leva sulla qualità, a rinunciare all’importazione in favore dei fili ottone prodotti da SMI. Nel contempo, m’imbattei in un produttore di pagliette di acciaio per pulire le pentole e lo convinsi a produrre, con le stesse macchine e senza alcun nuovo investimento, le pagliette con fili di ottone che gli avrebbero procurato un maggior margine di guadagno.

Queste novità di mercato convinsero la direzione produzione e commerciale a investire nella struttura impiantistica e a potenziare l’organico del Reparto Trafileria per poter soddisfare la richiesta del nuovo prodotto (i fili di alpacca per occhialeria) e l’aumentata richiesta di fili di ottone. Il Reparto così potenziato fu affidato - ecco il punto - alla direzione di Salvatorino, alla prima esperienza di gestione economica industriale. Io mi guadagnai la sua stima per la mia perizia nella ricerca di nuovi prodotti e di nuovi sbocchi di mercato, tant’è che alcune volte è venuto di persona nel mio Ufficio per chiedermi della mia esperienza di studi negli Stati Uniti d’America e per raccogliere informazioni sul mercato mondiale dei semilavorati di rame utili alla sua tesi di laurea in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” dove mi sono laureato io stesso un po’ di anni prima.

Peccato, sia “partito” così prematuramente. Due mesi fa ho chiesto, invano, di far visita a suo zio Salvatore, con cui ero più in confidenza, e ciò per salutare anche Salvatorino con l’intenzione di fargli dono di una copia del mio ultimo libro “Il Marketing d’impresa”, dove esalto la professione del marketing incentrata nella ricerca di nuovi prodotti e di nuovi sbocchi di mercato, con lo scopo ultimo di favorire la crescita occupazionale, soprattutto quando si tratta di stimolare le  piccole a diventare medie e le medie a diventare grandi imprese: una professione che, purtroppo, ha smesso di essere tale dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 quando, cioè, molti grandi imprenditori hanno cominciato a premiare gli uomini di marketing che non facevano più ricerche di mercato ma che, piuttosto infelicemente, si erano ridotti a suggerire il taglio dell’occupazione per ridurre i costi aziendali.

Ciao, dott. Salvatore, ultimo dei grandi imprenditori che hanno onorato la grande impresa italiana ed europea.

Savino Chiariello
Firenze




Lettera aperta al Ministro Anna Maria Cancellieri

Gentile Signor Ministro  dell'Interno Anna Maria Cancellieri:
Siamo convinti che i Suoi uffici riusciranno a segnalarLe questa nota.
Abbiamo letto con interesse l'intervista da Lei rilasciata nella quale parla di 'sprechi'  e di 'regole da cambiare' per quanto si riferisce alle scorte distribuite in Italia allegramente a tutti gli appartenenti alla casta (stavamo per scrivere 'cani e porci' ma ci siamo trattenuti).
Desideriamo ad adiuvandum riferirle una nostra personale esperienza di qualche anno fa:
Stavamo per entrare allo University Club di Washington DC, a due passi dalla Casa Bianca, dove si riunisce il Rotary omonimo del quale immodestamente facciamo parte.
L'amico che era con noi dice: "Guarda chi c'e li' ". Appoggiato alla balconata che da' sulla 16ma strada abbiamo visto Donald Rumsfeld, sino a poco prima uno degli uomini piu' potenti del mondo, responsabile al massimo grado dell'occupazione dell'Iraq. Voluta forse per farsi perdonare quelle foto del 1983 che lo ritraevano a colloquio-bacia l'anello con Saddam Hussein quando si trovava da quelle parti a vendere impianti chimici che avrebbero potuto essere convertiti nella produzione di armi di distruzione di massa. Ma non lo furono perche' il dittatore era troppo sicuro delle sue relazioni undercarpet con gli americani.
Donald Rumsfeld non aveva scorta che lo proteggesse, non aveva auto blue. Stava semplicemente aspettando un amico per entrare nella riunione del Rotary dove avrebbe presentato il suo ultimo libro.
Il giorno dopo il Washington Post pubblicava una 'breve' in cui si raccontava questa storia: Rumsfeld era in coda ad una fermata dell'autobus. Dalla fila esce un tizio che gli si fa incontro e lo apostrofa violentemente dicendogli che lui e' stato la causa della morte del figlio in Iraq.
Rumsfeld non batte ciglio. Arriva l'autobus, ma Donald Rumsfeld non sale. Aspetta il successivo.
Quando il contribuente italiano avra' il piacere di vedere un ex potente salire sull'autobus o in metropolitana come un normale cittadino?
Molti cordiali saluti dalla Capitale degli Stati Uniti.
Oscar Bartoli
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(Questa lettera e' stata ripresa da Libero del 18 agosto 2012)
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Basta vedere cosa ha fatto Hollande. Ma ci vuole coraggio e ideali che da noi sono stati seppelliti sotto i milioni di apparecchi televisivi media e messaggio del consumo di massa.
Cinzia Furlanetto
Washington DC

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Caro Oscar
condivido la tua riflessione, molto elegante da gentleman, vorrei scriverti le mie riflessioni ma mi trattengo e non sarebbero da un gentleman  perché sono stufo di essere preso in giro  sia da questo governo chiamato "dei tecnici", che io l'ho definito il " IL BOIA DELLA POLITICA", sia dalla classe politica e sia dal potere giudiziario che fa le tre scimmiette. Mi fermo qui, solo mi dispiace che, oltre ad essere spariti i valori sono spariti anche gli uomini Italiani, sono rimasti solo maschietti e femminucce. Scusami non vado oltre se no ti scrivo un libro, spero che non mi mettano le tasse anche su questa mia affermazione che avrei l'intenzione di scrivere un libro.



