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Btp e l'ombrello americano.


 
Guido Colomba Sulle montagne russe i titoli di stato italiani. Lo spread Btp-Bund, alla notizia della vittoria di Trump, prima è salito a 167 poi è sceso a 157 per tornare oggi a 162. Le ottime relazioni con le grandi banche americane dovrebbero costituire la garanzia che la situazione non potrà degenerare come accadde nel 2011. Tuttavia nel 2017, anno "volatile" in Europa per le elezioni in Francia e Germania, l'Italia dovrà affrontare rimborsi di titoli in scadenza per importi pesanti. Un QE della Bce protratto oltre la scadenza del marzo 2017, con importo mensile invariato, darebbe una boccata di ossigeno ai Btp ma solo per guadagnare tempo. Il terreno sottostante resta pieno di incognite anche perchè il rialzo dei tassi in sintonia con accenni di ripresa dei prezzi al consumo finisce per accentuare la fuga dal rischio. C'é chi vede il rendimento dei Treasuries salire al 2,0-2,5%. Secondo Paribas se Trump manterrà gli obiettivi annunciati (spesa pubblica in aumento per infrastrutture, tasse in diminuzione) il rapporto tra debito federale e Pil salirebbe dal 77,2% attuale ad oltre il 120 per cento. Sono troppe le variabile sul tappeto per fare previsioni credibili. Comunque vada, sembra certo che la fase della politica monetaria molto accomodante (QE) delle banche centrali è destinata a ridimensionarsi a partire dal prossimo dicembre. I mercati non sono caduti nel panico, come invece si temeva. L'allarme generato da Brexit non si è riproposto ma è cruciale capire se cambieranno le tendenze delle valute per gestire meglio le prossime mosse. Una rincorsa alle svalutazioni competitive come è già accaduto per il Messico diventerebbe l'alternativa alle politiche monetarie espansive. In gioco, anche per l'Italia, vi è il commercio con l'estero che finora è stato cruciale per tenere a galla l'economia nazionale. Anche la globalizzazione è sotto esame. Trump si è speso molto sull'argomento ed è possibile che vorrà colpire l'afflusso di beni cinesi o messicani. C'é il rischio di diffondere ritorsioni protezionistiche ovunque. Una situazione che mette in naftalina il progetto di accordo TTip tra le due sponde dell'Atlantico. Non è uno scenario positivo per l'Italia che può contare per il momento sull'ottimo stato delle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti come è attestato dalla crescita a due cifre dell'export nel 2016. Lo scacchiere del Mediterraneo è divenuto vitale. La stabilizzazione con Tripoli è il punto di partenza dopo il recente accordo con la Banca centrale libica, sponsorizzato da Washington, per sbloccare i mezzi finanziari necessari al governo libico di pagare gli stipendi e tornare alla normalità