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I nuovi mestieri nella filiera della bellezza e della moda.



Exotic Swimsuit Models – Photo Gallery
Guido Colomba

Tre notizie simboleggiano la crescente "riscoperta" della cultura, della bellezza e dell'arte. La prima riguarda l'inaugurazione a Roma, dopo un mega restauro, del Palazzo della Civiltà all'Eur, uno dei simboli dell'architettura italiana del secolo scorso. La maison Fendi vi ha trasferito la propria sede e ha già organizzato una mostra, "Una nuova Roma", che resterà aperta fino al 7 marzo. Seguiranno altri eventi culturali per il quali è stato dedicato un intero piano. Il Palazzo a sei piani, conosciuto anche come Colosseo quadrato, fu inaugurato nel 1940 ma non fu mai utilizzato complice la seconda guerra mondiale. "Oggi, se dovessimo costruire un palazzo così, spenderemmo circa mezzo miliardo di euro" ha chiosato Pietro Beccari, ceo e presidente della maison del gruppo Lvmh. La seconda notizia si ricava dal portale "Fashionjobs" che segnala i nuovi mestieri generati dal mondo "fashion, bellezza e lusso". Ben 109 posizioni aperte per professioni ibride ripartite tra punti di vendita e attività on line. Una filiera nell'industria della bellezza che tende a promuovere il connubio con il retail e il mondo della comunicazione. Ed è interessante notare che le offerte spaziano dagli addetti alla vendita ai make up artist, dai contabili agli specialisti nel settore marketing, fino agli agenti di vendita sul territorio. Le aree più dinamiche sono due, il segmento marketing-prodotto e la comunicazione. Nel primo caso vengono preferiti laureati in economia con esperienza almeno biennale nel settore commerciale. Per la comunicazione digitale si ricercano persone per ricoprire posizioni corporate. La terza notizia riguarda la globalizzazione nel mondo degli artisti, delle gallerie e delle case d'asta. Si va affermando la corsa ai "lasciti" degli artisti. Per le gallerie gestire lo stock di opere di un artista rappresenta il nuovo orizzonte operativo. E' chiamata la guerra degli archivi poichè implica una collaborazione attiva con gli eredi dell'artista, dalla gestione materiale e morale del lascito dell'opera fino alla frequenza sul mercato (quante opere e a che prezzo). Basti pensare che l'eredità di Andy Warhol è stata valutata 510 milioni di dollari dopo la sua morte e le sue opere da allora hanno superato un miliardo di dollari nelle vendite all'asta. Ovviamente l'autenticatore gioca un ruolo chiave, che spesso rappresenta l'anello debole del settore. Di qui la nuova norma, proposta dallo Stato di New York e già approvata al Senato, per drenare le frequenti controversie. La proposta di riforma è stata sostenuta da importanti istituzioni come il MoMa, il Guggenheim, l'International Society of Appraisers, la New York State (and City) Bar Association. Un parterre de roy che indica l'importanza per gli investimenti finanziari in questo settore (dove sono ormai presenti da anni banche, fondi di investimento e fondi specializzati). Secondo gli addetti ai lavori, questa nuova disciplina fornisce per la prima volta a livello legislativo un esplicito riconoscimento a favore dell'autenticazione, sorretta da codici di autodisciplina e di autorevolezza deontologica destinata a proiettarsi sui grandi centri dell'arte sia in Europa che in Asia attraverso il mondo della comunicazione digitale.