Cordialmente
Giovanni Domma
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Caro Oscar,
oggi stavo facendo la spesa in un supermercato in via Libertà a Palermo e mi sono imbattuto in una classica scorta che stava a controllare la sicurezza di un Giudice che nel pieno della Sua giornata lavorativa stava facendo la spesa con tre guardie attorno a Lui tra i banchi delle carni, dei latticini, dei vini etc. e altre due guardie erano fuori con due macchine di servizio scorta, alla faccia dello spreco......oggi nessun Giudice è più in pericolo poiché a differenza del periodo di Falcone e Borsellino non vi sono più indagini patrimonio di singoli P.M. Dunque questa non è una necessità ma è uno "status symbol" che ormai è talmente diffuso che non lo potrà sradicare nessuno.
Tu che puoi arrivare al Ministro Cancellieri o a ad altri che contano, perché non segnali questi abusi e tanti altri simili.
Colgo l'occasione e abuso anche io della Tuo potere mediatico e vorrei che Tu trasmettessi una semplice soluzione per il caso ILVA di Taranto, quasi un uovo di Colombo.
Basterebbe affidare l'acciaierie ILVA ad un Amministratore Giudiziario o ad un Commissario con l'incarico preciso di bonificare tutta la zona e l'intera acciaieria modernizzando gli scarichi degli alti forni con depuratori o qualsivoglia altro ritrovato possa filtrare gli scarichi nocivi e velenosi etc. utilizzando gli utili della stessa acciaieria, le risorse stanziate dal nostro attuale Governo e quelle comunitarie che sicuramente arriveranno.
Finita la messa in sicurezza di tutti gli scarichi della ILVA, continuare a utilizzare gli utili dell'acciaieria per il risarcimento agli ammalati creando contemporaneamente un fondo sanitario per eventuali altri casi.
Per farla breve i proprietari, i Sigg. Riva potranno ritornare in possesso di questa enorme azienda solamente quando tutto sarà stato risolto a patto e condizione che tutto sia mantenuto in efficenza con controlli periodici affidati alla Guardia di Finanza o Carabinieri......
E tutti vissero felici e contenti.
Scusa Oscar, io non so se Tu potrai trasformare in realtà la mia speranza di far leggere queste due semplici e modeste riflessioni/denunce al Ministro Cancellieri ma almeno ci sto provando.
Un caro saluto
Onofrio Egidio Porcasi (Palermo)

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Signor Bartoli buonasera,
quello che le descrivo è, secondo me, il concime di tanto mal costume.
L’altro giorno mi chiedevo, o meglio, chiedevo al Presidente del Consiglio (tramite lettera ad alcuni quotidiani), cosa mai insegnassero nelle università italiane che rendesse i capitani di industria “asociali” e i politici “amorali”.
Ohibò, questa mattina (Venerdì 17) il Preside mi risponde con le parole di Donato Masciandare, docente di Economia della Bocconi, e lo fa alla radio a Prima di tutto.
Indovinate chi viene definito “chiagne e fotte” dall’esimio prof.?
Dunque, il popolo dei “chiagne e fotte” è il popolo che fa del merito una caratteristica dirimente, che si applica tenacemente per raggiungere un grado elevato di professionalità, che più di ogni altro nel suo continente investe in ricerca, che dello stesso continente traina l’economia esportando ovunque prodotti di alto livello tecnologico e che, va da sé, rispetta le leggi e paga abbastanza regolarmente le tasse. Sì, avete capito bene, il popolo dei “chiagne e fotte”, secondo il dotto docente, è il popolo tedesco. Sapete perché? Perché non vuole spendere i soldi che ha guadagnato e messo da parte per pagare i debiti di chi ha sperperato le proprie ricchezze con una politica di prebende, privilegi e donazioni a pseudo lavoratori che campano alle spalle dello Stato: la Grecia. Poi il prof. Specifica che anche in Italia ahimè ci sono i “chiagne e fotte”: i lumbard e i loro simili, of course. Be’, se questi sono i docenti si intuisce quale possa essere il livello dei discenti.
Cordiali saluti
Roberto Bellia
Vermezzo MI Italia
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Caro Oscar,
gli uomimi ragionanti non possono non condividere i tuoi pensieri e le tue riflessioni, ma quanti sono questi UOMINI?
iL POPOLO ITALIANO è IN CRISI DI assuefazione, perchè le CASTE hanno il potere.
Le SCORTE, sono diventate un simbol (Politici, Magistrati, Funzionari delle istituzioni, Giornalisti, Sindaci ed altri, hanno formato una catena di S. Antonio, con grandi poteri, mentre il popolo come al solito, deve obbedire,  quanto tempo però potrà sopportare?
Ho sentito alla televisione italiana tempo addietro un ministro, che poi si è dimesso, ma stà preparando un altro partito; di aver detto " che avrebbe denunciato chi gli ha pagato una casa", questo è il colmo dell'onestà, è come l'ubriaco che non riesce a trovare alcool, certo lo cercava dal medico.
Le lettere maiuscole o minuscole non sono a caso.
Ti saluto sinceramente e ti leggo sempre con gioia, ma non puoi raffrontare l'uomo americano con quello italiano, occorrerebbe prendere esempio dai francesi della fine del XVIII° secolo.
Viva la  Democrazia.
Rafffaello dalla Val di Chiana
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Caro Oscar :    PERFETTO   !!!       Marino Folgori
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Salve, io credo che dovremmo ringraziare i nostri parlamentari di aver fatto diventare i nostri figli tutti intelligentissimi: infatti a scuola non si boccia più.
Ringraziamo i sindacati (ed i relativi partiti di riferimento) per aver reintegrato al lavoro anche chi è stato sorpreso con le mani nella marmallata).
Infine è da apprezzare l'impegno mostrato per la loro rinuncia al faraonico stipendio se non altro per evitare fughe di cervelli all'estero.(con 1000 euro al mese/parlamentare quante borse di studio ci si finanziano?).
Cordialmente
Enrico da Pisa

