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C'e' sniper e sniper

 american snipers avec american sniper et après les biopics ...
Mi sono sorbito due ore e dodici minuti di spari, mitragliate, bombe, attacchi terroristici sul grande scermo IMAX nel primo spettacolo pomeridiano delle 12:40 con teatro strapieno. All'uscita, erano le 15, una lunga fila di paganti in attesa per il turno successivo.

Nella prima settimana di programmazione in tremila sale degli Stati Uniti American Sniper ha surclassato ogni aspettativa totalizzando cento milioni di dollari. Onore al vecchio Clint Eastwood che da questo successo, certamente confermato dai prossimi Oscars, si vedra' arrivare in tasca un bel po' di dollari. Lui che per il suo primo spaghetti western fu pagato diecimila lire.
Al termine della proiezione alla quale abbiamo assistito non c'e  stato alcun accenno di applauso.

Il film sta scatenando una valanga di critiche; molti accusano l'anziano regista di indomita fede repubblicana di avere fatto l'icona santificata del cecchino, figura che in ogni lingua e cultura ha sempre avuto un significato negativo. Il vile, nascosto, che ti spara alle spalle.

La storia di Chris Kyle, un tiratore scelto che nelle sue quattro missioni in Iraq e' riuscito a uccidere 160 persone (ma sembra molte di piu' non ufficializzate), mira a fare di questo marine del corpo specializzato SEAL un eroe, confermando la leggenda che circondava il suo nome per avere salvato molti dei commilitoni da attacchi suicidi e trappole micidiali.

Ma al di la' della bravura scenica di Bradley Cooper che sicuramente verra' premiato con un Oscar, resta per noi il fatto che American Sniper e' l'ennesimo tentativo di resuscitare l'immagine di un'America infangata da un'occupazione dell'Irak voluta da quel George W. Bush motivato solo da interessi personali mossi dalle aziende petrolifere americane e inglesi.

Ci dispiace dirlo, ma gli Stati Uniti le guerre nelle quali si sono imbarcati le stanno perdendo tutte con un costo di vite umane e di risorse economiche spaventoso.

L'unica eccezione e' stata la Seconda Guerra Mondiale per la quale siamo profondamente grati al popolo americano e alle centinaia di migliaia di giovani che sono stati sacrificati sui campi di battaglia.

Dopo due ore di sparatorie e decibel al massimo in quadrifonia, la storia di Chris Kyle si conclude frettolosamente con una frase sullo schermo che ricorda la fine del famoso cecchino ad opera di un veterano mutilato che stava visitando in un ospedale, sembra colpito da un raptus di violenza.

Da qui a fare per motivi patriottico-repubblicani un santino del killer di almeno 160 persone ne corre.

Almeno per noi.

Quando sentiamo pronunciare la parola sniper ci viene in mente l'esperienza passata a Washington DC nell'ottobre 2002 quando due cecchini sparando a casaccio dal retro di un'auto hanno ucciso dieci persone e ferito gravemente altre tre.

E, possiamo garantire, che non si e' trattato di un momento piacevole.
Oscar