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Ci scrivono



Caro Oscar,

consentimi un pensiero alla luce dell'esito delle elezioni italiane il cui significato potrebbe far riflettere chi avesse deciso di usare il cervello anche per pensare (credo ahimè pochi):
"Quando si vuole mantenere fissa una ideologia a dispetto del cambiamento dei tempi, questa si trasforma in un pregiudizio che chiude definitivamente le porte all'essenziale cambiamento"
Mi piacerebbe sapere quanti dei nostri lettori condividono questo pensiero.
Un abbraccio
Enrico Baronti 
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Caro Oscar, non so quale sia la visibilità e la comprensione negli States del momento attuale post-elettorale in Italia, ed in particolare per quei cittadini di origine italiana o italiani all'estero. Qui in Italia la visione degli avvenimenti è legata all'intrecciarsi di fatti poco consueti per la storia del Bel Paese. In primis, le dimissioni, anzi l'abdicazione, o meglio la rinuncia, come previsto dal canone 322 del Codice di Diritto Canonico, di Benedetto XVI; questo è un evento mondiale, ma in Italia -dove a giorni inizierà il Conclave- l'evento è caduto come un meteorite negli ultimi giorni della campagna elettorale per le elezioni politiche generali, oscurandole in parte. E' il sesto Pontefice che "lascia" dopo Clemente I, Ponziano, Ippolito, Silverio, Celestino V, nel corso di 2000 anni, quindi siamo testimoni di un turning point storico. L'altro evento epocale è stato lo tsunami del M5S di Beppe Grillo, che ha avuto un esordio "esplosivo", sia per il risultato raggiunto in termini di voti, sia per il modo di comunicare (attraverso il web) e con la riscoperta dei comizi di piazza, come non si vedevano dagli anni '950, con i palchi e gli altoparlanti "Geloso" issati sugli alberi e sui balconi, prima che l'avvento della TV costringesse la gente al chiuso degli edifici, disarticolando l'eggregore, la koiné, e costringendo i cittadini ad appisolarsi sul divano del salotto di casa, al chiuso ed appartati negli appartamenti. Quindi Grillo ha utilizzato un vecchio modo comunicativo abbinato ad uno avveniristico, lo streaming di internet ed i blog (il tuo Letter from Washington è quindi un antesignano). Questa modalità parla di un sistema arcaico ma forse avveniristico di far politica: la "Democrazia diretta", tipo quella mai abbandonata, sin dalla Preistoria, dai Cantoni svizzeri o dai Nativi Americani delle Grandi Pianure. Questa modalità politica che ci potrebbe far riscoprire (telematicamente) l'agorà di Atene, quando si inventò la Democrazia in Grecia ai tempi di Pericle, poteva avvenire più facilmente proprio in Italia, per fattori concomitanti: insieme all'estrema decrepitezza dei partiti politici tradizionali, bolsi quando non corrotti, il popolo italiano riposa su un monumento di Cultura che non ha uguali per profondità nel tempo e nello spazio. Quindi io credo nel DNA italico ed un nuovo Rinascimento possibile è in vista. Ad maiora semper ! Dario Seglie (Torino)
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Caro Oscar,
vedo con piacere, sempre i tuoi interessanti commenti sulla nostra disastrosa situazione in Italia, peccato dover dire così, ma non riusciamo ad esprimere dei leader degni di noi? Come detto da qualcuno, non so se non proprio tu, la società civile è migliore di coloro che la rappresentano e questo è una cosa che non mi riesco a spiegare. Pensa che qui a Roma sono molti che si strizzano il cervello nel pensare cosa sarà del futuiro politico dei vari Fini, Casini, e tanti altri neppure eletti.
Ma chi si domanda che fine faranno il 34% dei giovani senza futuro e del 24% degli anziani tra poco con pensioni da fame? E' vergognoso e poi si spiega che chi non ha i nervi saldi voti estreme soluzioni, tipo Grillo, che mi è pure simpatico, ma cosa potrà mai fare? 
Roberto 
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