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Caro Oscar, parole sante!  Sono assolutamente convinta che si ridurrebbero i danni perché in caso di attentati  ci andrebbe di mezzo soltanto l’interessato e si limiterebbero i morti.
Però la tua lettera mi ha riportato alla mente le tragiche discussioni sulle scorte sollevate dall’assassinio di Biagi. Forse da voi se ne è parlato poco, ma qui ci furono feroci polemiche e un ministro si dovette dimettere. Dolorosi ricordi a parte, mi è balenata qualche idea irriverente e terra terra.
Intanto sai meglio di me che il risparmio sarebbe minimo e l’operazione avrebbe l’effetto di far vedere che siamo tutti uguali sotto il sole.
Poi – chissà perché? – la tua lettera mi ha riportato alla mente un infausto manifesto, intriso di odio di classe, partorito da qualche cervellone eccitato per la vittoria politica di – giorno più, giorno meno – sei anni fa. Non vorrei che adesso qualche spirito perso ci facesse trovare i muri tappezzati di un gioioso “Anche i politici piangano!”.
Poi, sia chiaro che, in caso di esito positivo, la norma deve valere per tutti. E quando dico tutti intendo TUTTI: chi fa politica, chi intercetta, chi è intercettato e chi sulle intercettazioni fatte agli altri non trova niente da ridire!
Ultima considerazione: visto che si parla principalmente di politici, si parla di Roma. E se tutti si mettessero ad andare in autobus una riunione – poni caso un consiglio dei ministri – fissata – poni caso – per le dieci a che ora slitterebbe col traffico che c’è e con i bus che non passano mai?
Un caro saluto Kathia
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Caro Oscar,
certamente il buon esempio deve partire dai potenti.Ma credimi, le dichiarazioni della On Cancellieri, come quelle che tutti i giorni fa il Primo ministro Monti cosi non risolveremo più niente e sarà il definitivo declino come lo fu per l'antico impero romano di occidente. Ti prego non stare fermo li’, abbi io coraggio di venire in italia a fare un tour nelle piu importanti città, se in estate vai anche in qualche località di turismo, ti verrà voglia di scappare, di rinnegare il tuo paese. Non abbiamo senso civico, non abbiamo amor patrio, per vedere una bandiera devi passare davanti ad una caserma militare, ma sono quasi tutte chiuse,oppure che ci sia una partita della nazionale di calcio. Nessuno fa niente tutti vogliono, abbiamo definitivamente creato la società dei diritti e nessun dovere. Non lavoriamo più, perchè tutti i lavori che si possono fare in un paese come il nostro senza materie prime e che vive prevalentemente di manifattura sono lavori, che per carità, io non lo faccio, e allora, i cinesi ci stanno acquistando di sana pianta gli immigrati dell'est vengono per lavorare ( credo 6 mesi) poi tornano a casa e noi gli mandiamo l'assegno di disoccupazione che comunque quando sono nei loro paesi vale almeno 5 volte il loro normale stipendio. Fini, terza carica dello stato, sono anni che riserva a se stesso e alla sua scorta uno dei migliori alberghi in prima fila sul Tirreno, si parla di 80 mila euro a stagione. Potrei continuare all'infinito, ma un manager o capofabbrica americano farebbe da solo meglio di tutta la nostra classe dirigente. Vieni forse ci puoi aiutare più di quanto credi.
Con stima
Riccardo Concetti

(Oscar risponde: In italia ci vengo almeno tre volte all'anno. Sto per partire per un lungo periodo. Giro l'Italia dal nord al sud e isole per presentare i miei libri. L'Italia e' sempre piu' bella, la gente fantastica, se presa a piccole dosi. Quanto ai guai nazionali sono sicuro che vi riprenderete. Sursum corda, please!)

