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Famiglia Cristiana chiede un passo indietro


 
«Dopo avergli espresso affettuosa solidarietà, fatta anche di piaggeria e sudditanza, e dopo aver elaborato il lutto, sarebbe bene che a chiedergli di fare un passo indietro, e questa volta per sempre, fossero proprio i parlamentari» di Silvio Berlusconi. Lo afferma Famiglia Cristiana in un editoriale del direttore Antonio Sciortino.

«In ballo - avverte Famiglia Cristiana - non c'è solo il futuro politico dell'ex presidente Berlusconi, ormai settantasettenne, ma la stessa sopravvivenza del Centrodestra». Inoltre, «non serve, a risollevare le sorti, il patetico e nostalgico annuncio di un ritorno al passato e a una nuova »Forza Italia« con promesse già consunte prima ancora di cominciare». Il Pdl dovrebbe dimostrare al contrario, secondo Sciortino, «che all'ombra del padre-padrone è cresciuta una nuova classe politica di destra, matura e preparata» lontana dalla «logica devastante del detto: »muoia Sansone e tutti i Filistei».

«Primo fra tutti - sottolinea Famiglia Cristiana -, è chiamato in causa Angelino Alfano»: «ha finalmente l'occasione di mostrare d'essere dotato di quel «quid» che molti del suo stesso partito, invece, faticano a riconoscergli, nonostante le importanti cariche ricoperte« mentre va scongiurata »anche ogni ipotesi di successione familiare, che continuerebbe a spaccare il Paese nel nome del berlusconismo«. »La tanto sbandierata responsabilità del Pdl - afferma Sciortino - è ora alla prova dei fatti. In un frangente così critico per le famiglie italiane e alla luce di qualche sia pur timidissimo segnale di ripresa, sarebbe delittuoso e da irresponsabili affossare un Governo al momento senza alternative, costretto a traghettare il Paese, nell'attesa di tempi migliori e di una legge elettorale che spazzi via il nefasto «porcellum» di cui non ci si vergognerà mai abbastanza. Altrimenti, prevarrà l'italico «cupio dissolvi». 

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Caro Oscar (Washington, USA),
Citoyens … Citoyens … la France … !” con questo incipit Charles De Gaulle si rivolgeva dai microfoni ai francesi, sapendo di evocare nei suoi connazionali due concetti profondi: l'essere Cittadini, e cioè figli di quella Rivoluzione che ha cambiato il mondo occidentale nel 1789 proclamando i Diritti Universali dell'Uomo col sacro trinomio: Liberté, Égalité, Fraternité, (Carta che è tributaria degli enunciati delle statunitensi Dichiarazioni della Virginia, 29 Giugno 1776, e della Pennsylvania, 28 Settembre 1776) e poi invocando la Nazione, la Francia, che è tale almeno da 1000 anni, sin dai tempi di Carlo Magno. Su ogni facciata dei municipi francesi campeggia il Trinomio ed il Tricolore.
In Italia la questione è ben differente; siamo uniti da appena 150 anni e il concetto di Nazione è radicato solo in poche élites intellettuali che hanno ben saldi nello spirito i principi etici coi quali si avviò il Risorgimento e poi la Liberazione dal nazi-fascismo. Ma la gran massa degli italiani è campanilista, frazionista, sostanzialmente anti-nazionalista.
L'editoriale del direttore di “Famiglia Cristiana” Antonio Sciortino fa intendere che anche i cattolici impegnati in politica nel centro-destra dovrebbero lavorare per uscire dalle ristrettezze di un movimento “dinastico” e monocratico per approdare ad un moderno partito liberal sul modello del Republican Party (detto anche GOP "Grand Old Party") degli USA.
Sono moderatamente ottimista: dopo il deprecato ventennio di Mussolini abbiamo avuto il bipolarismo DC – PCI; dopo il ventennio di Berlusconi avremo finalmente un bipolarismo moderno anche in Italia ? Occorrerà, a mio avviso, che sorgano figure più carismatiche, sia a destra che a sinistra, in grado di uscire dal caos e porre fine alla guerra per bande che si è scatenata nel PD come del PdL per le successioni a Bersani ed a Berlusconi.
L'Italia è un grande e Bel Paese.
Dario (Torino, Italy)
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