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Quel cesso di Heathrow Airport

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Ricordate i giornali pieni di esaltazione in chiave di pubbliche relazioni quando fu inaugurato il Terminal 5 di Heathrow Airport che finalmente avrebbe offerto ogni comodita' ai passeggeri dei voli internazionali con sosta nella capitale londinese?
Se uno ha una connection di qualche ora le distanze stellari di questo scalo che compete con Francoforte si possono anche accettare come i dolori del parto.
Ma se la differenza tra il volo da Washington e quello successivo su Milano Linate e' solo di un'ora allora ci si rende conto che il criticatissimo Fiumicino, tanto per fare un esempio modesto, ne esce da campione.
Alla nostra tenera eta' ci siamo impegnati in corse frenetiche e estenuanti attese al custom per un totale di oltre cinquemila passi registrati dal nostro Fitbit ed alla fine abbiamo avuto la soddisfazione di apprendere da un addetto alle informazioni (visibilmente scocciato data l'ora mattutina) che il favoloso Terminal 5 continua in un altro building che deve essere raggiunto con ennesimo slalom di scale mobili e tragitto in treno di cui sentivamo la mancanza.
Siamo arrivati finalmente al gate 32 ultimo passeggero imbarcato pochi minuti prima della partenza ed atteso solo grazie alla condiscendente bonomia del comandante dell'aereo.
Ovviamente all'arrivo a Linate la mia valigia risultava dispersa. A molte ore dall'arrivo continua a non essere rintracciata e consegnata all'albergo dove abito. Dicono ai bar di Linate che questi inconvenienti della British sono una lamentela continua di decine di passeggeri che si trovano per giorni senza il ricambio mutande.