Dagli al nero che vota


Il vicepresidente Joe Biden è accusato dagli avversari repubblicani di essere il ‘re delle gaffes’. La giornata del Ferragosto (che qui in America è un giorno qualsiasi) è stata caratterizzata da un diluvio di polemiche e di commenti alla frase pronunciata da Biden durante un comizio in Virginia di fronte ad una platea composta in gran parte da neri. Riferendosi ad una dichiarazione del candidato repubblicano Mitt Romney che, contestando la politica economica del Presidente Obama, aveva detto che “bisogna liberare Wall Street dalle catene”, il vicepresidente degli Stati Uniti aveva replicato con la battuta : “put y’all back in chains.” “ e mettere voi di nuovo in catene.” La destra americana ha iniziato un bombardamento di invettive nei confronti di Biden accusato di utilizzare temi razzisti nella sua dialettica politica. Ma si tratta di finta indignazione che durerà ancora qualche giorno. Purtroppo Joe Biden ha perfettamente ragione. Un giudice della Pensylvania si è rifiutato di prendere in esame la richiesta di sospensione di una legge dei repubblicani che impone che le foto sui documenti di riconoscimento siano aggiornate al momento del voto. Questa legge nella sua semplice formulazione mette in difficoltà anziani, poveri, disabili e giovani. Si tratta di uno dei tanti strumenti messi in atto in ogni elezione dai tecnici del partito repubblicano che in ogni stato della Federazione  utilizzano migliaia di volontari che hanno il compito di scoraggiare il voto dei neri e delle altre minoranze.  

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Caro Oscar,

leggendo di Biden vedo che il Berlusca ha fatto scuola. Invece, e so che non mi condividi, sono perfettamente d'accordo con il sig. Giorgini di Cagliari. Non te la prendere. A mio parere deve poter votare solamente chi paga le tasse, compresi gli extracomunitari che vivono, lavorano e pagano le tasse qui. Un cordiale saluto.
Maurizio. (torino) 

Voglia di guerra

C'e in giro negli ambienti della destra americana una gran voglia di guerra. Come se non bastassero i disastri umani e economici innescati dai due conflitti in Iraq (conclusa da Obama) e Afghanistan (ritiro entro il 2015) fermamente voluti da George W. Bush.
I circoli che sostengono l'attuale primo Ministro di Israele stanno pompando i media sulla necessita' di arrivare ad un'operazione chirurgica sui siti nucleari dell'Iran entro la fine di ottobre e prima delle elezioni presidenziali americane. Chirurgia a parte si tratterebbe comunque di un intervento con la previsione di migliaia di morti tra i civili.
L'amministrazione Obama sta invece intensificando i contatti con gli altri paesi occidentali per un inasprimento delle sanzioni all'Iran e alla Siria suo stretto alleato e per un'intensificazione del dialogo diplomatico. Opportunita' questa su cui si e' ufficialmente schierata a favore anche la Cina.
Il paradosso e' che l'Arabia Saudita (anche se non lo dichiara ufficialmente) vedrebbe con interesse un attacco portato all'Iran, centrale sciita che sta mettendo in pericolo l'esistenza stessa dei sunniti. Si tratta di una miscela esplosiva che fa dire ad alcuni analisti che questi potrebbero essere i prodromi della nuova guerra mondiale.

A proposito del movimento "INSIEME per l'Italia"


No, non sono d’accordo con Melo Cicala. Capisco (ci mancherebbe!) le ragioni astrattamente ideologiche che stanno alla base del suo costrutto. Capisco anche che  la possibilità di votare pur vivendo in corpo ed in anima all’estero, significa comunque mantenere un cordone ombelicale ed ovviamente nostalgico, con la terra degli Avi e delle Tradizioni. Non – ripeto: non - capisco il senso pratico di un’operazione come questa. Il voto, concettualmente, è uno strumento che serve per decidere da chi e come debba essere governato un Paese, nell’interesse, mi sembra ovvio, di coloro che in quel Paese operano, vivono, conducono tutta la propria esistenza, in corpo ed anima. Proprio come gli altri, quelli che sono Italiani, si, nel corpo dei propri Padri, ma che con l’Italia hanno ormai assai poco a che spartire. Il voto, Cicala, ed anche tu, Oscar, me lo insegnate, ha valore sia attivo che passivo. L’esperienza ci dice che una delle due fasi ha poco senso: coloro che sono stati eletti alle elezioni scorse si sono visti, in Parlamento, poco o niente. E già abbiamo sin troppi assenteisti cronici, tra i nostri Rappresentanti del Popolo, per non aver bisogno che altri si aggiungano a costoro. Mi ricordo corse ansiose, che nemmeno Bolt se le è mai sognate, per far arrivare a tutti i costi e con ogni mezzo un Deputato italiano-ma-americano in tempo per votare per una maggioranza che non riusciva a reggersi nemmeno con l’ausilio di mummie recuperate da sarcofaghi millenari definite, perfettamente a proposito, “Senatori a vita”. Dubito molto, d’altra parte, che le cose potrebbero modificarsi in melius, se qualche nostro fratello estero venisse eletto ad altre Cariche ancora più importanti, dopo il suo ingresso a Montecitorio od a Palazzo Madama.

