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Italiani: provate ad amare l'Italia

Questo blog, anche se si chiama "Letter from Washington", anche se viene lanciato da 7500 chilometri dall'Italia o da qualche altro continente nel quale il suo responsabile si trova per ragioni di lavoro o di famiglia, anche se spesso si presenta con articoli in inglese che parlano di quel che succede negli Stati Uniti, anche se...e' comunque sempre con il collo girato verso l'Italia.

Perche' il tormento dell'emigrato e' continuo in un alternarsi di sentimenti di riconoscenza per il Paese che ti  ha dato osipitalita' e l'amore profondo per quella Patria che, talvolta come una 'mala femmena' ti ha intossicato l'anima ma dal cui ricordo  non riesci a staccarti.

Il filtro passionale attraverso cui l'emigrato vive le vicende italiane ondeggia in un accavallarsi di sentimenti talvolta contrastanti. Con l'aggravante che l'emigrante automaticamente mette a confronto la realta' in cui vive (americana) con quello che vede, legge e respira in Italia nei suoi numerosi viaggi nel Bel Paese.

Veniamo al dunque, si chiedera' il Lettore: bene, sto scrivendo da Udine, dopo avere sostato a Roma, Firenze, Genova a tenere qualche conversazione a innocenti ascoltatori. Altri impegni avro' a Milano, e poi Rimini prima di ripartire per gli States.

L'atmosfera generale che sto registrando e' caratterizzata dal solito mugugno, giustificato dalla crisi che morde i bilanci delle famiglie, dall'odio per le varie caste, dalla difesa ad oltranza del proprio 'particulare' e chissenefrega degli altri, dall'invettiva sempre pronta a 360 gradi, dal movimentismo del 'si dovrebbe fare' purche' a fare siano gli altri, dall'idolatria televisiva dei modelli piu' beceri di comportamento e dalla convinzione che siccome tutto si vende e si compra quelle ragazzine di 14 anni hanno capito come si mettono a frutto le doti che mamma natura ha messo a disposizione.

Da questa palude si alzano i miasmi del letame sociale che, stando almeno a quanto diffuso dai media, e' fatto di truffatori, puttanieri, prostitute in ordine sparso, femminicidio in aumento, droga a gogo, turpiloquio.

Obiezione: possibile che tutti gli italiani siano riconducibili a queste categorie mediatiche? No di certo. Papa Francesco ha restituito a tanta gente la voglia di stare insieme, di remare contro la subcultura, di prodigarsi per chi sta peggio di noi. Sono milioni gli italiani che fanno volontariato in maniera silente, senza strombazzamenti.

Ma in una societa' di massa come la nostra e la vostra vincono i 'mass media', e sono loro che continuano a fare opinione e a relegare ai margini l'esercito di coloro che vivono una vita di impegno, di moralita', di pulizia.

Si prenda il caso di Matteo Renzi. Questo blog ha fatto l'endorsement al sindaco fiorentino alla vigilia delle seconde primarie.

Oggi Renzi e' il Primo Ministro italiano. Ha introdotto  un linguaggio politico che si discosta nettamente da quello pomposo e pseudo aulico di chi lo ha preceduto nel difficile compito di trovare un modo per amministrare una nazione di 60milioni di individui, ognuno dei quali e' convinto di essere un ottimo solista. Mentre il cantare in coro e' dalle nostre parti sconosciuto.

Matteo Renzi, vuoi per inclinazione e talento naturale vuoi per scelta di marketing politico, salta il ceto politico di riferimento, si rivolge all'uomo della strada e non disdegna di usare quegli strumenti come le slides che servono per ribadire un concetto evitando le fumisterie del politichese. Ma evitando anche le tonnellate di contumelie e oscenita' alle quali ci  ha abituati, si fa per dire, Grillo.

Ed ecco piovergli addosso le accuse di essere un televenditore di patacche, di sminuire la ritualita' delle Istituzioni, di fare promesse senza costrutto.

Non sappiamo se Renzi sara' in grado di portare a compimento il suo piano di rilancio dell'asfittica economia italiana. Ce lo auguriamo. Ma l'ostilita' dalla quale e' circondato dai padroni del vapore oltre che da larghi settori dell'opinione pubblica sta a dimostrare che in Italia non si puo' essere giovani. Proibito rompere le uova al manovratore che carico di anni e di esperienza si arroga il diritto di indicare il percorso al popolino ebete e impreparato.

Renzi ed i suoi giovani seguaci hanno messo a repentaglio una struttura geriatrica che nulla ha da invidiare alle oligarchie di partito della Unione Sovietica. Far finta di cambiare per mantenere le mani sulle leve del quadro di comando. E la vecchiezza  non e' solo anagrafica. Basta pensare a certi 'giovani' che hanno preceduto Renzi il cui aspetto e comportamento denunciavano l'appartenenza ad una casta di bramini votati solo al perpetuarsi del loro potere e della conventicola di appartenenza.

Molti amici americani ci chiedono se in Italia sia possibile un nuovo Rinascimento.

Noi ne siamo convinti. Purche' l'italiano che vota compia la rivoluzione di leggere attraverso e al di la' delle righe, riscattando la capacita' di agire e pensare con la propria testa.

Ma sorpattuto l'Italiano deve riscoprire l'amore per l'Italia. Quell'amore che  noi italiani che viviamo all'estero portiamo da sempre radicato nel nostro cuore.

Oscar