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Alitalia-Etihad: i conti senza l'oste europeo

L'operazione Alitalia-Etihad, nonostante il trionfalismo della stampa italiana, dovra' superare lo scoglio dell'opposizione messa in atto da Air France-KLM e Lufthansa che hanno gia' presentato a Bruxelles dettagliate proteste contro l'ingresso degli arabi nei cieli europei. Da quanto risulta le cose si stanno mettendo male per il successo di questa svendita al vettore arabo. Ma oltre a questo c'e' lo scoglio dei sindacati che non vogliono licenziamenti,come se con Etihad ci fossero molti margini di manovra. Resta infine da fare una considerazione: sempre che gli vada bene, per meno di 600 milioni di euro gli arabi si porteranno a casa una azienda che al momento rappresenta per loro un cavallo di Troia con il quale stabilire un hub per le rotte transatlantiche e sud americane. Nel 2008 Berlusconi si oppose in nome del patriotismo all'ipotesi di acquisizione da parte di Air France che avrebbe pagato allora tre volte quanto oggi offerto da Etihad. La manovra, con l'inclusione dei capitani coraggiosi ovvero gli imprenditori che contavano di avere vantaggi dal governo del Cavaliere e gestita dalle banche che si sono esposte obtorto collo, ha portato in definitiva all'accollo al solito cittadino italiano di miliardi per un progetto abortito ancor prima di nascere. Ma non bisogna ricordare questa storia perche' il Silvio nazionale e' troppo impegnato con i suoi ulteriori processi e quindi non puo' essere disturbato. Quanto al popolo bue chissenefrega, tanto continua a pagare e a votare per questa ciurma.
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Caro Oscar,

non mi interesso di aviazione, tranne quando salgo su un aereo, né di hub, tranne quando mi vedo costretto a "visitarli" per causa disservizi nei voli.

Riflettendo sulla vicenda Alitalia, e partendo dal tuo pregnante articolo, mi pare che l'iter non si discosti neppure di un millimetro dalle consuete sventurate vicende italiche dove, o prevalgono interessi carsici di parte con calcoli -anche sbagliati- per far felici gli amici delle cordate tricolori, oppure il cerchio-bottismo che cerca soluzioni tipo "vogliamoci bene"; e quindi difendiamo gli indifendibili privilegi di casta e di categoria, per cui al lavoro che potrebbe fare bene una persona, si preferisce farne assumere quattro. Nel pubblico impiego o in imprese colossali tipo Alitalia, la pletora di personale corrisponde alla logica di avere clientes con serbatoi di voti, grazie ai quali gli interessati alle poltrone le raggiungono in Parlamento e poi nei Ministeri. Gli analisti politici chiamano questo gioco "voto di scambio", se non erro, ed è uno sport molto diffuso e praticato, anche dai piccoli municipi nelle valli del profondo Nord, per dirla con Nuto Revelli. 

Ora sta per aprirsi il semestre di presidenza italiana in Europa: Matteo Renzi, con la dote politica e carismatica che l' elezione europea gli ha consegnato, ha l'opportunità unica di esportare il meglio dell'Italia in Europa e di importare il meglio del vecchio continente nel Bel Paese. Per chi è europeista convinto, tendenzialmente universalista, mondialista, come lo siamo tu ed io caro Oscar, i prossimi sei mesi dovranno essere il turning point culturale di una nuova era politica che sappia innovare profondamente senza tradire gli ideali di Tolleranza, Liberté - Egalité - Fraternité, che nel Settecento avevano suscitato l'inizio di un mondo nuovo, prima con la Rivoluzione Americana e poi con quella Francese.
Blue skies for our children's children !

Dario Seglie, Torino, Italy