Ben diverso è il caso di chi, straniero per origini, magari legato ancora da un solido cordone ombelicale con il proprio Paese natio, abita ed opera costantemente in Italia. Come negare il diritto al voto e ad un seggio in Consiglio Comunale, ad un Algerino (o forse Tunisino) come Radouan Ben Hamara, un Docente Universitario che abita a Cagliari ed al quale sembra ovvio debba essere riconosciuto il diritto di partecipare alla vita civile del Paese che lo accoglie, in ogni suo aspetto? C’è un altro Signore che si chiama  Omar Hassan, forse Marocchino, e che fa, bene, il sindaco di Mogoro, un piccolo paesino di questa mia meravigliosa Isola. Non si chiama “Ledda” od “Oggianu”? Embeh?! Probabilmente il Signor Hassan, malgrado il suo nome - così come il mio, del resto – non possa essere certamente essere considerato indigeno, è più sardo e più convinto della necessità di salvaguardare i diritti della Comunità nella quale egli e la sua Famiglia sono inseriti, d quanto non possa esserlo qualche suo compaesano fornito dal marchio DOC. Ma un qualsiasi  Bianchi o Rossi che abita a New York, per quanto bravo, intelligente, preparato, eccellente nel suo campo d’attività, cosa può saperne della realtà delle cose Italiane, al di là di quanto egli possa apprendere dai vari “Corriere” o “Giornale”? E che diritto ha, il Bianchi o Rossi americano, di influire dal di fuori sulla conduzione di uno Stato, sulla sola base di suoi convincimenti ideologici? E, soprattutto, quale può essere un suo effettivo interesse a che vinca il PD od il PDL, in Italia? Egli è già molto impegnato, nel suo “vero” Paese. Influirà sull’elezione di Barack Obama o di Mit Romney. Pensi a votare bene, secondo coscienza, là dove il suo voto può avere un senso concreto, senza lasciarsi coinvolgere nell’intrigo di motivi che sanno di demagogia e di interessi personali lontano un miglio.

Chissà perché, ma  Mirko Tremaglia è stato uno dei pochissimi Uomini della Destra Italiana, ad aver sollevato un consenso entusiastico da parte delle Sinistre, quando si è battuto per il voto all’Estero. In nome, s’intende, della libertà d’opinione,
Gianfranco Giorgini
Cagliari (Italia)


Save us from the private Ryan

WASHINGTON — Democrats pounced on Mitt Romney's selection of Wisconsin Rep. Paul Ryan as his running mate Saturday, saying the pick showed a commitment to "budget-busting tax cuts" for the wealthy and greater burdens on the middle class and seniors.
President Barack Obama's campaign team said Romney's choice made clear that the former Massachusetts governor would be forced to adhere to the principles laid out in the House Republican budget – authored by Ryan – which they said would undermine entitlement programs crucial to middle-class families and seniors. Democrats said privately that the choice of Ryan could help Obama in states with large numbers of elderly voters, such as Florida, Pennsylvania and Ohio.
Obama's campaign manager, Jim Messina, said in a statement that Romney had "chosen a leader of the House Republicans who shares his commitment to the flawed theory that new budget-busting tax cuts for the wealthy, while placing greater burdens on the middle class and seniors, will somehow deliver a stronger economy."
(The Huggington Post)

Hope Solo, piu' che una speranza una certezza d'oro


I giornali italiani che lavorano a ranghi ridotti perche le ferie in italia sono sacre,( anche se la crisi consiglierebbe di rimanere al proprio posto di lavoro perche non si sa mai) ci deliziano quotidianamente con le foto delle 'coccole' che si scambiano coppie famose e quasi famose, effusioni chissa' quanto spontanee o concordate con il paparazzo di turno. L'Italia guardona dal buco della serratura ha il sopravvento sull'informazione vera.
Per esempio lo spazio dedicato alla vittoria nella finale olimpica della squadra americana femminile di calcio su quella giapponese e' stato minimo nonostante si sia trattato di una grande partita, giocata con alta tecnica e vinta dalle americane non solo per i due goal realizzati ma per le cinque parate del loro portiere, Hope Solo.
Questa bella ragazza di orgine italiana ha una storia particolare. E' stata concepita in un colloquio coniugale in un carcere dove era rinchiuso il padre, Jeffrey, un tipo accusato di mafia e addirittura di omicidio e poi liberato per un alibi. Veterano del Vietnam, Jeffrey Solo era finito sulle panchine aumentando la schiera degli ex colleghi di guerra divenuti homeless.
La figlia Hope, anche se affidata alla madre, ha sempre mantenuto un rapporto con il genitore al quale portava addirittura il mangiare nei prati dove sostava per la notte.
Hope Solo prima di diventare portiere ha giocato con successo come attaccante nelle squadre della sua universita' a Seattle e poi come professionista. Speranza ha 31 anni, e' bella, intelligente e con una lingua tagliente che esercita giornalmente su Twitter. La sua indipendenza le ha procurato un sacco di guai a cominciare dalla allenatrice della squadra nazionale che non tollera individualismi. Una volta e' stata tenuta negli spogliatoi quando veniva eseguito l'inno nazionale, altre volte e' stata rimandata a casa con aerei diversi da quelli delle compagne perche', esclusa da una partita persa malamente, aveva detto che lei quei tiri li avrebbe parati.
Questa rabbia dentro ha consentito a Hope di saldare il conto con tutti: con la sua squadra nazionale, con l'allenatrice - tipo di suora - smonacata, con le compagne invidiose che spettegolano perche' ha un corpo da donna vera e non da quasi uomo, con quelli che per anni ridono del calcio femminile in America perche' e' uno sport da bambinelle. Un episodio in piu' che conferma come gli Stati Uniti siano davvero il paese delle opportunita'. Che differenza tra Hope Solo e la cultura delle donne velinare italiane, compresi stuoli di parapolitiche e pronte a tutto. Lei per affermarsi non ha bisogno di darla al potente di turno. Per affermarsi le basta la sua professionalita' tecnica e la voglia di gareggiare e vincere. Quanto al 'resto' sono 'Solo' affari suoi.

