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Cronaca di un rientro a Roma da Bengaluru, India



La fifa degli indiani per il terrorismo pakistano

L'aereo parte alle tre del mattino. Ma bisogna essere all'aeroporto almeno tre ore prima perche' hanno raddoppiato i controlli.
Ci muoviamo da casa alle 22:45.
"A quest'ora, dice Marco, dovremmo arrivare abbastanza presto all'aeroporto perche' il traffico si e' assottigliato".
Vero, si', ma fino a un certo punto. Quando imbocchiamo le strade del centro di Bengaluru, (un tempo Bangalore) troviamo centinaia di camion che vanno all'impazzata, con auto che serpeggiano suonando ininterrottamente il clackson. Tutti fanno casino. Sul retro dei camion e autobus c'e' la scritta "sound the horn".
Marco se la cava molto bene. Molti lo guardano con curiosita' perche' vedere un turista che guida una macchina come la Tata Nano e' cosa da grattarsi la testa. Al punto che ormai sono molti quelli che scelgono l'auto meno cara del pianeta (2800 dollari chiavi in mano) visto che anche uno straniero la guida e ci deve essere poi una ragione. E poi e' cool.


 
All'aeroporto 

Marco ce l'ha fatta brillantemente: ha percorso i 54 chilometri da casa all'aeroporto in solo un'ora e trenta minuti, Un record.
Saluti con molta tristezza perche' ci rivedremo almeno tra sei mesi.
Prima di varcare la porta dell'aeroporto due controlli di polizia.  I primi di una serie ininterrotta.
Mentre siamo in fila per il check in un addetto Lufthansa ci chiede se vogliamo convertire i nostri biglietti in economy con due passaggi in business. Quanto? 520 dollari. Accettiamo subito e ci ritroviamo nel prestigioso lounge dove riescono a servire persino dei fusilli saltati.
Il gate e' il 26 e ci mettiamo nella fila dei possessori di biglietti per la business.
Come d'uso viene diffuso l'annuncio che persone con disabilita' e famiglie con bambini si imbarcheranno per prime.
Le carrozzine con disabili sono quattro. Poi seguono un paio di centinaia di famiglie con figli al seguito. A conferma che in questo paese ogni minuto nascono ventinove individui.
La teoria di carrozzine, pupi, ragazzini, genitori si snoda per almeno mezz'ora.
Alla fine tocca a noi.
La business class e' ora allestita con poltrone che un tempo erano destinate solo alla prima,
Chissa' che gli daranno in prima classe.
Tutto perfetto.
Unica nota stonata un orribile dinner, riscattato solo dalla colazione prima dell'arrivo a Francoforte.
Dopo un paio di ore si riparte con destinazione Roma, Fiumicino.
Ottimo il servizio Lufthansa. Molto buono il sandwich.


Succede anche questo 

Nonostante la crisi ed il lavoro che manca, Roma e' deserta. Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare.
Dobbiamo fare degli acquisti e  caricare online i nostri telefoni.
Scelta obbligata, visto che siamo in un hotel del centro, la stazione Termini invasa da migliaia di passeggeri.
Da Benetton acquisto un paio di magliette e mi metto in fila alla cassa dietro una avvenente signora che ha acquistato mezzo negozio,
Le diciotto ore di aereo pesano e attendo con pazienza il mio turno.
La signora si gira e mi fissa in maniera molto diretta.
"Qualcosa che non va?" chiedo allarmato.
"No, mi scusi, forse mi sono sbagliata, perche' credevo che lei fosse un altro.."
"No, io sono unico..."
 "Oscar, ma allora sei tu.." esclama la signora mentre la fila alla cassa dietro di noi si e' infiittita. Ma tutti osservano con trasporto la scena.
Conclusione; la bella signora e' Vittoria Gervaso  e Roberto richiamato dalle esclamazioni della moglie esce da un corridoio.  Baci e abbracci.
I casi della vita: dopo trenta anni ci ritroviamo  alla cassa di un Benetton della stazione Termini, appena arrivati da un lungo volo dall'India.