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Siamo stanchi di morte

 
I corrispondenti da New York dei piu' importanti giornali italiani si chiedono il perche' dell'indifferenza dimostrata dai newyorkesi dopo l'attentato che ha ucciso otto persone e ferito altre undici su una pista ciclabile a pochi blocchi dal World Trade Center.

Qualcuno ha eletto a eroismo questo atteggiamento che comunque sconfina in un 'enough is enough ', rispetto al martellamento delle reti TV via cavo.

Migliaia di abitanti nella Mela non hanno voluto rinunciare alla parata nella notte di Halloween, la pagana ricorrenza, copiata anche in Italia solo perche' e' un'occasione per far festa sbeffeggiando la morte.

Ma la Signora con la Falce e' sempre piu' presente tra noi e il suo ruolo e' amplificato dai media che sono diventati ormai delle prefiche.

I morti di New York sono entrati nel calderone delle disgrazie, attentati, terremoti, alluvioni, uragani, guerre, che quotidianamente assillano la gente. E di cui nessuno ricorda o vuole ricordare con precisione i dettagli perche' ognuno di noi tende a cancellare.

Dire che non siamo uguali di fronte alla morte e' una affermazione ovvia.

Pero' ci sono morti che fanno notizia (almeno per poche ore) e altri dei quali non si parla come se non esistessero.

585,720 sono stati i decessi per cancro negli States nel 2014 (non ho dati piu' aggiornati).

33,091 quelli passati al Creatore nel 2015 per consumo di oppiacei, escludendo i morti per eroina.

Siamo stanchi di morte, perche' viviamo in una cultura che da tempo ha creduto di cancellarla. 

Ma non si cancella l'Inizio e la Fine.

Non si cancella lo "homo homini lupus".

Oscar
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Caro Oscar,
Nihil sub sole novi; lo diceva già Qoelet nell'Ecclesiate, almeno 3,000 anni fa.
Purtroppo siamo la peggior specie animale che abita il pianeta Terra. Si sono estinti -65 milioni di anni fa- i dinosauri: perché mai non dovrebbero estinguersi anche gli umani ?
Alla prossima,
Dario Seglie, Italy
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Hai detto bene, Oscar: siamo stanchi di morte.
Ti ho letto, anche stasera, come ogni tanto ti leggo; sempre con piacere e con
i ricordi degli anni giovanili. Discutevamo, addirittura leticavamo, pur essendo, insieme, liberali.
Certo - penso ora -  ero convinto, sono stato anche motivato, serio, sincero. Avrei potuto, però,
essere meno drastico, rigido. Guardando e ascoltando tanti, troppi "politici" di oggi, mi viene da
chiedere scusa a tante persone delle quali, allora, non coglievo, non riconoscevo aspetti di valore.
Scusa lo sfogo: non è , come capirai bene, un discorso tra te e me, ma una riflessione da settantacinquenne di tono generale. E' proprio vero che il confronto convince: alcuni, che ho criticato e criticavo, oggi li ossequierei, se non li abbraccerei !
Un abbraccio, al di là di questa un po' sconclusionta letterina, lo mando comunque a te. Con i complimenti per quello che scrivi e per la tua carriera.
Adalberto




Carissimo Adalberto:.
Che piacere leggerti.
‘Allora’’...avevamo cuore puro col quale affrontavamo il dialogo senza doppi fini.
Ma solo con la supponenza giovanile di avere diritto a dire tutto quello che avevamo sullo stomaco.
Quando consigliere comunale di Firenze ho avuto la visita di due compari che mi  volevano corrompere li ho accompagnati alla porta.
Ovviamente non ho fatto carriera in politica (per mia fortuna).
Ti ringrazio per i saluti affettuosi che ti rinnovo a mia volta e...per gli auguri per la mia “carriera” (o corriera??).
Oscar
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