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Grazie mille Oscar, molto interessante l'articolo, condivido in pieno la tua riflessione . 

L’essere umano è costruito in modo tale che si trova continuamente obbligato a uscire da sé stesso. Dal momento in cui si sveglia al mattino, egli “esce”, vale a dire guarda, ascolta, parla, lascia la sua abitazione per andare al lavoro o nei negozi, va a visitare degli amici, va a distrarsi, a passeggiare, a viaggiare… Tutto questo è bene, ma alla lunga egli si lascia talmente prendere da queste attività esteriori che finisce per perdere il contatto con sé stesso, e non sa più chi egli sia veramente. A partire da quel momento, non solo non vede più chiaro nelle varie situazioni e commette degli errori, ma inoltre si indebolisce, e il minimo imprevisto o la minima contrarietà lo lascia smarrito.
È normale che l’uomo esca da sé stesso, dato che ogni contatto col mondo esterno lo obbliga ad uscire; ma per non andare alla deriva, egli deve continuamente vigilare per ristabilire l’equilibrio fra l’esterno e l’interno, fra la periferia e il centro, fra la materia e lo spirito.
Giuseppe Savazzi (Udine Italia)

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Le video clip negative


In America si fa pubblicità comparativa mettendo a confronto un prodotto contro quello concorrente. La politica ha importato questa tecnica con le videoclip negative passate molte volte al giorno sui canali televisivi degli stati cosiddetti incerti. Questi video della durata di 30 secondi mettono in cattiva luce l’avversario. In politica non si fanno prigionieri. Barack Obama si è scrollato di dosso il suo tradizionale atteggiamento compromissorio  ed è partito all’attacco del candidato repubblicano sia nei comizi che sui media. Le accuse sono quelle di avere portato il lavoro all’estero con una sua azienda, di non avere pagato le tasse per alcuni anni, di volere agevolare i soliti ricchi. Questa tecnica sembra che stia pagando. Secondo l’ultima rilevazione fatta da CNN/ORC. il 64% degli americani è convinto che Mit Romney, se eletto presidente, continuerà a tirare l’acqua al mulino delle corporations con la scusa che sono quelle che garantiscono posti lavoro. Anche se il vostro famoso smart phone, cari ascoltatori, non è fabbricato in America ma in Cina. (Trasmesso sul GR3 Radio Rai)


Una nuova, 'vera' occasione per gli italiani all'estero, dimenticati in Patria

August 8th 1956 in the coal mine at Marcinelle ( Belgium).

Nel giorno di Marcinelle“, Giornata nazionale del sacrificio e del lavoro italiano nel mondo”, gli italiani all’'estero sono vivi e forti. Li porteremo a votare in Italia per corrispondenza magari con il voto elettronico.

di Melo Cicala Presidente di "“ INSIEME” per gli italiani "

Quando Mirko Tremaglia si ostinò a dare dignità agli italiani all’estero attraverso il voto, trovò delle grandi resistenze. Nessuno voleva dare credito a questa gente che in fondo, non era più italiana, che non pagava le tasse in Italia e che aveva dimenticato quasi del tutto la lingua italiana. Le ragioni ovviamente non erano queste, o perlomeno non solo queste. I veri motivi Tremaglia li conosceva benissimo è ovvio. Si trattava di gestire un gran numero di persone, un elettorato attivo fuori dai confini patri, insomma un impegno veramente importante. Ma la cosa che spaventò le quattro uova nel piatto italiane, furono le previsioni sugli effetti politici di milioni di nuovi elettori sugli assetti e sugli equilibri italiani. Molti si resero conto subito che quella velleità doveva essere circoscritta e fortemente limitata se proprio bisognava farla. Di qui la“famigerata” Circoscrizione Estero, amalgama di anti costituzionalità ed ossimori che non serve, ma che proprio non serve a nessuno. E’ facile provare ad immaginare cosa potrebbe accadere in Italia se tre o quattro milioni di italiani potessero aggiungersi alla massa elettorale già esistente. Volendo fare delle previsioni, possiamo azzardare che sconquasserebbero progetti e dislocazioni dei vecchi schieramenti al punto tale da avere un voce rilevante in Parlamento. Ma allora perché non organizzare questa popolazione di emigrati ormai arrivata alla terza generazione in un vero e proprio partito in maniera tale da non avere padroni? Ce ne sarebbe veramente bisogno. Il nostro paese vede il presentarsi ed il ripresentarsi alla politica sempre delle stesse facce ormai già da un trentennio, persone giovani che per altri trent’anni almeno promettono di rimanere lì ancorati nei palazzi del potere. Gli esempi sono trasversali, pensiamo a parlamentari che seppure tutta gente giovanissima e' al  tempo stesso vecchia. Vecchia nelle idee, nella gestione del potere, nella comunicazione con la gente, nel partorire proposte e programmi. Noi di ‘Insieme’ ci siamo prospettati questo obiettivo, parlare alla gente all’estero cercando di convincerla delle sue potenzialità, di farle prendere fiducia in se stessa in modo da non chiedere elemosinando diritti, ma di pretenderli. E’’ possibile aggirare lo scoglio della Circoscrizione estero per la cui abolizione occorrerebbe la modifica della Costituzione, con la possibilità di votare dall’estero in Italia con sistemi di corrispondenza senza essere obbligati a venirci di persona. Se le cose stanno così come le annotiamo sui nostri diari, è perché si accettò in ultimo un compromesso per accontentare politicamente Tremaglia e salvare capra e cavoli. Fu la peggiore delle scelte ma l’unica possibile. Oggi possiamo cambiare le cose soprattutto dopo aver preso atto del fallimento del mandato elettorale da parte dei nostri parlamentari eletti all’estero. Possiamo cioè tentare l’ultima carta, ma la migliore di cui siamo in possesso, per ridare dignità al voto degli italiani che solo in questo modo possono solleticare gli interessi di chi gestisce questo paese. E’  un nostro dovere civico per rispetto della nostra gente occuparci di loro con onestà intellettuale e senza demagogie in memoria anche e soprattutto di quanti italiani, l’otto agosto 1956, persero la vita in una miniera di Marcinelle solo perché cercavano tra la fuliggine ed il carbone uno straccio di vita dignitosa da offrire ai propri figli.

