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Thanks Giving Day californiano

Volo United 1276 delle 6:50 AM al Dulles airport, lo scalo internazionale di Washington anche se situato in Virginia. Il van della compagnia Supershuttle arriva come da prenotazione Internet alle 4 e 15. A  bordo due passeggeri, una giovane e un asiatico che al nostro squillante "Happy Thanks Giving Day" non ci degnano di risposta. Capisco l'intontimento dovuto all'orario premattutino, ma questa e' una particolarita' di una certa diffusa maleducazione americana. In Italia, nonostante l'incazzamento generale, i rapporti umani sono ancora all'insegna della cortesia cordiale che non e' solo di facciata come da queste parti.
Arriviamo all'aeroporto alle 5 e 10. Check in veloce poi i controlli di sicurezza con il body scanner.
Il volo parte in orario. L'aereo e' strapieno ed io mi trovo confinato tra una cicciona e una asiatica. Durante le cinque ore di volo la fanciulla obesa alla mia destra ogni tanto lascia andare l'enorme braccio sinistro sul mio petto. Cerco di scostare quella massa di almeno trenta chili di grasso, ma la signora non gradisce e nel sonno si dimena agitata.
Arriviamo a Los Angeles con mezz'ora di anticipo e ci mandano in un'area deserta dell'aeroporto perche' il nostro finger e' occupato da un altro aereo.
Prima di sbarcare passa un'ora e non riesco ad apprezzare la battuta dello steward che al microfono dice: "Eravamo in anticipo ed ora siamo in ritardo".
Evviva il Giorno del Ringraziamento. Sono le dieci del mattino ora locale e ad attenderci c'e' mio figlio Max che sta per iniziare a girare un film.