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Fine di una carriera prestigiosa per molestie sessuali

 

La Family Show Convention del partito repubblicano che si e' tenuta a Cleveland e' stata 'funestata" (si fa per dire) da due imprevisti che hanno tolto visibilita' al candidato imprenditore distogliendo l'attenzione del pubblico che guarda la TV e segue i giornali dalla  reiterata catena di contumelie riservate a Hillary Clinton e culminate nell'auspicio che possa essere aammazzata.

Il primo incidente e' stata la scoperta da parte dei media che Melania Trump, nel suo discorso ufficiale di sostegno al marito, ha letto un testo in cui molte frasi erano esattamente copiate da un intervento di Michelle Obama alla convenzione democratica del 2008.

Le truppe di Trump hanno innalzato barriere dicendo dapprima che non era vero, in secondo tempo che  si trattava solo di un sette per cento dell'intero discorso. Alla fine e' stata scoperta l'autrice di questa truffa: Meredith McIver, amica di famiglia di Trump e stipendiata dalla sua azienda, che ha offerto le sue dimissioni. Rifiutate generosamente dal magnate newyorkese.

"Che vuoi che sia?" ci hanno scritto alcuni dei nostri Lettori confermando che in Italia il plagio e' considerato un peccato veniale, mentre negli Stati Uniti e' una azione immorale e come tale deve essere perseguita.

La seconda tranvata al Family Show e' arrivata inaspettatamente con la notizia che il grande capo di Fox News, la televisione iper repubblicana posseduta dal magnate australiano Rupert Murdoch, stava per dimettersi a seguito di una denuncia per molestie sessuali di una conduttrice molto nota dei suoi programmi.

Roger Ailes per venti anni e' stato colui che ha reso questo canale il piu' seguito in America, assicurando alla proprieta' della testata ingenti guadagni.

Da tempo correvano voci di una atmosfera non proprio limpida nella quale dovevano vivere duemila dipendenti della azienda per colpa del comportamento dei dirigenti. A cominciare dalle avvenenti giornaliste che conducono i programmi. Ma sino ad ora tutto era stato risolto tra le quattro mura con liquidazioni generose alle denuncianti che tuttavia perdevano il posto di lavoro.

La bomba mediatica e' scoppiata con la denuncia di Gretchen Carson, un volto molto noto, che ha deciso di andare avanti ad ogni costo.

Non e' chiaro quale fosse il livello del 'sexual harassment' di Roger Ailes che e' stato costretto dalla proprieta' a dare le dimissioni.

Ma, stando alle dichiarazioni anche delle altre donne, le molestie andavano da apprezzamenti sui loro vestiti e sulle pettinature, a bacetti sulle guance al termine di un meeting di lavoro, a toccatine audaci.

Decenni di femminismo  hanno consentito alla donna americana di rivendicare una assoluta autonomia sul luogo di lavoro, senza dover subire ricatti sessuali per aspirare a fare carriera.

Tra il dire e il fare, si potra' dire. Ma esiste da tempo la possibilita' di far valere le proprie ragioni e diritti, anche se poi alla fine chi denuncia deve mettere in conto spesso la perdita del posto di lavoro.

Un clima, quello americano, che confligge con la cultura italiana secondo cui un maschio puo' permettersi di 'fraternizzare' con le colleghe di lavoro anche in maniera pesante perche' il tutto viene ricondotto nel circolo vizioso di un corteggiamento simpatico del quale spesso sono responsabili le stesse vittime femminili.

La figlia di un nostro amico, chiamiamola Maria, emigrata negli USA da adolescente si e' laureata con il massimo dei voti ed ha preso anche un master in economia. Ma il suo desiderio, manifestato in ogni occasione sociale, era quello di tornare in Italia, perche' quelle erano le sue radici. Trovare un lavoro e anche se la retribuzione sarebbe stata inferiore a quella percepita in America, almeno avrebbe potuto respirare l'aria di casa.

Cosi' si trasferi' a Milano in una grande azienda finanziaria internazionale. Il compito al quale era stata assegnata era quello soprattutto di fare fotocopie dei fascicoli.

Dopo qualche mese scrisse ai genitori che sarebbe ritornata nella sua Virginia. I motivi della decisione non erano chiari. Poi alla fine sono venuti a galla:  "Sono stanca, sbotto', di farmi toccare il culo e di ricevere ogni giorno proposte oscene."

Questo per quanto riguarda il versante italiano.

Ma tutto questo parlare di 'sexual harassment" mi ha riportato alla memoria un episodio che ho vissuto direttamente appena arrivato a Washington a dirigere IRI USA.

Una mattina si presenta la responsabile della mia segreteria e mi dice:
"Dottore, ci sono dei poliziotti che vorrebero parlarle.."
"Ma che e' successo?, chiedo allarmato.

E mi racconta: una nostra funzionaria di gran bell'aspetto, quella mattina si trovava insieme a venti altre persone in un ascensore  diretta al sesto piano del nostro palazzo.

Negli Stati Uniti quando si entra in un ascensore pubblico ci si mette con la faccia rivolta verso la porta per evitare di avere "eye contac" con gli altri. In Italia invece tutti si mettono con le spalle al muro. Ed anche questo avra' un significato.

Sembra invece che un tale che lavorava in una societa' al piano superiore non riuscisse a staccarle gli occhi da dosso.

La mia dipendente, appena arrivata in ufficio ha chiamato la polizia ed il tale identificato e' stato condotto via ammanettato.

Eccessivo, direte. D'accordo. Ma anche questo e' un modo per le donne americane per rivendicare la propria dignita' e difendersi. La conclusione, forse un po' affrettata, e' che la donna fa paura nei luoghi di lavoro ed anche nei colleges.

Al punto che in alcuni atenei i maschi che hanno un appuntamento fanno firmare alla ragazza una liberatoria nella quale devono essere spuntati i livelli di effusioni amorose consentiti dalla ragazza.