(per informazioni scrivere a  melocicala@aol.com)

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Caro Oscar,

... e anche questa è ... Italia !

Dici a proposito dello sbarco su Marte di "Curiosity": "Il presidente Obama giustamente sottolinea che si tratta di un momento storico per l'America e l'umanità." e io aggiungo in particolare anche per l'Italia. Vediamo perché.

"Curiosity”, è il più grande robot mai realizzato per l’esplorazione del pianeta rosso, pesa 800 kg ed ha le dimensioni di un’automobile. Con sé, il Rover Curiosity, ha avuto un passeggero d’eccezione: Leonardo da Vinci, attraverso le copie digitali del Codice del Volo (1505)  e dell’Autoritratto.
"Farò volare su Marte una copia digitale del Codice del Volo di Leonardo da Vinci", aveva annunciato nella primavera 2011, in una visita a Torino, Charles Elachi direttore del JPL, il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, il più importante centro di ricerche della NASA sulle missioni spaziali. L'idea leonardesca era stata lanciata dalla trasmissione TGR "Leonardo" di Raitre che aveva trasmesso la visita dello scienziato americano al prezioso manoscritto della Biblioteca Reale di Torino.

Dal primo satellite americano della storia, inventato e lanciato nel 1958, ai robot che stanno percorrendo Marte, il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena ha messo la firma sulla maggior parte delle missioni per lo studio del sistema solare e oltre. Le tecnologie per l'esplorazione spaziale sviluppate dal Laboratorio si sono rivelate fondamentali anche per nuove scoperte sull'atmosfera terrestre, il clima, gli oceani, la geologia e la biosfera del nostro pianeta.

Gli italiani possono andar fieri di questa missione spaziale; un grandissimo personaggio universale, Leonardo da Vinci, scienziato rinascimentale antesignano dell'aeronautica, lascia un segno imperituro al di là dei confini del nostro pianeta Terra.

Un altro "italiano all'estero" che rende onore alla Patria.

Ciao,

Dario, Torino, Italia 


La diplomazia di Monti mette sotto scacco Berlino

Guido Colomba

(The Financial Review) Un mese fa, apparve chiaro che il bluff della Merkel era giunto alla fine. Gli eventi successivi, culminati nel vertice europeo del 28 giugno, hanno confermato questa ipotesi. Ciò non ha impedito alla Merkel ed alla sua maggioranza di inventare l'ennesima soluzione dilatoria affidando alla Corte costituzionale tedesca la decisione (il 12 settembre prossimo) sul Fondo salva-Stati Esm che in realtà era stato previsto e concordato da oltre sei mesi e che già dal primo luglio doveva essere operativo. Il vertice del 28 giugno era estraneo a questa decisione. Di certo l'attacco scatenato contro Draghi, dopo le decisioni della Bce, ha carattere retroattivo. Esso ha evidenziato la netta opposizione di Berlino alle sollecitazioni della Casa Bianca per porre fine alla crisi contagiosa dell'euro. Ed è questo il vero fatto nuovo: la frattura, dopo una collaborazione durata oltre sessant'anni, tra le due sponde dell'Atlantico e il riemergere della "corazzata tedesca". Con le stesse frantumazioni ideologiche di un secolo fa. Nel mondo europeo ed italiano sono numerosi gli intellettuali (comprendendo molti economisti) pronti a giustificare questo atteggiamento tedesco. Non a caso Mario Monti, considerato il più filo-tedesco tra i capi di governo europei, è stato duramente attaccato dopo l'intervista al settimanale Der Spiegel in cui ha sollecitato non aiuti finanziari ma maggiore comprensione e solidarietà culturale. Un autentico schiaffo ai "falchi" tedeschi. Perché, oramai, tutti hanno fatto i conti e sanno che è proprio la Germania a trarre i maggiori vantaggi da questa situazione di incertezza. Hanno risparmiato almeno 40 miliardi di euro di minori interessi sullo stock di debito pubblico che, in termini quantitativi, è superiore a quello italiano. Hanno drenato liquidità (almeno altri 80 miliardi) dalle banche sud-europee. Hanno finanziato le proprie imprese a tassi bassissimi a tutto danno delle concorrenti imprese italiane. A fronte di tutto ciò, Berlino ha contribuito (ma si tratta di prestiti non di regali) al salvataggio di Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna con 59 miliardi di euro rispetto ai 45 erogati dall'Italia (altro che aiuti) ed ai 51 miliardi della Francia. Ecco perchè lo stesso Monti ha parlato diplomaticamente di "difetto di comunicazione" riferito formalmente ai mercati ma in realtà diretto alla leadership tedesca. Quest'ultima ha continuato a celiare. Quando però si è visto che il triangolo Francia-Italia-Spagna godeva dell'appoggio simultaneo della Fed e della Bce, a molti politici e banchieri tedeschi sono saltati i nervi. L'abilità diplomatica e l'ironia di Mario Monti hanno ottenuto l'ennesimo successo tattico. Senza tralasciare il piccolo capolavoro del viaggio di Monti in Finlandia, braccio operativo della Germania, alla quale è stato spiegato che il bluff tedesco era arrivato al capolinea. (Guido Colomba) Copyright 2012




Ed anche questa e' America

Domenica mattina, circa le 10:30. Oak Creek una localita' del Wisconsin. Nel Sikh temple in questa area suburbana di Milwaukee alcune decine di fedeli con le loro famiglie sono riunite.  Wade Michael Page, un bianco di 40 anni ex sergente dell'esercito appartenente ad un movimento di 'white supremacy' (i neonazisti che odiano le altre monoranze) entra nel tempio e comincia sparare contro la gente. Colpisce un poliziotto prima di essere a sua volta ucciso. Questo idiota forse confondeva nel suo odio i Sikh con i Musulmani.

A poche ore di distanza da questo episodio alle 1:37 nella notte ora di Washington DC la sonda Curiosity scarica dolcemente su Marte un veicolo - laboratorio spaziale. Il presidente Obama giustamente sottolinea che si tratta di un momento storico per l'America e l'umanita'.

4 Agosto 2012.


Tanti Auguri, Mister President per il suo 51compleanno.

Freddy Cole. Avanti i ... vecchi che dicono ancora qualcosa

Il Blues Alley a Washington DC e ' uno dei locali piu' noti in America dove si alternano i nomi piu' celebri del jazz compresi i talenti italiani.
L'altra sera siamo riusciti a conquistare un tavolo proprio sotto il palco dell'orchestra, mentre il night club si andava riempendo di appassionati, giovani e vecchi, bianchi, neri e gialli.
La ragione di tanto interesse era Freddy Cole, il fratello di Nat King Cole, 79 anni portati nemmeno tanto bene. Ottimo pianista jazz e un filo di voce sincopata. Con il suo quartetto Cole gira ancora il mondo affascinando i fans con il suo swing e lo strepitoso chitarrista Randy Napoleon (34 anni) che lo accompagna e cura gli arrangiamenti.
Randy Napoleon suona su una chitarra acustica amplificata, non usa alcun plettro e sfoggia una tecnica mostruosa.

Anche questo succede dalle nostre parti....

Two planes taking off from National put on collision course with plane trying to land

Three commuter jets came within seconds of a midair collision at Reagan National Airport on Tuesday after confused air traffic controllers launched two outbound flights directly at another plane coming in to land, according to federal officials with direct knowledge of the incident.
The three planes, all operated by US Airways, carried 192 passengers and crew members, the airline said. All of the flights reached their destinations without mishap, but the near-collision was another among several thousand recorded errors by air traffic controllers nationwide in recent years.
National has been the site of some of the most notable incidents, including one revealed last year in which the lone controller supervisor on duty was asleep and didn’t respond when regional controllers sought to hand off planes to National for the final approach.
The problem Tuesday occurred about 2 p.m. as a number of inbound planes were queued up to turn above Mount Vernon, fly north over the Potomac River and land on National’s main runway. But an approaching storm caused a significant wind shift, and the air traffic control center in Warrenton wanted to reverse the flow of planes into the airport, turning them north of Rosslyn and routing them south along the river to land from the opposite direction.
The Warrenton controllers communicated the plan to the controller tower at National.
“The tower agreed, but they didn’t pass it on to all the people they needed to pass it on to,” said a federal official familiar with the incident who was not authorized to speak publicly.
As a result, an incoming flight that had been cleared to land was flying head-on at two planes that had just taken off. The inbound plane and the first of the outbound planes were closing the 1.4 miles between them at a combined speed of 436 mph, a rate that meant they were about 12 seconds from impact when the tower controller recognized her mistake.
Hours after being alerted to the incident by The Washington Post, the FAA’s public affairs office issued a statement Wednesday night saying that it is investigating the matter and will take appropriate action to address the miscommunication.
“Are you with me?” the tower controller asked the inbound pilot, checking to see whether he was tuned to her radio frequency. When the pilot acknowledged her, she ordered him to make an abrupt turn to the south to avoid the other two planes.
“We were cleared [for landing] at the river there,” the pilot said after breaking off the approach northwest of the airport. “What happened?”
After a pause, the controller said, “Stand by, we’re trying to figure this out.”
As she directed him to make a loop around the airport for a second landing attempt the pilot cautioned: “We really don’t have enough fuel here for this. We have to get on the ground pretty quick.”
The federal official who reviewed the incident said what appeared to be a basic failure to communicate the planned change to everyone in the National tower was compounded by sloppy procedures.
(The Washington Post)